Clelia Gambino: sul tesseramento il Pd irpino rischia di andare a sbattere

«AVELLINO NON DIVENTI UN NUOVO CASO CASERTA». Ultimo appello dalla dimissionaria componente della commissione congressuale, tra firmatari del ricorso presentato dall'ex assessore comunale ad Avellino Teresa Mele

La sala stampa del Pd nella sede del coordinamento nazionale al Largo del Nazareno, Roma

«Se non annullerà questo tesseramento ripetutamente contestato e impugnato nelle sedi regionale e nazionale, il Pd irpino rischia di andare a a sbattere», avverte Clelia Gambino, Dimissionaria componente della assemblea provinciale e membro della commissione per il congresso, Clelia Gambino è tra i firmatari del ricorso presentato dall’ex assessore comunale di Avellino Teresa Mele, insieme a Massimo Carpentiero, Francesco Russo, Ida Grella, Raffaele Iorizzo e Francesco Capuano. Portano avanti una iniziativa che sta trovando appoggio sul territorio anche da rappresentanze di circolo. «Confidiamo nel senso di ragionevolezza, in una assunzione di responsabilità e, pertanto, auspichiamo l’annullamento immediato del tesseramento, prima che la questione torni ancora una volta davanti alla magistratura ordinaria, ritenendo – come riteniamo possibile – tentare di scongiurare questo triste epilogo», spiega Clelia Gambino. «Come Democratici della prima ora in un partito di cui rivendichiamo l’appartenenza sul piano culturale prima ancora che politico, non smettiamo di batterici per l’unità del Pd in provincia di Avellino, ma non possiamo chiudere gli occhi», argomenta. «Anche le ragioni dell’unità vengono meno quando si ignorano le regole della convivenza dettate dallo statuto: ci rifiutiamo di accettare supinamente una gestione padronale del partito». Per Clelia Gambino, dunque, è tempo «di riprenderci l’orgoglio della militanza all’interno di una forza politica che deve finalmente riaffermarsi agli occhi dei cittadini come autenticamente democratica, in continuità con le grandi tradizioni politiche repubblicane da cui il nostro partito trae ancora, fino a prova contraria, legittimazione».

«AVELLINO NON DIVENTI UN NUOVO CASO CASERTA». Per Clelia Gambino il Partito Democratico deve sciogliere ad Avellino un nodo delicatissimo, che mina la credibilità anche dello stesso gruppo dirigente nazionale, «finora incapace di assumere una iniziativa di fronte alla situazione documentata e messa agli atti», osserva. «Altro che teatrino, come qualcuno vorrebbe far credere». E ammonisce: «Se sul piano politico i fondatori in Irpinia del Pd sono stati messi ai margini dai metodi adoperati a via Tagliamento, a Roma e a Napoli i dirigenti del partito devono valutare le conseguenze di ciò che fanno o, meglio, non stanno facendo: dietro l’angolo c’è il rischio di un nuovo caso Caserta, che porterebbe a minare anche lo stesso iter congressuale regionale…». Se ciò avverrà, puntualizza a futura memoria, «sia chiaro fin da subito che non sarà nostra la responsabilità per quanto accadrà, a noi preme solo il rispetto delle regole democratiche».


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Antonello Ruggiero, Avellino, Circolo PD di Chiusano di San Domenico, Clelia GambinoFrancesco Capuano, Francesco Russo, Ida Grella, Massimo Carpentiero, Partito Democratico, Raffaele Iorizzo, Teresa Mele

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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