“In Campania le liste di attesa più corte di Italia”, De Luca: sanità competitiva anche con gap finanziario

Il Governatore a Nola: leggo dalla stampa lombarda e piemontese

Vincenzo De Luca e il Presidente di Soresa Spa, Tommaso Casillo

“Sono in Campania le liste di attesa più corte di Italia”. Lo ha detto a Nola il Governatore Vincenzo De Luca, per il quale la Sanità regionale si afferma competitiva anche con gap finanziario sui trasferimenti statali. “Leggo la stampa lombarda e piemontese” ed “è incredibile, ma nonostante tutto in Campania abbiamo le liste di attesa più corte di Italia e per quanto riguarda le prestazioni ritenute urgenti noi rispettiamo perfettamente i tempi”, ha osservato il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, intervenendo durante la consegna degli alloggi popolari. “Siamo impegnati a completare il lavoro di pulitura delle liste ed è un lavoro immenso, nonostante la riduzione di personale che subiamo e siamo l’ultima regione di Italia per finanziamenti del fondo sanitario nazionale ma stiamo andando avanti lo stesso”, ha concluso. Il riferimento al gap finanziario riguarda le tabelle diffuse nei mesi scorsi dall’Agenas. Secondo i dati (riferiti al biennio 2021-2022) l’incremento dei costi di produzione pro-capite della Campania è tra i più bassi d’Italia con un meno 3 euro per cittadino spesi, una percentuale di riduzione del costo del personale del 3.32% mentre in Italia il costo del personale è sceso nello stesso periodo solo dell’1.29%. In termini di personale disponibile, mancano all’appello migliaia di infermieri, medici e altro personale: in Emilia Romagna e in Toscana ci sono 35 medici specialisti ogni 10.000 abitanti, in Campania come anche in Lombardia 31. Le tabelle della Agenas confermano che sono i criteri a penalizzare la Campania. Se ”si scegliesse quello del numero effettivo di residenti, la Campania salirebbe nel contributo del fondo sanitario da 11,046 miliardi a 11,367 miliardi, con un incremento fisso annuale di 321 milioni di euro. Invece, oggi si registra un minor finanziamento per ogni cittadino campano di 57 euro”.

L’ANALISI.  Per il direttore generale dell’Agenas, Domenico Mantoan – intervenuto nel luglio scorso presentando i dati – la forza dimostrata dalla Campania è dovuta alla “maggiore quantità di investimenti per tecnologia e innovazione di tutto il Paese”, fattore decisivo che ha consentito alla Regione di mettersi in pari con le altre e “giocare un ruolo determinante nelle politiche sanitarie in Italia”. In questo quadro, la Campania si rende protagonista  “in una fase importante per il Paese” dopo l’emergenza covid, durante la fase espansiva della spesa con una crescita prevista di oltre 2 miliardi l’anno per il prossimo triennio, benché con disuguaglianze nella ripartizione. “Nel periodo 2018-21 il fondo nazionale sanità è cresciuto da 111 miliardi a 123 miliardi”, ma non in maniera omogenea per tutti:  “Il riparto ha portato in Campania 881 milioni in più,  pari all’8%”, mentre “mancano all’appello 220 milioni solo per la crescita e 331 milioni per il dislivello dovuto ai criteri”. In sostanza,  nel periodo indicato in Italia “si osserva un aumento del valore pro-capite del finanziamento ordinario”, mentre la Regione Campania si attesta sempre su valori sotto la media, nonostante gli incrementi di valori al pari di tutte le regioni”. A fronte di un aumento del finanziamento ordinario pro-capite pari a 240 euro, per la Campania è stato di 221.


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