Combattere la violenza sulle donne con percorsi e strategie, Fidapa apre il dibattito

Sabato 27 novembre ore 17.30 l'incontro promosso dalla sezione di Sant'Andrea di Conza presso l'aula consiliare per discutere di "violenza economica" insieme alla consigliera provinciale per la parità Vincenza Luciani, la coordinatrice del Centro Antiviolenza Di Donna Michela Iuliano, la giornalista Alessandra Malanga e tutte le socie Fidapa

Combattere la violenza sulle donne con percorsi e strategie, Fidapa apre il dibattito. Combattere la violenza di genere e individuare nuovi percorsi e strategie. In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne la Fidapa di Sant’Andrea di Conza accende nuovamente i riflettori su un fenomeno culturale, sociale e politico trasversale a tutte le società. Sabato 27 novembre alle 17.30 presso la sala consiliare del Comune di Sant’Andrea di Conza, l’incontro promosso dall’associazione per promuovere un momento di confronto a più voci e sensibilizzare la società verso una piaga sociale ormai conclamata.

“Reagisco perchè voglio” e “reagisco perchè valgo” sono gli hashtag che segneranno l’adagio dei lavori. Introduce la neo presidente della sezione Enza Sciascia, e il sindaco di Sant’Andrea di Conza Gerardo D’Angola, per poi cedere spazio alla proiezione del video I° classificato al Concorso Nazionale Fidapa 2021 “Donne e resilienza” commentato dalla socia e coautrice del lavoro Maria Rosaria Corona. Interverranno: Michela Iuliano coordinatrice del Centro Antiviolenza “Di-Donna”, Alessandra Malanga, giornalista e responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino e infine, Vincenza Luciani, consigliera di parità della Provincia di Avellino, che relazionerà sulla violenza economica.

Il circolo santandreano persegue l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sulla problematica, aggiungendo di volta in volta un tassello nuovo al dibattito. Particolarmente sensibili al tema della violenza, così come testimoniato anche dall’inaugurazione della panchina rossa all’ingresso del paese, le componenti Fidapa aprono il dibattito sulla violenza economica. Non solo traendo spunto dai dati licenziati dalle statistiche, che sottolineano che solo il 27% delle donne denuncia e, una vittima su tre ha reddito zero, ma anche dalla misura del reddito di libertà per dare forza alle donne di denunciare. Su questo argomento si è già  pronunciata la coordinatrice del Centro Anti Violenza “Di Donna” del Crsicuoli-Frieri che ha annunciato l’apertura degli sportelli con operatori dedicati per supportare le donne nella compilazione della domanda.

“Il fenomeno colpisce le donne in quanto donne ma non è un problema del mondo femminile, bensì più ampio e generale: è una violazione dei diritti umani che riguarda la società tutta” ribadisce compatto il parterre Fidapa. “Il nucleo fondamentale è il non riconoscimento e la svalorizzazione della soggettività e dell’autonomia delle donne, originati dalla volontà di dominio e di possesso dell’uomo sulla donna. La violenza di genere è sistemica, strutturale, diffusa capillarmente e si manifesta in molteplici aspetti: può essere fisica, sessuale, psicologica, economica, linguistica, con moventi spesso complessi da classificare e da capire, che si annidano nello squilibrio delle relazioni tra i sessi; dal quale derivano le discriminazioni: la differenza, anziché valore, diventa disuguaglianza e si produce una relazione di potere sbilanciata, un percorso di annullamento del femminile.

Il corpo femminile è il luogo, anche simbolico, su cui spesso viene esercitata la violenza, con un profilo primitivo, con delitti brutali, ripetutamente distruttivi che sembrano tutti seguire un macabro copione di cancellazione dell’identità femminile: il femminicidio.
Il termine è relativamente giovane ma si deve riconoscere che ha dato voce e visibilità ad un fenomeno ora riconosciuto nella sua specificità e ad una realtà grave come la violenza maschile sulle donne. La maggiore consapevolezza sociale sul gravissimo problema del femminicidio ha originato nuove leggi e importanti riforme, focalizzate sulla violenza domestica, sui diritti femminili e sul tentativo di costruire una nuova relazione tra uomini e donne. L’impianto normativo italiano ha fatto passi da gigante ma le norme non bastano se vengono applicate con pregiudizio e manca una vera capacità di leggere la violenza di
genere per quello che è: uno dei fenomeni più duri da combattere.

Serve una battaglia culturale profondissima per affrontarlo ed è necessario conoscerne le dinamiche, le caratteristiche, quanto sia esteso e trasversale tra le classi sociali e nei territori, come sia ancora in gran parte sommerso, poco denunciato e spesso impunito. Per eliminare la violenza di genere servono articolati e incisivi interventi contro gli stereotipi di genere, radicati in tutti i settori della società, un’azione politica sistematica, continua, al di là dei governi, che metta in discussione in modo definitivo la cultura patriarcale, che parta dalla scuola primaria, dove si radicano i modelli di genere, fino alle Università, dalle quali escono i formatori con le proposte e gli strumenti educativi per il futuro. Sarebbe fondamentale, ad esempio, un osservatorio sui libri di testo, spesso ancora forieri di retaggi molto forti che danno visibilità alle donne solo in certi ambiti tradizionalmente femminili. La lotta contro credenze e pregiudizi permane difficile, i vecchi modelli culturali tendono ancora, in modo insidioso e subdolo, a sopraffare le donne, spesso non consapevoli o addirittura complici.

Il clima sociale sulla violenza si è comunque modificato negli ultimi anni, sta cambiando il modo di pensare, c’è un risveglio, una presa di coscienza che si spera contribuisca ad aprire un nuovo percorso e a mutare le modalità di approccio al problema. Non è certamente facile superare copioni comportamentali secolari, ma la Fidapa BPW Italy, anche attraverso l’adesione alla Campagna Internazionale “He for She” di UN Women, si propone di costruire una narrazione del cambiamento che riesca a parlare agli uomini con parole nuove
e condivise. Se è vero che “quello che non riusciamo a nominare non esiste”, dato che il cambiamento maschile è ancora socialmente poco riconosciuto, sarà importante trovare le parole per descriverlo. Bisogna superare lo stereotipo che nega la capacità di cura maschile e far capire ai giovani uomini che scoprire la bellezza di vivere le emozioni non è qualcosa da donne, ma la strada della condivisione di esperienze e responsabilità bellissime.
Bisogna costruire insieme un nuovo modo di vivere le relazioni: di cura e non di potere, di rispetto e non di prepotenza, di amore e non di possesso.

Un impegno che l’Associazione Fidapa BPW Italy porta avanti da diversi anni e che sarà ancora più incisivo in questo biennio 2021/2023 con una programmazione di sistema articolata, multidisciplinare ed inclusiva attraverso cinque Task Force (Comunicazione – Innovazione – Lavoro Impresa – Salute – Violenza), che avranno l’obiettivo di incentivare e valorizzare il contributo delle donne in tutte le dimensioni. La violenza è un’emergenza educativa, culturale e civile che richiede l’impegno di uomini e donne. Insieme …Diciamo NO alla Violenza.


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