
Sono gli stabilimenti ex Bredamenarinibus di Bologna ed ex Irisbus di Flumeri i protagonisti attesi al tavolo del Mise convocato oggi per definire il riassetto della IIA.
E’ stato convocato al Ministero dello Sviluppo Economico, il 27 febbraio alle ore 14, il tavolo su Industria Italiana Autobus, a cui parteciperanno le delegazioni delle Regioni Campania e Emilia Romagna, il Ministero del Lavoro, l’Azienda, Invitalia e le rappresentanze sindacali. L’inizio dei lavori è fissato per le ore 14.

CAPITALIZZATA L’AZIENDA, MA MANCA IL SOCIO OPERATIVO. A fine gennaio l’assemblea dei soci, cioè Karsan, Invitalia e Leonardo, ha azzerato le perdite, aprendo la strada ad un rilancio dell’azienda con l’ingresso di un altro socio, destinato a investire per acquisire il 29,95 per cento delle quote, quelle ancora non sottoscritte. «Il 29 gennaio scorso l’assemblea straordinaria di Industria italiana autobus ha pareggiato le perdite e ha deliberato l’aumento di capitale di 30 milioni di euro, già sottoscritto per complessivi 21 milioni di euro da Leonardo», ha spiegato alla Camera il Ministro dello Sviluppo Economico, dopo la assemblea del 29 gennaio servita a chiudere la partita sulle esposizioni. «L’aumento di capitale è stato in parte riservato ad un nuovo socio industriale che dovrà sottoscrivere la propria quota entro i prossimi sei mesi», si affermò allora. Il primo mese è già passato. «Quindi, Industria italiana autobus potrà ora implementare il nuovo piano industriale di recente elaborato e condiviso dagli attuali soci che differentemente da quanto riferiscono gli interpellanti è così costituito: il 50 per cento è una partecipazione statale, di cui il 20 per cento Leonardo-Finmeccanica e il 29,95 per cento di Invitalia, il 20 per cento è di Karsan e il 29,95 per cento del nuovo socio industriale». Luigi Di Maio, rispondendo ad una interpellanza urgente del gruppo Pd alla Camera spiegò che «lo Stato ha acquisito più del 50 per cento delle quote per accompagnare la IIA nel suo rilancio», rimarcando che, non essendo fallita ed avendo favorito l’impegno dello Stato nella azienda, «le due promesse che avevamo fatto ai lavoratori sono state mantenute; ora, andiamo avanti per far sviluppare l’azienda con l’obiettivo di far tornare a fabbricare gli autobus in Italia». A Roma presso il Ministero i sindacati attendono di leggere le carte.

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