Caporabballo d’argento, premio nel Carnevale di Montemarano 2023

'LA TARANTELLA DI MONTEMARANO, MUSICA CHE NON MUORE MAI'. Premiazione il 18 febbraio nel Palazzo Castello a partire dalle ore 17,30. Interverranno rappresentanti istituzionali, scrittori e ricercatori. La presentazione della Associazione Promontemarano

L’associazione ProMontemarano organizza anche quest’anno il premio Caporabballo d’argento nel Carnevale di Montemarano in programma dal 17 al 26 febbraio. L’iniziativa viene annunciata dal presidente dell’associazione, Mino Mastromarino, con una nota introduttiva sula antica e tuttora sentitissima tradizione del Carnevale a Montemarano. Il Caporabballo d’argento e la pergamena per il miglior suonatore verranno attribuiti il 18 febbraio, nell’ambito di una manifestazione organizzata nel Palazzo Castello a partire dalle ore 17,30. Dopo i saluti del Sindaco, Beniamino Palmieri, interverranno: Rizieri Buonopane, presidente della Provincia di Avellino; Antonio Lucido, presidente dell’Unpli Campania; Giuseppe Silvestri, presidente dell’Unpli Avellino; Emilia Di Blasi, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo ‘Di Meo’ di Volturara Irpina; Luigi D’Agnese, ricercatore etnografico, che relazionerà su ‘La tarantella di Montemarano, musica che non muore mai’; Aldo De Francesco, scrittore e giornalista, con un contributo dal titolo: ‘Che mi rice a capo’. Seguiranno le premiazioni. Di seguito, la locandina e l’intervento di Mino Mastromarino.


Caporabballo d’argento nel Carnevale di Montemarano 2023

Il Carnevale di Montemarano

di Mino Mastromarino | Presidente della ProMontemarano

Montemarano invasa da turisti e visitatori per il Carnevale

Il Carnevale è la Festa Popolare per eccellenza, è la festa dell’inversione. Come festa, è una pausa, una parentesi del tempo ordinario. E il rito simbolico dell’antiquotidiano. E’ il momento della gioia, della promiscuità esasperata e totale, dell’abbondanza e dello spreco. Nel corso dell’intervallo carnevalesco, insomma, attraverso lo spregiudicato ricorso al grottesco, i ricchi diventano poveri, i poveri si trasformano in ricchi; i potenti vengono sbeffeggiati e ridotti a servitori, gli umili si elevano al rango di potenti. Perciò, la fase conclusiva del Carnevale si risolve nel parodico funerale e soprattutto nella lettura del ‘testamento’, che è documento di satira irriverente e di intelligente scurrilità, redatto mediante l’uso consapevole del dialetto. I Montemaranesi hanno interpretato e rispettato da sempre lo spirito della tradizione carnevalesca. Hanno saputo introdurre e mantenere tratti originali, anche grazie all’autoctona Tarantella. Coerentemente con il Mondo alla Rovescia, hanno trasformato la figura giullaresca per antonomasia, il Pulcinella, nella maschera completamente ribaltata del Caporabballo, arricchendo il tipico costume napoletano con i segni distintintivi del comando quali il mantello e il bastone. Il Carnevale di Montemarano è rituale, giacchè si svolge abitualmente e sempre allo stesso idiosincratico modo. Parte dal basso ed è antistituzionale. E’, forse, l’ultimo carnevale di partecipazione. Non chiede esibizione, non punta all’allegoria. E’ autarchico perché i Montemaranesi, pur essendo tra le comunità più ospitali dell’entroterra irpino, se lo fanno tutto per loro.


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