A Cassino, Torino e Grugliasco gli stabilimenti della Fca aumentano le ore di stop, generando un clima di forte preoccupazione intorno al futuro italiano del gruppo. L’incertezza sul ruolo delle fabbriche italiane in un prossimo futuro, spiega il sindacato, si lega ai numeri delle fatturazioni.

Jeep Cherokee e Compass, ii pick-up Ram e Alfa Romeo Stelvio, trascinano il Gruppo Fca sul mercato americano, dove quest’anno raccoglie un aumento del 15% rispetto allo stesso mese del 2017 e posizionandosi ad un +6% nei primi 9 mesi del 2018. Fca in America impone il calo alla Nissan (-12%), alla Ford (-11%) e alla Toyota (-10%). Solo Stelvio Alfa Romeo in particolare è cresciuto del 163% a settembre.

Alfa Romeo Stelvio

Al contrario, in Italia i numeri sono altri. Nel mese di settembre 2018 è stato registrato un calo del 40,33% rispetto allo stesso mese del 2017. Sono stati 28mila e 136 i veicoli immatricolati di Fiat Chrysler Automobiles. «È ora di aprire un confronto con le istituzioni, sia a livello regionale che nazionale. Il ministro dello Sviluppo Economico, Luigi di Maio, convochi un tavolo sull’automotive e sul futuro degli stabilimenti FCA nel nostro Paese», scrive Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, confermando la necessità di fare chiarezza sul futuro della Fiat Chrysler Automobiles in Italia.

Da giorni le organizzazioni in tutta Italia attendono un segnale, mentre interrogazioni sono state presentate in Parlamento del Partito Democratico. Fim, Uilm e Ugl a livello locale hanno puntato sul tavolo locale con i dirigenti di Pratola Serra, ma la questione appare ben al di là della sfera di influenza di un singolo stabilimento.

Industria Italiana Autobus

Per la provincia di Avellino si tratta di avviare una riflessione sul futuro dell’automotive irpino, già colpito duramente dall’addio della Irisbus e della Fiat ormai dieci anni fa.

Nelle prossime ore è atteso il tavolo al Ministero dello Sviluppo Economico proprio sulla Industria Italiana Autobus, che martedì riunirà il Consiglio d’Amministrazione per decidere le sorti dell’azienda, ormai priva di margini per proseguire la sua avventura industriale senza nuovi apporti in investimenti e ordinativi.

La settimana che si apre dovrà portare risposte su Fca e IIA in una provincia che dovrà stabilire su cosa puntare per rilanciare la propria tradizione industriale, iniziata proprio con Fiat e consolidata con Alfa Romeo-Alfasud e Iveco nell’ultimo mezzo secolo.

IIA (verso il fallimento) lunedì al Mise. Fiom: ora la svolta

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