Ferrero in Irpinia prolunga i contratti stagionali. A dicembre nuove assunzioni

In controtendenza con la crisi del settore delle nocciole, la multinazionale dolciaria italiana presente a Sant'Angelo dei Lombardi prepara la stabilizzazione di forze lavoro attualmente con contratti a termine

La Ferrero di Sant'Angelo dei Lombardi, nell'area industriale di Porrara

Ferrero in Irpinia prolunga i contratti stagionali. Entro dicembre nuovi posti di lavoro. Il 23  agosto la Ferrero Spa ha sottoscritto un accordo per la linea “Kinder Bueno” presso lo stabilimento di Sant’Angelo dei Lombardi. Questo comporterà una proroga contrattuale di 7 settimane ai lavoratori stagionali semistorici, e entro la fine dell’anno, l’azienda provvederà ad eventuali stabilizzazioni. La notizia ha avuto enfasi sul territorio, in un momento di crisi economica e politica come quello attuale. Si conferma il buon momento della Ferrero, che sta perseguendo ormai da anni una politica di sviluppo industriale maggiormente collegata al territorio nazionale, mentre nel mondo la competizione sulla nocciola mette in discussione le quote di mercato italiane nelle esportazioni. In questo senso, alcuni importanti programmi avviati da questo gruppo per un aumento delle materie prime irpine e italiane si accosta a impegni importanti anche sul piano occupazionale. Ora c’è attesa per conoscere le strategie aziendali a partire dal 2020, in particolare nel settore della trasformazione dei frutti in guscio, una antica vocazione naturale della provincia di Avellino dal Mandamento alla Valle del Calore. Il dinamismo della Ferrero in questa fase rappresenta certamente uno stimolo per tutto il settore in Irpinia e in Campania, alle prese con una crisi molto dura di fiducia. Come già accaduto per altri segmenti agricoli, dal vino ai prodotti lattiero caseari, all’industria alimentare, la parola d’ordine che viene rilanciata da più parti è “cartello”. La nocciola della provincia di Avellino ha bisogno di unire i suoi produttori, promuovendo una politica della qualità, della quantità, e quindi dei prezzi, che con una adeguata strategia di marketing (con un termine oggi in voga di brandizzazione) consenta di valorizzare la risorsa a cui l’intero territorio deve gran parte della propria identità storica, economica e sociale.


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