Mitrione: «Così cambieranno l’Irpinia
Alta velocità e treno turistico»

Dopo l’inaugurazione della linea ferroviaria Avellino Rocchetta Sant’Antonio, riqualificata a distanza di otto anni dalla sospensione decretata dal Governo regionale di Stefano Caldoro, il presidente dell’associazione In Loco Motivi lancia la sfida alla nuova classe dirigente irpina e avellinese sull’ammodernamento della mobilità, a partire dal ferro

Per i leader degli Inlocomotivi Pietro Mitrione “Alta velocità e treno turistico cambieranno l’Irpinia nei prossimi dieci anni.

Dopo l’inaugurazione della linea ferroviaria Avellino Rocchetta Sant’Antonio, riqualificata a distanza di otto anni dalla sospensione decretata dal Governo regionale di Stefano Caldoro, il presidente dell’associazione In Loco Motivi Pietro Mitrione lancia la sfida alla nuova classe dirigente irpina e avellinese sull’ammodernamento della mobilità. Le mappe di progettazione delle principali opere pubbliche provinciali sono ormai datate e meritano un aggiornamento, alla luce della definizione di nuove centralità abitative e l’avanzamento di poli economici. Dall’unificazione su strada ferrata del polo Landolfi- Moscati alla dotazione tecnologica dell’alta capacità da Avellino, e dalla centralità di Borgo Ferrovia alla navetta su binario da Avellino al Campus Universitario di Fisciano, la trama della mobilità si prepara a stravolgere il tessuto urbano dell’intera provincia e a ribaltare la geografia economica dei piccoli paesi.

Pietro Mitrione, con il completamento della riqualificazione della ferrovia turistica è possibile affermare che la mobilità su ferro ha definitivamente recuperato il gap infrastrutturale? La provincia di Avellino può ribaltare le prospettive della Campania interna, aprendosi all’Europa?

“Sì, perché le novità non riguardano soltanto il recupero dell’intera tratta turistica, ma anche la stazione di Avellino. Il 24 maggio è stato siglato un protocollo d’intesa fra il Comune e Rfi con cui Ferrovie cede in comodato d’uso gratuito al Comune e al quartiere Borgo Ferrovia, la parte storica della stazione. Lo stesso presidente della Fondazione Ferrovie dello Stato Luigi Cantamessa vorrebbe che una parte della stazione di Avellino fosse dedicata alla parte turistica, valorizzando le pre-esistenze archeologiche infrastrutturali. Senza contare che in questo modo si avrebbe un prolungamento della ristrutturazione di fondo Valle”.

La nuova strada Bonatti può far diventare finalmente centrale la stazione ferroviaria di Avellino. L’intesa con Rfi consente di riorganizzare quartiere e servizi

La stazione ferroviaria di Avellino

A pochi metri dalla stazione ferroviaria di Borgo Ferrovia c’è un altro cantiere ormai chiuso, quello della tangenziale interna orientale, la strada ex Bonatti. Può aiutare la causa di un terminal che cerca l’integrazione con il centro urbano del capoluogo?

“La strada ex Bonatti, via don Giovanni Festa, dista 200 metri dalla stazione e funge da apripista ad una nuova centralità del quartiere Borgo Ferrovia, che non potrà più essere considerato periferia cittadina, ma snodo di collegamento fra la città ospedaliera e l’attuale centro città tramite la metropolitana leggera”.


 ARCHIVIO  RFI, FERRARO: IL TERMINAL AVELLINESE HUB INNOVATIVO AL SUD

 DOSSIER  LA FUNICOLARE PER COLLEGARE ATENEO SALERNITANO E STUDENTI

 IL PROGETTO REALIZZATO  SINDACI UNITI PER IL TRENO DEL TURISMO


Modestino Ferraro, dirigente Rete Ferroviaria Italiana e responsabile della Struttura Organizzativa Ingegneria della Direzione Territoriale Produzione di Napoli

La metropolitana leggera però, al momento è l’unica opera ipotizzata ma non progettata concretamente.

“Bisogna avere la capacità di traguardare il futuro: Avellino nei prossimi 15 anni entrerà in un circuito infrastrutturale nazionale e internazionale. L’Irpinia non può farsi trovare impreparata e continuare ad attendere il completamento di opere progettate più di 30 anni fa. Oggi inoltre, il mondo corre molto più velocemente di allora”.

L’infrastrutturazione su ferro intanto, procede speditamente.

“Ad oggi sono al vaglio della struttura, i progetti sulla sottostazione collegata alla elettrificazione della tratta Benevento-Avellino-Salerno. Entro la fine di maggio arriveranno i binari sulla tratta che insiste nel beneventano, quindi la strumentazione tecnica è già a buon punto e consentirà- per la sua dotazione tecnologica- di predisporre treni ad alta capacità anche da Avellino, rivoluzionando l’intera mobilità della provincia. Ci sono tanti progetti in cantiere, ma saranno tutti oggetto di attenta valutazione della prossima classe dirigente che avrà le chiavi della città”.

Gli investimenti della Regione sulla elettrificazione consentono di realizzare la metropolitana al servizio del grande polo ospedaliero di Avellino e Solofra e dell’Università delle Zone Interne a Fisciano

Qual è la priorità da sottoporre al prossimo esecutivo di governo di Piazza del Popolo?

“Con l’unificazione degli ospedali di Solofra e Avellino, che definiranno il polo unico del Moscati, sarà necessario unificare le strutture soprattutto dal punto di vista della mobilità, con la previsione di una metropolitana a cielo aperto”.

La sede dell’Azienda Ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino

È stata già individuata una traiettoria su ferro?

“L’ospedale di Solofra dista esattamente 50 metri dalla ferrovia- così come documentato da planimetria- e basta inserire una fermata “ospedale Landolfi”, che potrebbe mettere in collegamento i due plessi con una linea a vocazione regionale. Questa ipotesi progettuale consentirà di offrire un servizio ad una vasta utenza, incrementando gli spostamenti con una spinta determinante per l’economia”.

La vera rivoluzione potrà dirsi compiuta con il completamento dell’alta capacità e dalla stazione Hirpinia.

“L’alta capacità stravolgerà i ruoli dei territori attraversati e sancirà un nuovo equilibrio politico, sociale ed economico. Ma i territori devono avviare la progettazione senza perdere altro tempo, per evitare di farsi trovare impreparati e cogliere le occasioni di crescita e sviluppo”.

La linea di Alta Capacità in costruzione tra Napoli e Bari nell’udita può rappresentare un’occasione, ma occorre convogliare gli investimenti giusti in quel quadrante per sfruttare i benefici…

Un treno Frecciarossa, simboli dell’alta velocità ferroviaria

La metropolitana leggera su gomma è una ipotesi progettuale già avanzata in passato?

“Investire sulla progettazione della metro leggera significherebbe investire sul futuro e avere la capacità di traguardare il tessuto urbano fra 30 anni. Investire su un’opera del genere significherebbe inoltre sul coraggio di prevedere ‘un percorso protetto’, altrimenti sarebbe soltanto un autobus promiscuo al traffico privato. La linea avrebbe senso solo se fosse una corsia protetta, deputata a velocizzare il traffico interno, con un parallelo investimento sulle bretelle esterne alla cintura cittadina”.

Oltre alla tratta a scopo turistico, che lambisce il tracciato dei fiumi, il percorso dei castelli e dei vini pregiati, è stata recuperata la funicolare di Montevergine per incrementare il flusso turistico. È possibile tracciare un bilancio?

“Attualmente il funzionamento della funicolare si interrompe con l’imbrunire: a seguito di un furto dei fili della corrente che si è verificato qualche settimana fa, il mezzo viene fatto transitare solo nell’orario solare. Il direttore della stazione – individuato come il responsabile del servizio – non ha provveduto a sostituire i fili, e la funicolare non ha vie di fuga ed è costretta a interrompersi al tramonto”.

Il referente di Fondazione Fs Cantamessa, quello dell’associazione Inlocomotivi Mitrione e l’allora deputato Luigi Famiglietti a Lacedonia, in occasione della prima corsa dimostrativa del treno altarino tra Lioni e Rocchetta Sant’Antonio nell’estate 2016

Fra le grandi incompiute- segnalata peraltro dal Governo centrale – c’è l’autostazione.

“Circa 30 anni fa l’autostazione è stata prevista nel centro città, e occupa uno spazio immenso a ridosso della Questura. L’opera ancora oggi è un cantiere a cielo aperto, e spesso – soprattutto in campagna elettorale – diventa terreno di scontro o di progettazione, a seconda delle prospettive. A mio parere, il sito che occupa oggi non è più adatto alle esigenze della città; senza contare che i costi di gestione di un’autostazione sono alti e sarebbe necessario affiancare un centro commerciale tale da sostenere il flusso pomeridiano. Ci sono stati errori tecnici di costruzione, e ora è difficile immaginare la sosta dei pullman”.

Ripensare il sito dell’autostazione non sarebbe sbagliato, viste le difficoltà che il gestore del servizio di trasporto pubblico continua ad avere per attivarla

L’autostazione dell’Air nel cuore della futura città direzionale, a ridosso del parco urbano di via Colombo ad Avellino

Il problema della mobilità nella città capoluogo dovrà occupare il primo posto dell’agenda amministrativa, soprattutto per decongestionare il traffico automobilistico e abbattere le polveri sottili che limitano fortemente la vivibilità della città.

“Intanto possiamo affermare che i provvedimenti di sospensione della mobilità per 30 giorni si è rivelato un fallimento, in quanto le cause dell’innalzamento dei valori sono addebitabili anche ai camini e ai termosifoni, oltre che ai gas di scarico. La mobilità va ripensata, ma è anche necessario applicare sanzioni penali- come prevede la legge- in modo da contrastare seriamente il fenomeno”.

L’innalzamento dei livelli di inquinamento determinato dalle polveri sottili resta un problema della sola città di Avellino. Perché la fascia dei comuni contigui viene esclusa dai provvedimenti?

“La conurbazione di Atripalda e Mercogliano non prevede limiti, né restrizioni, ma non possiamo affermare non siano direttamente coinvolti dal fenomeno. Le centraline però sono state disposte soltanto ad Avellino, e con provvedimenti non consoni per evitare di suscitare l’ira dei commercianti. La verità è che se vogliamo proporre dei miglioramenti è necessario iniziare a dire dei ‘no’, ma soprattutto è necessaria una piena e fattiva collaborazione di tutti i comuni, che non possono scaricare problemi e responsabilità soltanto ad Avellino”.

L’inquinamento atmosferico è una questione che non può riguardare il solo Capoluogo. Si illude chi crede che bloccare la città salverà l’hinterland. Serve un piano per l’intera area urbana intorno ad Avellino

Nell’elenco delle incompiute insiste anche il tunnel di Piazza Libertà. Alla luce dei ritardi sulla consegna dei lavori, in che misura quest’opera oggi si considera funzionale alla mobilità cittadina?

“Il tunnel avrebbe avuto senso se fosse stato incanalato l’altro lato della città: oggi si rivela un sottopasso, non un tunnel e non risulta funzionale al decongestionamento del traffico. In città non si dovrebbe arrivare con le auto, a dovrebbe essere destinata una estensione della bretella. Questi dovrebbe essere i presupposti per l’apertura ad un’area vasta: la vivibilità si alimenta con un allungamento della Zona a Traffico Limitato”.

L’ingresso al Sottopasso di piazza Garibaldi, al momento ancora cantiere

L’area vasta di Avellino consente una pianificazione e la realizzazione di importanti opere infrastrutturali, strategiche alla ridefinizione del tessuto urbano e conurbano.

“I fondi ci sono, ma restano impantanati nelle maglie della burocrazia e a causa del timore dei dirigenti comunali. In sintesi possiamo affermare che fra la politica e l’attuazione di progetti c’è un vero e proprio scollamento. Ragionare di mobilità oggi significa essere celeri e sapersi confrontare con gli altri per trarre il meglio e traguardare il futuro”.

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