Giuseppe Priolo

Ad Avellino il Commissario prefettizio ha stabilito un giro di vite sulle procedure di appalto e forniture al Comune di Avellino, imponendo rigorosi meccanismi di verifica antimafia preventiva.

Con una disposizione del 31 dicembre scorso, appena divenuta esecutiva, il Giuseppe Priolo sollecita gli Uffici ad attuare tutti i controlli antimafia possibili in materia di contratti e appalti prima di concludere l’iter procedurale con l’ aggiudicazione. In sostanza chiede agli Uffici un ruolo attivo nell’ accertamento della idoneità di chi si propone di ottenere un appalto o un contratto dal Comune di Avellino.

La disposizione intende stabilire un metodo nuovo nel garantire i presupposti costituzionali e normativi della trasparenza in chiave di contrasto alla infiltrazione mafiosa, malavitosa e criminale.

Palazzo di Città e la Torre dell’Orologio, simbolo di Avellino

IL PROVVEDIMENTO. Il commissario prefettizio chiede la piena attuazione del Codice degli appalti sia nella elaborazione dei bandi,  degli inviti a fornire preventivi, che nella preventiva acquisizione della documentazione idonea a dimostrare la “sussistenza dei requisiti di ordine generale, morale, di capacità tecnico-professionale ed economico-finanziaria”, prima “di stipulare, approvare o autorizzare i contratti e i subcontratti relativi ai lavori, servizi e forniture pubblici”, cioè prima di rilasciare o consentire i provvedimenti.

Si tratta di una sollecitazione che non ha precedenti ad Avellino, dove non si ricordano casi accertati di infiltrazione di questo tipo,  nè alcun amministratore o dirigente ha finora adombrato rischi concreti in tal senso. La richiesta di massima attenzione nella vigilanza antimafia.

“Che tutti i dirigenti,  i funzionari e i responsabili di procedimento amministrativo, all’atto di affidamento dei lavori, servizi e forniture e/o di instaurazione di un rapporto di natura contrattuale o convenzionale, indipendentemente dalla procedura di affidamento adottata e dalle soglie previste dal Codice degli appalti pubblici, adottino in via preventiva, oltre che successiva, tutti i controlli necessari alla verifica della sussistenza dei requisiti di ordine generale, di ordine morale e di capacità tecnico-professionale ed economico finanziaria previsti dalla vigente normativa che disciplina i contratti pubblici e l’affidamento dei beni e servizi”, si legge nel dispositivo firmato dal Commissario che,  come è noto,  ha esercitato le funzioni suppletive in diversi Comuni le cui amministrazioni erano state sciolte per mafia.


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A dirigenti e funzionari Priolo impone una forte assunzione delle proprie responsabilità,,  “conformemente alla richiamata normativa antimafia”, disponendo che dovranno altresì acquisire formalmente le informazioni e idonea documentazione informativa prima di stipulare, approvare o autorizzare i relativi provvedimenti amministrativi”,  si legge ancora. Priolo richiama alla responsabilità interna all’ ente,  coinvolgendo tutti: “La presente disposizione viene trasmessa al Segretario Generale e a tutti i Dirigenti comunali per le attività di controllo sull’osservanza da parte del personale loro assegnato delle sopra estese direttive”.

Il Palazzo di Governo al corso Vittorio Emanuele II ad Avellino

I COMPITI E I DOVERI DEGLI UFFICI. La funzione di controllo degli Uffici dovrà essere preventiva e successiva, rimarca nella disposizione firmata. Citando espressamente il Codice dei contratti pubblici, nonchè “i princìpi di rilevanza comunitaria e i più recenti orientamenti giurisprudenziali”,  Priolo ricorda i doveri stabiliti per la pubblica amministrazione a livello pratico. Si pongono il “semplificazione delle procedure amministrative con la necessità di assicurare la piena attuazione dei princìpi costituzionali di legalità,  imparzialità e trasparenza”. I doveri richiamati nel provvedimento sono testualmente “i dovuti controlli preventivi e successivi” e “le misure previste dalla legge in grado di prevenire fenomeni corruttivi e clientelari”.

Nella conclusione delle disposizioni, citando la legge 13 agosto 2010 n.136, esplicitamente incarica gli Uffici di predisporre meccanismi stringenti di controllo e tracciabilità dei flussi finanziari con l’ obiettivo di “intercettare i fenomeni di intrusione criminale nella contrattualistica pubblica e di rendere trasparenti le operazioni finanziarie relative all’ utilizzo del corrispettivo dei contratti pubblici, in modo da consentire un controllo a posteriori sui flussi finanziari da e verso le amministrazioni pubbliche.

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Con riferimento alla Direttiva comunitaria n. 24/2014, ma anche al cosiddetto codice antimafia, pertanto, la verifica dei requisiti di partecipazione alle procedure di appalto “deve essere eseguita prima ancora che venga formalizzato il provvedimento di aggiudicazione”.

Nella disposizione richiama,  elencandoli,  tutti i riferimenti normativi ai quali dovranno attenersi gli Uffici prima di svolgere l’iter procedurale, in sostanza predisponendosi nel proprio ruolo di verifica dell’ operato della struttura comunale.

Con questo atto il Commissario prefettizio ha caratterizzato il ruolo che intende svolgere nei sei mesi in cui svolgerà le funzioni suppletive degli organi amministrativi, dopo lo scioglimento del consiglio comunale. La riorganizzazione e il riassetto dei meccanismi di trasparenza del Comune prima del prossimo voto di primavera, quando i nuovi eletti dovranno poi iniziare su basi solide il cammino nella nuova consiliatura.


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