Pd, Ambrosone: passo indietro del segretario per fase nuova in Irpinia

L'ex capogruppo dei Democratici lancia l’allarme sulle fughe in avanti che si registrano nel partito cittadino, specchio delle divisioni interne che permangono a via Tagliamento. E al Comune di Avellino, no alle scorciatoie civiche

Enza Ambrosone

Enza Ambrosone, ex capogruppo del Pd a Piazza del Popolo, lancia l’allarme sulle fughe in avanti che si registrano tra le fila dei democratici nel capoluogo, specchio delle permanenti divisioni interne al partito provinciale, che rischiano di condizionare ed indebolire il percorso verso le elezioni comunali di Avellino.

Cosa si muove nel Pd per le prossime amministrative in città?

«Vedo una condizione di stasi pericolosa, se non addirittura di involuzione. Mi sembra che manchi la volontà di lavorare ad un progetto credibile e riconoscibile. Nella città capoluogo il Pd non può che presentarsi con la lista di partito. C’è però da parte di qualcuno la tentazione di imboccare scorciatoie civiche e di scaricarsi delle proprie responsabilità».

La sede del Coordinamento provinciale PD ad Avellino, in via Tagliamento

Qual è la sua proposta?

«La politica deve dare risposte, soprattutto in un momento in cui nell’intero Paese e sul piano locale si avvertono grandi difficoltà ed incertezze. Immagino quindi un progetto che sia capace di disegnare il futuro di Avellino, coinvolgendo molteplici energie, ma non rinunciando, come Pd, ad esercitare il ruolo di guida del processo».

Sul quadro delle alleanze si fanno avanti diverse ipotesi. Lei che ne pensa?

«Il perimetro deve essere chiaro e demarcato. La nostra esperienza non può che collocarsi nel centrosinistra, con una matrice nettamente riformista».

Quali dovrebbero essere le parole d’ordine caratterizzanti?

«Abbiamo assistito ad un abuso di slogan ed etichette inutili, che non trovavano riscontro nella realtà. E’ tempo, dunque, di dare spazio alle soluzioni ai problemi. Riempire di contenuti il dibattito politico ed amministrativo, assumendo come riferimenti la concretezza e la responsabilità. Dopo un passato prossimo incentrato sulla superficialità, servono segnali di discontinuità. L’obiettivo è definire un programma incentrato sui bisogni e sulle istanze della comunità e lavorare seriamente per attuarlo».

Palazzo De Peruta, sede del Comune di Avellino fino all’inizio del 1995

Con quali priorità operative?

«Più che fare una scaletta delle urgenze, sottolineerei lo spirito con il quale è necessario affrontare questo impegno, iniziando con il fare ammenda degli errori commessi. Occorre ritrovare una sintonia con i sentimenti dei cittadini ed una identificazione tra la proposta e la comunità. Per fare ciò, servono energie nuove».

In che modo andrebbe scelto il candidato sindaco?

«Sul metodo si può discutere. Ma certamente non bisognerà decidere all’ultimo momento, non è accettabile che il nome venga calato dall’alto, né è pensabile tenere tutti dentro. Da una condizione di difficoltà si esce con scelte coraggiose».

Non crede che l’assenza di una struttura cittadina del partito sia una complicazione in più che, dopo così tanti anni, andrebbe risolta?

«Direi proprio di sì. Oggi nel Pd non c’è un luogo in cui si discuta della città. E’ un segnale evidente della difficoltà in cui si trova il partito. Non è una questione di ruoli, ma di spazi di confronto e di partecipazione».

Il segretario irpino del Pd, Giuseppe Di Guglielmo

Il conflitto tra alcune componenti, a cominciare da quella a cui fa riferimento lei (l’area De Caro), e la segreteria provinciale è ancora aperto. Come è possibile superarlo?

«La segreteria è figlia di una frattura interna. Sarebbe consigliabile un gesto forte da parte del segretario Di Guglielmo. Lo considero un atto dovuto e di distensione».

Nel Pd, intanto, si è avviato il percorso per il congresso nazionale. Con quale mozione ha deciso di schierarsi?

«Sosterrò la candidatura di Maurizio Martina, quella nella quale maggiormente mi riconosco. Spero però che quest’appuntamento serva ad avviare un processo virtuoso, che alimenti nuovi entusiasmi. Basta con gli scontri muscolari».


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