Comune di Avellino: Petitto conferma la volontà del Pd di mandare a casa Ciampi

L'ex presidente del consiglio ritiene ormai conclusa l'esperienza amministrativa targata Cinque Stelle, giudicandola assolutamente fallimentare. Il collega di gruppo, Ivo Capone, però appare più prudente: "E' il sindaco a dover prendere atto di non avere i numeri per governare".

Livio Petitto

Petitto conferma la volontà del Pd di mandare a casa Ciampi. «L’amministrazione comunale è ormai ferma da quattro mesi ed il sindaco Ciampi ha mostrato per intero la propria inadeguatezza. E’ tempo di prendere una decisione e liberare la città da questo spettacolo indegno». Il consigliere del Pd Livio Petitto non lascia margini al dubbio: il centrosinistra deve intervenire per porre fine allo stancheggio andato in scena a Piazza del Popolo, staccando la spina alla giunta grillina.

«Il sindaco – prosegue l’ex presidente dell’assemblea municipale – non ha ancora definito le linee programmatiche e le commissioni non si sono potute insediare. Si continua a gettare fango sugli avversari e sulle precedenti gestioni senza alcuna remora. Ogni regola democratica è stata calpestata e dobbiamo persino assistere alle inaccettabili sortite ed interferenze dei vertici del Movimento Cinque Stelle. La vicenda delle vele e le bugie di Ciampi sono l’emblema di questa amministrazione. Insomma, la misura è colma».

Tra le fila dei Democratici, dunque, si è aperto il confronto per decidere il da farsi: «Sabato incontreremo il segretario provinciale del partito e definiremo le modalità di intervento. Il passaggio successivo è costituito dalla seduta consiliare di lunedì. Sapremo finalmente chi effettivamente vuole sostenere Ciampi e cosa intenderà fare il sindaco. Dopodiché agiremo».

Due le ipotesi in campo: la mozione di sfiducia o le dimissioni in massa dal notaio. «Opterei per la prima ipotesi – precisa Petitto – perché dobbiamo spiegare ai cittadini le ragioni della nostra scelta. E’ necessario però capire anche quali saranno le prospettive per il futuro. Dobbiamo costruire un progetto credibile, che sappia cogliere le istanze della comunità».

Petitto non nasconde, comunque, una certa dose di amarezza: «Avremmo voluto dare il nostro contributo di idee e proposte anche dai banchi dell’opposizione, ma purtroppo non ci sono le condizioni per farlo. E’ necessario, dunque, far ripartire la città».

In questo scenario complicato, però, non mancherebbe un elemento positivo: «Nel gruppo e nel Pd sta emergendo una comune volontà di aprire un confronto sulle questioni concrete. La compagine si è ricompattata. Ciampi e i Cinque Stelle sono riusciti a determinare ciò che sembrava impossibile».

Ma dalla delegazione democratica di Palazzo di Città, arrivano anche segnali di altro tenore, sul futuro dell’amministrazione. Il consigliere Ivo Capone non sembrerebbe pienamente convinto della necessità o quantomeno dell’urgenza di una mozione di sfiducia: «Il dibattito sulle linee programmatiche servirà a fare chiarezza. Noi ci collochiamo nettamente all’opposizione. Non siamo disponibili a fughe in avanti. Spetterà al sindaco prendere atto di non avere i numeri per governare e fare le valutazioni del caso».

Non manca una replica stizzita agli altri esponenti dell’opposizione, a cominciare da Luca Cipriano di Mai Più+ (leggi l’articolo), che in queste ore stanno sollecitando una presa di posizione del Pd: «Non credo che chi ha contribuito a portare Ciampi sullo scranno più altro dell’ente, oggi possa dettarci la linea politica».

 

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