Raffaele Cantone, magistrato, presiede l'Autorità nazionale anticorruzione

Il Commissario prefettizio del Comune di Avellino prosegue il suo ridisegno organizzativo dell’ente in chiave anticorruzione e antimafia nel settore degli appalti, delle gare e dei contratti. Sta riorganizzando uffici, procedure e controlli, dopo aver disposto che gli Uffici compiano azioni conoscitive preventive antimafia sulla stessa materia. Se il 31 dicembre scorso aveva reso esecutiva una disposizione che accentua accertamenti preventivi antimafia in materia di contratti e appalti, ora con l’aggiornamento del Piano Triennale Anticorruzione il Commissario Prefettizio del Comune di Avellino dà il via alla ristrutturazione. Avellino recepisce le indicazioni del nuovo Piano Nazionale Anticorruzione dell’Anac di Raffaele Cantone in tempi strettissimi, a meno di due mesi dalla approvazione.

Il Prefetto Giuseppe Priolo, commissario prefettizio del Comune di Avellino

IL PROVVEDIMENTO. Il 10 gennaio scorso ha approvato lo schema del “Piano per la Prevenzione della Corruzione relativo al triennio 2019-2021”, che recepisce ed attua per quanto di competenza le indicazioni contenute nel Piano Nazionale Anticorruzione deliberato dall’Autorità Nazionale (Anac) lo scorso 21 novembre. Proposto dal Responsabile Anticorruzione Vincenzo Lista e dal Dirigente alle Finanze Gianluigi Marotta, tra le novità il Piano prevede: l’attivazione di una «Unità operativa preposta alla cura di tutte le fasi dell’attività contrattuale per appalti di lavori, servizi e forniture», con funzione di «supporto al RUP (responsabile unico del procedimento) laddove richiesto dal dirigente di Settore per le procedure di gara»; la costituzione «di un ufficio a supporto del Responsabile anticorruzione composto da diverse figure professionali, preposta alla cura di tutte le attività relative all’anticorruzione e alla trasparenza».

In sostanza, dopo aver chiesto agli Uffici un ruolo attivo nell’accertamento della idoneità di chi si propone di ottenere un appalto o un contratto dal Comune di Avellino, ora con il Piano Anticorruzione introduce una unità operativa ed un ufficio dedicato come strumenti efficaci e interdisciplinari per poter contrastare efficacemente la corruzione e impedire le infiltrazioni criminali o, semplicemente, abusi.

Il palazzo degli uffici in piazza del Popolo, sede della amministrazione comunale di Avellino

UN ATTO DOVUTO. Le misure rese operative dal Commissario prefettizio rappresentano un momento di novità nella organizzazione del complesso settore delle gare, dei contratti e  degli appalti, ma non travalicano le sue funzioni supplenti, in attesa che le elezioni comunali restituiscano organi democraticamente eletti. L’operato del Commissario rientra pienamente in un iter avviato sul piano formale. Il Piano anticorruzione, elaborato dal Responsabile Anticorruzione e Trasparenza Vincenzo Lissa, doveva essere adottato. Così come la disposizione antimafia del 31 dicembre rappresenta un monito ad applicare un combinato disposto di norme esistenti. Nella sostanza, però, il Commissario prefettizio accelera il recepimento delle indicazioni formulate dall’Anac meno di due mesi fa, proponendosi evidentemente di realizzare la riorganizzazione di questo delicatissimo settore entro il termine del suo mandato.

LE PRIORITÀ STRATEGICHE PER PREVENIRE LA CORRUZIONE. Il Piano 2019-21 dispone: l’attivazione di un’unità operativa composta da avvocati, tecnici, operatori informatici e amministrativi per la cura di tutte le fasi dell’attività contrattuale per appalti di lavori, servizi e forniture; la costituzione di un ufficio a supporto del Responsabile anticorruzione, composto da diverse figure professionali per la cura di tutte le attività relative all’anticorruzione e alla trasparenza; il riassetto dei servizi nei diversi settori in queste materie. Inoltre stabilisce: l’attuazione di «procedure selettive interne per la nomina dei titolari di posizioni organizzative, alta professionalità, direzioni di servizi, anche nell’ottica di favorirne la rotazione ai fini della formazione di professionalità trasversali nelle varie aree operative». Tra gli altri punti: la diffusione e l’approfondimento più ampio del Piano all’interno dell’organizzazione comunale. Ai responsabili del procedimento vengono forniti indirizzi precisi cui attenersi. Dovranno: incrementare l’utilizzo degli acquisti a mezzo Consip/ Mepa, motivandone puntualmente il mancato ricorso nei casi previsti dalla legge; assicurare il confronto concorrenziale, definendo requisiti di partecipazione alle gare e di valutazione delle offerte chiari ed adeguati; prevedere gli affidamenti diretti solo nei casi ammessi dalla legge; verificare la congruità dei prezzi di acquisto di beni e servizi effettuati al di fuori del mercato elettronico della Pubblica Amministrazione; verificare la congruità dei prezzi di acquisto, di cessione dei beni immobili o costituzione/cessione diritti reali minori; quando il contratto è affidato con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa definire puntualmente, nel bando/lettera invito, i criteri di valutazione e la loro ponderazione. Si sottolinea che «è necessario che ogni Dirigente di Settore provveda negli atti di propria competenza ad effettuare le verifiche necessarie (disciplinate dall’art. 6 bis legge 241/90 e art. 6 D.P.R. 62/2013, al fine di prevenire situazioni di conflitto di interesse).

«SUPERARE LE CRITICITÀ RILEVATE NELL’ANNO 2018». Il nuovo Piano rappresenta un passo avanti già previsto nel precedente, programmato per «l’aggiornamento del Piano sulle più recenti indicazioni dell’Anac, soprattutto per quanto attiene alla più opportuna riconsiderazione delle aree generali maggiormente soggette al rischio di corruzione», si legge nello strumento approvato. In realtà, il nuovo Piano si propone di superare le criticità nel sistema riscontrate dal precedente, con inviti operativi specifici agli Uffici. Per esempio, si richiede «particolare attenzione al rispetto del principio di rotazione degli inviti e degli affidamenti». In questo caso, «si raccomanda di esplicitare in ciascuna determinazione di affidamento diretto e/o di avvio di procedura negoziata le modalità attraverso le quali viene assicurato il rispetto di tale principio, tenendo conto che non è possibile affidare alla scadenza un nuovo affidamento all’operatore che è risultato affidatario diretto del contratto (cfr. determinazione n. 1601/2017), mentre è possibile –motivandone le ragioni- provvedere ad invitarlo a partecipare ad una nuova procedura negoziata».

TEMPI CELERI AD AVELLINO, NEL MEZZOGIORNO SONO LUNGHI. La corruzione e le infiltrazioni mafiose negli appalti sono al centro dello sforzo nazionale e dominano in questa fase il dibattito politico. Giovedì scorso il presidente dell Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato per la promulgazione del disegno di legge anticorruzione approvato in via definitiva dal Parlamento, che punta a scardinare il rapporto stretto tra corruttore e corrotto. La norma arriva a poche settimane dal nuovo Piano anticorruzione dell’Anac e segue la ricerca dell’Università della Campania Vanvitelli, che rileva la scarsa adesione di enti e società nelle regioni meridionali rispetto ai piani anticorruzione. Avellino è tra i primi ad aver disposto il recepimento delle nuove linee guida. Ora si attende la realizzazione dei punti qualificanti.


LEGGI ANCHE:

Comune di Avellino, disposizione commissariale antimafia agli Uffici. Giro di vite su contratti e appalti

ARTICOLI CORRELATI