“Con il nuovo federalismo le regioni del centro nord stanno abbandonando il resto del Paese: per il Mezzogiorno il rischio è un declino irreversibile e solitario”. Questo l’allarme lanciato dalla presidente del Consiglio regionale Rosetta D’Amelio, intervenuta al focus promosso dal Centro Studi Giuridici ed Economici dell’impresa Alta Irpinia, dal titolo “Una ragione per restare”. Di ritorno da Roma dove ha conferito con il Presidente della Repubblica al Quirinale, la presidente ha condiviso con la qualificata platea riunita nella Pinacoteca dell’Arte contemporanea di Teora, le preoccupazioni espresse al Capo dello Stato circa l’accelerazione in corso delle procedure per l’attivazione del cosiddetto “federalismo differenziato”.

Il Sindaco di Teora, Stefano Farina

I RISCHI DEL FEDERALISMO DIFFERENZIATO. Rivolgendosi ai rappresentanti economici della provincia di Avellino, Rosetta D’Amelio ha sottolineato i rischi che l’improvviso blocco della crescita italiana rappresentano per le regioni meridionali. Una speranza è data, in controtendenza rispetto all’andamento generale fotografato dal Rapporto Svimez dalla Campania, che mostra un dinamismo importante e significativo nel contesto di un Sud d’Italia che deve imparare a fare sinergia. Nel concludere ha auspicato uno stretto raccordo fra il Governo centrale e le amministrazioni regionali perchè una via di uscita è ancora possibile. “Sono necessari investimenti di qualità, infrastrutture degne di questo nome e un programma nazionale che mira ad una migliora capacità della spesa delle risorse europee” continua.

Un momento del convegno di Teora dal titolo “Una ragione per restare”

Sarà fondamentale, ha spiegato D’Amelio, concentrare energie e attenzione sull’ambiente, sulla formazione e puntare a elevare il grado di coscienza civica delle comunità, iniziando a dare risposte precise ai bisogni. Raccogliendo consensi nella platea presente, la presidente del consiglio regionale ha bocciato l’ipotesi di un reddito di cittadinanza spiegando che nella prima esperienza del laboratorio regionale campano 14 anni fa i risultati sono stati negativi. Tra gli spunti del suo intervento, la forte preoccupazione per i dati del Censis che prevede una desertificazione delle aree interne entro i prossimi 10 anni.

I SALUTI. I lavori sono stati aperti dall’avvocato Giuseppe Restaino, componente del Centro Studi. Prima delle relazioni i saluti del sindaco di Teora Stefano Farina, Ciriaco Morano dell’Ordine dei Dotti Commercialisti di Avellino, l’avvocato Giuseppe Trimonti dell’ordine forense di Avellino, e il dirigente scolastico dell’istituto De Sanctis di Sant’Angelo dei Lombardi Gerardo Cipriano.


UNA RAGIONE PER RESTARE | La relazione del prof. Luigi Lepore – Centro Studi giuridici ed economici dell’impresa – Alta Irpinia | Professore Associato di economia aziendale Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

Luigi Lepore, Professore Associato di economia aziendale Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

VERSO LA RECESSIONE. È entrato nel vivo del convegno il professor Gaetano Vecchione, docente di Economia alla Federico II di Napoli, che ha aperto la sua relazione rilevando la contraddizione che c’è in particolare in Irpinia. “In una provincia che ha i fondamentali economici a posto la gente se ne va”. IL professor Vecchione ha spiegato in maniera puntuale le ragioni di questa contraddizione: “C’è bisogno di istituzioni formali e non formali”, cioè occorrono regole e capacità decisionale, una visione di futuro su cui costruire le basi della ripresa. Servono interventi strutturali mirati a rafforzare ciò che serve a superare la crisi. La spesa pubblica va orientata sulla formazione al contrario di quello che sta facendo. La politica deve imparare a guadare alla realtà: osservando intere generazioni costrette ad emigrare non solo per lavorare ma anche per studiare. Il capitale umano del Mezzogiorno è il motore della ripresa, nel 2016 105 mila meridionali hanno lasciato la loro terra, e 95 mila di questi sono laureati.

«NO REDDITO DI CITTADINANZA, INVESTIRE IN FORMAZIONE». Basterebbe investire il 20 per cento di quanto stanziato per il reddito di cittadinanza e si avrebbe un salto di qualità nella formazione. La parola chiave è “attrarre”, ma per fare questo servono due condizioni: comprendere che non è il libero mercato la panacea di tutti i mali e responsabilizzare le istituzioni pubbliche in materie di economia e di strategia. Il professore ha concluso sottolineando la necessità di liberare tute le risorse possibili, oltre che per la formazione, per realizzare servizi e costruire infrastrutture. IL messaggio anche non dichiarato espressamente è che le regioni del sud devono poter dialogare fra loro.

Un momento del convegno di Teora dal titolo “Una ragione per restare”

AUMENTA LA LIQUIDITÀ DELLE IMPRESE. Evocato dal tema del convegno “L’impresa Irpinia fra opportunità europee e regionali” il credito nel Mezzogiorno è stato rappresentato da Roberto Guercio, espressione del Banco di Napoli- direttore di filiale Imprese di Avellino- che ha offerto spunti per un moderato ottimismo delle imprese. Intanto gli sforzi realizzati in questi anni per attivare start up e sollecitare investimenti innovativi in particolare in Irpinia consentono di guardare con fiducia ai prossimi anni; ci sono margini per investimenti e disponibilità in termini di liquidità da parte delle banche che confermano in questa fase a dispetto dello scenario più generale la propria solidità. Ad Avellino aumentano gli investimenti produttivi, diminuisce la richiesta di prestiti rispetto all’anno scorso, aumenta la liquidità delle imprese, ma questi segnali positivi sono messi in discussione dall’incertezza politica e dalla mancanza di stabilità e di un disegno per il futuro. “Il credito su questo territorio è sano”, ha commentato. Ci sono asset in crescita, come l’agroalimentare, che secondo le stime bancarie continuerà a crescere anche nei prossimi anni grazie all’export, ma ci sono possibilità importanti anche nel campo industriale. Molto significativo il passaggio del direttore del Banco di Napoli a proposto della Zona Economica Speciale, che nel nostro territorio riguarda ben tre aree industriali: Valle Ufita, Pianodardine e Calaggio. Secondo Guercio, uno dei benefit di maggiore attrattività per gli imprenditori è l’incentivo in micro-credito di imposta per le iniziative private fino a 50milioni di euro.

«START UP, OCCHIO ALLA DOMANDA». Il dirigente di Sviluppo Campania Spa Sergio Tanga, ha rilevato invece che il rischio maggiore che corrono gli incentivi sulle start up è dato da una “declinazione di un sistema di offerte che non interagisce con la domanda” come ha spiegato. “La lontananza delle istituzioni dal territorio crea delle storture”. In accordo con quanto affermato dai relatori, Tanga il tema dei servizi è centrale, così come la necessità di convogliare la spesa pubblica su obiettivi in grado di ammodernare la capacità attrattiva del sistema economico e produttivo. “La politica dei contributi a fondo perduto ha prodotto risultati effimeri e illusori, come testimoniano i tanti capannoni chiusi e inattivi presenti sul territorio, ma c’è bisogno di una politica mirata e di sostegno alla produttività di lungo periodo”. Anche per Tanga il capitale umano rappresenta la principale risorsa del Mezzogiorno, e sono fondamentali tutte le iniziative in grado di stimolare un contro esodo dei cervelli, sulla scia di quanto fatto meritoriamente dal Governo Letta.

Il Presidente di Confindustria Avellino, Giuseppe Bruno

«SEMPLIFICAZIONE E AUTOMATISMI». Nella sua relazione, il presidente di Confindustria Pino Bruno ha espresso preoccupazione per la crisi di fiducia che è esplosa in questi ultimi mesi della fase politica nazionale, ed ha esortato le istituzioni pubbliche, ma anche gli operatori economici a guardare con maggiore concretezza agli strumenti da mettere in campo. In sostanza, per Bruno non sono sufficienti buoni interventi di supporto all’economia, ma devono tradursi in opportunità realmente utilizzabili. E’ determinante il fattore tempo. Le risorse messe sull’economia devono essere accessibili con meccanismi automatici, eliminando sostanzialmente i passaggi burocratici: va istituito un fondo unico con incentivi automatici e semplici da gestire. La ricetta di Bruno consiste nella maggiore semplificazione possibile di tutte le procedure, anche quelle della giustizia civile, investimenti sull’istruzione e l’alta formazione, e parole di verità sulle tabelle dei crono-programmi infrastrutturali. Timori per la Lioni-Grottamimarda sono stati espressi non senza enfasi. Per quel che riguarda la provincia di Avellino, il presidente di Confindustria esorta le istituzioni pubbliche e private a considerare l’esigenza di spazio che l’area metropolitana e costiera ha ormai da decenni. I sostanza Bruno dice che gli investimenti polarizzati su Napoli possono arrivare alle zone interne solo se adeguatamente preparate a riceverle: servizi, logistica, infrastrutture, tempi certi della pubblica amministrazione.

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