Come annunciato da Nuova Irpinia, il Pd avvia il percorso che porterà alla sfiducia del sindaco di Avellino, Vincenzo Ciampi. Oggi pomeriggio, a via Tagliamento riunione del gruppo democratico per definire modi e tempi dell’operazione.

Consigliera Ambrosone, è cominciato il countdown?

«In coerenza con quanto abbiamo sostenuto in aula ed in ogni sede, diamo inizio ad un percorso per la formalizzazione della mozione di sfiducia nei confronti del sindaco. Uno strumento tecnico, che conferma il giudizio politico già espresso sull’amministrazione comunale. Utilizzeremo la traccia del testo predisposto da altri gruppi dell’opposizione, portando il nostro contributo».

La mozione sarà sottoscritta da tutti i consiglieri di opposizione? Nessuna sorpresa?

«Non credo vi siano ripensamenti da parte di qualcuno. Alle nove firme già apposte alla prima stesura del documento, si aggiungeranno quelle dei nove consiglieri democratici, sia del gruppo Pd, che di Davvero».

Gianluca Festa, capogruppo di Davvero. Già Vicesindaco nella Giunta Galasso, è stato consigliere d’amministrazione nell’Alto Calore Servizi e assessore alla Provincia

Il documento verrà depositato ad inizio della prossima settimana?

«Sicuramente sarà concretizzato nei prossimi giorni. Un giorno in più o in meno non farà differenza».

Prima di discuterne in aula e votarlo, però vi occuperete del bilancio consuntivo 2017. E’ così?

«Ci eravamo dati tre obiettivi prima di chiudere il mandato: il Consuntivo, la programmazione dei fondi europei e quella degli interventi del Piano di zona sociale. Un atto di responsabilità nei confronti della città. Ed intendiamo mantenere la parola, anche se dobbiamo constatare che l’amministrazione non è stata in grado di compiere passi in avanti, dimostrando ancora di più – se ve ne fosse bisogno – la propria inadeguatezza ed inutilità. Il bilancio è stato predisposto dal commissario. Se, comunque, ci saranno i margini per altri provvedimenti utili, ne ragioneremo».

Che idea si è fatta della situazione finanziaria dell’ente, alla luce dei dati emersi dal rendiconto?

«E’ una situazione delicata, che ricalca la condizione della maggior parte degli enti locali italiani. Uno stato di sofferenza aggravato dai tagli ai trasferimenti dello Stato, messi in atto dai governi nazionali. Adesso occorre un piano di rientro che non gravi sui cittadini. E’ dovere dell’amministrazione assumere tutti i provvedimenti idonei».

Il centro storico di Avellino visto dal parco urbano di Santo Spirito, attraversato dal Torrente Fenestrelle

Sinora si è ipotizzata la strada del dissesto o del predissesto. Cosa ne pensa?

«Non siamo affatto dei tifosi di questo genere di soluzione. Chiediamo che si faccia chiarezza e si compia il massimo sforzo per definire interventi mirati. Non faremo gli avvocati difensori di nessuno. Ci interessa esclusivamente tutelare gli interessi dell’ente e della comunità».

L’amministrazione non ha ancora avanzato una proposta precisa. Il Pd che posizione intende assumere?

«Chi dovrebbe governare e proporre vie d’uscita, resta ancora nel vago. Non sono in grado di farsi carico del loro ruolo istituzionale».

Il sindaco e gli assessori hanno chiesto ai consiglieri di tener conto anche di altre scadenze, che riguardano bandi e programmazioni di interventi. Come risponde?

«Dall’approvazione delle linee programmatiche in poi non mi sembra che vi sia stato un attivismo della giunta, né tantomeno interesse a coinvolgere il consiglio su proposte e delibere, del tutto assenti».

La torre dell’Orologio di Avellino, simbolo della città

Il Pd quale progetto politico per la città intende mettere in campo, per il futuro?

«E’ il tema più importante sul quale dobbiamo discutere in questi giorni. La città sta constatando direttamente, anche prima del previsto, che l’annunciato vento di cambiamento è stato soltanto uno slogan. Il Pd, dunque, deve lavorare ad un progetto alternativo, che sia in grado di tenere assieme le soluzioni ai problemi, con un autentico cambiamento nelle pratiche amministrative».

Anche se non è una novità, c’è chi ipotizza le larghe intese.

«Il 24 giugno abbiamo sperimentato un’alleanza ampia, ma al ballottaggio siamo andati incontro ad una sconfitta netta. Credo che si debba puntare su un progetto di matrice riformatrice, delineato da un Pd rigenerato, che coinvolga il tessuto pulsante della città».

Significa che andranno riviste alleanze e modalità di costruzione delle liste?

«Mi auguro che l’esperienza possa servirci per evitare gli errori già compiuti. L’idea di una compagine indistinta è da respingere. Le vicende politiche nazionali mettono sicuramente nell’angolo il Pd, ma costituiscono una potenziale opportunità di crescita, se sapremo mostrare coraggio e determinazione».

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