Caro Bossi, «se i meridionali vanno aiutati a casa loro…»

Non sa che è stato il Sud Italia a contribuire al progresso dell'Italia del Nord? Avanza sempre più il "nordismo divisionistico" sostenuto dal rispolverato motto "celudurista"

Caro Bossi, «se i meridionali vanno aiutati a casa loro…» probabilmente l’ex leader della Lega Umberto Bossi non ricorda che il Nord Italia si è evoluto grazie all’aiuto dei meridionali, i quali hanno pagato lo scotto di tale scelta rimanendo ai margini della vita socio-economica della nazione italiana, poveri e discriminati. Bossi sostiene che i meridionali, esattamente come gli africani, devono essere aiutati “a casa loro”, altrimenti  invadono il Nord Italia.

Giancarlo Giorgetti accanto ad Umberto Bossi (repertorio)

Si tratta di un’ ennesima provocazione, discriminatoria e razzista, che, a quanto pare, è veicolata dalla maggior parte dei mass media, che vogliono il predominio dei partiti di destra. Matteo Salvini, dal canto suo, sostiene che in Italia c’è bisogno di rigore e disciplina.
Così  avviene che gli  africani e gli italiani del Sud Italia,  definiti ” terroni”,  siano posti  sullo stesso piano, in  barba al  nazionalismo di cui tanto si parla, che sarebbe meglio definire “nordismo” puro.  Anche Bossi, il “celodurista”, ritorna sulla scena a profferire le sue assurde opinioni, dopo anni di silenzio. Il Sud deve rispondere a tali provocazioni: deve farlo subito con forza e determinazione, con il coraggio delle idee che non mancano certo ad un popolo che, a differenza di come viene dipinto da alcuni leghisti fanatici, ha dato i natali ad illustri personaggi della letteratura, del cinema, della scienza, nonché ad alcuni politici illuminati e a filosofi di notevole spicco.  Studiate la storia, cari leghisti, se volete governare il Paese e deponete le armi dell’odio e del razzismo. Finitela di agitare gli animi e di alimentare il divisionismo. Il Sud Italia non ha bisogno di voi perché può farcela da solo. Se il popolo meridionale vi voterà è certo che ratificherà ancora la propria disfatta, se, invece, finalmente vuole reagire deve dar vita ad un movimento di giovani, sorretti da idee e progetti che modifichino il modo di fare politica perché viva l’equità e la giustizia sociale.

di Biagio Maimone


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