Richetti: il Pd si estingue
senza un Congresso vero
(non come quello di Avellino…)

Nell'ex carcere borbonico confronto sulle prospettive del Mezzogiorno con la presenza del Direttore della Svimez, Luca Bianchi, dominato dalla polemica interna al Partito Democratico nazionale e locale. La sfida di Harrambee nella corsa alla segreteria

Richetti infiamma il dibattito nel Partito Democratico irpino, indicando il congresso avellinese come il modello da non seguire per salvare il Pd.

Intervenuto ad Avellino nel pomeriggio in un confronto sul Mezzogiorno con Luca Bianchi, direttore della Svimez, il leader della Associazione Harrambee, ha ribadito l’intenzione di candidarsi alla segreteria. Definendo ridicola e imbarazzante la discussione interna a proposito del cambio di nome o dello scioglimento del partito, Richetti ha invitato i dirigenti del Pd a ricordare che non sui nomi si recupera la credibilità, ma sulla validità delle idee e sulla visione da mettere in campo per portare il Paese fuori dal partito.

Di fronte ad una platea ricca di amministratori locali, dirigenti di partito e dello stesso segretario provinciale, Di Guglielmo, Richetti non ha esitato a puntare l’indice sulle modalità di celebrazione dell’assise irpina, adoperata come l’emblema di ciò che a livello nazionale non si dovrà fare se si vuole evitare l’estinzione. «Mai più congressi come quelli di Avellino», ha affermato, «con regole scritte mentre erano già in corso le procedure, cambiando pezzi di anagrafe degli iscritti a partita iniziata». Per Richetti il congresso vero «non si fonda sulle regole preconfezionate su misura o sulla collezione delle tessere, ma su un confronto leale, tra parti che concorrono per una prospettiva di crescita e miglioramento delle condizioni di vita, lavoro e sicurezza di una comunità e del Paese».

Il tweet di Richetti

Per Matteo Richetti, che non ha citato direttamente Renzi, non volere un congresso vero dopo un tonfo dal 41 al 17 per cento equivarrebbe fare concorrenza ai dinosauri nella corsa alla estinzione. Nella sostanza, ha spiegato ai cronisti radunati all’esterno della sala blu dell’ex carcere borbonico, il problema non è la candidatura di Matteo Renzi o di Nicola Zingaretti, ma la direzione da intraprendere, il progetto da realizzare, la credibilità di fronte all’opinione pubblica delle idee da candidare per portare fuori dalle secche in un prossimo futuro il Paese.

Matteo Richetti

Parole durissime, quelle pronunciate di fronte al segretario provinciale del Pd e ad altri dirigenti espressione del congresso recentemente celebrato in Irpinia, apprezzate dalla platea presente. Oltre all’ex deputato Luigi Famiglietti, tra i relatori della serata, erano presenti il senatore Enzo De Luca, Chiara Maffei, il sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, l’ex sindaco Paolo Foti, apparso particolarmente in forma e combattivo.

Nel dibattito, il Direttore della ‘Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno’ Luca Bianchi, che ad Avellino ha riproposto le stime sul PIL delle Regioni italiane nel 2017 e le previsioni Nord-Sud 2018 e 2019 sui principali indicatori economici, il punto vero del Paese resta ciò che sarà deciso sulla pelle delle nuove generazioni meridionali. La posizione di Bianchi, che ha contestato la logica del reddito di cittadinanza, lesiva del diritto alla cittadinanza vera dei giovani che vogliono concorrere con il lavoro al benessere della propria famiglia e del territorio, è basata sui numeri.«il numero di famiglie meridionali con tutti i componenti in cerca di occupazione è raddoppiato tra il 2010 e il 2018, da 362mila a 600mila», ha spiegato. La situazione di disagio sociale nel Meridione d’Italia è esplosiva, così come i segnali crescenti di una aspirazione ad una autonomia delle regioni Centrosettentrionali ripropone in termini drammatici il tema della secessione economica, se non politica e giuridica, tra due parti del Paese sempre più distanti nella qualità della vita, negli standard e nei servizi.

Di fronte a questa condizione allarmante di un Paese sempre più fragile in Europa, servono risposte immediate da parte della politica, delle istituzioni e del Parlamento.

Per Bianchi sarà possibile solo tra poche settimane valutare nel merito le politiche del Governo, chiamato alla prova della verità sulla legge di Stabilità. Fino ad oggi, ha osservato, le ricette vere non sono state ancora presentate, in luogo di annunci e dichiarazioni di intenti, ancora da valutare in atti concreti.

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