Padre Emilio Colombo, un benedettino verso la beatificazione

Con l'insediamento del Tribunale, si è aperta presso il palazzo abbaziale al Loreto di Mercogliano l’inchiesta diocesana sulla vita e le opere del frate originario di Petruro di Forino

Iniziata a Mercogliano nel febbraio 2020, prosegue in Vaticano la causa di beatificazione del frate benedettino originario di Petruro di Forino, Padre Emilio Colombo. Dopo che oltre tre anni fa presso il palazzo abbaziale di Loreto di Montevergine a Mercogliano si è svolto il rito di insediamento del Tribunale per la sessione di apertura dell’inchiesta diocesana «sulla vita, virtù, fama di santità e segni del servo di Dio Emilio (Giovanni) Maria Colombo dell’Ordine dei Benedettini», un altro passo è stato compiuto venerdì sera per quello che è un lungo cammino per la beatificazione del frate, nato nei pressi di Forino, nella frazione di Petruro il 14 settembre del 1920. Per gran parte della sua vita nel Monastero dei Benedettini di Montevergine, dall’inizio del suo percorso di fede e di studi, all’ingresso nell’ordine e al suo intero successivo percorso terreno, Padre Emilio Colombo rappresenta una figura emblematica della dedizione alla fede e alla carità.

Padre Emilio Colombo, nato il 14 settembre del 1920 a Petruro di Forino, scomparso nel 2000. Per lui è in corso la causa per la beatificazione

È stato l’abate di Montevergine, padre Riccardo Luca Guariglia ad aver propiziato l’inizio della causa di beatificazione. Dal 1981 fino al 2000, «anno del transito del servo di Dio, ebbe modo di saggiarne le straordinarie doti umane che furono determinanti nel processo di crescita spirituale di tutti i giovani monaci di quel periodo», ricorda l’Agenzia Sir. Per tale ragione il padre abate ha nominato il padre Massimiliano Noviello quale postulatore della causa relativa a padre Emilio Colombo.

Sotto questo altare dal 1939 fu nascosta la Sacra Sindone nel Santuario di Montevergine

IL PROFILO DEL PADRE BENEDETTINO. «Entrò giovanissimo nell’alunnato monastico dell’Abbazia di Montevergine fino a vestire l’abito cenobitico per mano dell’abate Giuseppe Ramiro Marcone», ricorda l’agenzia di informazione Sir. «Mite, umile, caritatevole, dotato di profonda spiritualità e sensibilità, ma soprattutto di una fede ardente al punto di divenire lui stesso un riferimento per tutti i confratelli e per coloro che lo incontrarono nel cammino della propria vita», si legge nel profilo tracciato dalla Sir. «Padre Emilio aveva sempre parole buone per tutti, cariche di dolcezza, di speranza, di comprensione. Per i giovani studenti e futuri sacerdoti, nel tempo che fu rettore del seminario, fu uno straordinario esempio di integrità, di impegno quotidiano e di alta spiritualità». Ma soprattutto, ero noto per la sua profonda devozione per la Madonna, «che lo portava a consumarsi le mani nella recita ininterrotta e quotidiana del Santo Rosario». Padre Emilio Colombo fu uno dei principali testimoni della presenza all’interno del Santuario di Montevergine della più sacra reliquia dei cristiani, la Sacra Sindone. Negli anni bui della guerra, quando gli invasori nazisti attraversavano l’Europa in cerca di oggetti sacri e reliquie di ogni genere, da aggiungere al bottino dei tesori artistici, archeologici e storici, fu tra quelli che accolsero il santo sudario, protetto per anni su richiesta del Vaticano, in un altare del Santuario, non lontano dallo splendido coro ligneo, che ancora oggi impreziosisce la splendida cornice del monastero benedettino.

Interno del Santuario di Montevergine, il coro ligneo

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