Reddito di cittadinanza in Irpinia, 102 denunciati per irregolarità dai Carabinieri di Avellino

SCOPERTI TRA I BENEFICIARI UN 70ENNE CON FERRARI DI PROPRIETÀ, UN 50ENNE RITENUTO ESPONENTE DI UN CLAN E IL FIGLIO DI UN IMPIEGATO PUBBLICO CON FINTA RESIDENZA AUTONOMA. I militari del Comando Provinciale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno verificato le posizioni di 536 nuclei familiari su un totale di 11.266 che in provincia di Avellino beneficiano del sussidio

Denunciate 102 persone per irregolarità sul Reddito di cittadinanza in Irpinia. I Carabinieri del Comando Provinciale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno verificato le posizioni di 536 nuclei familiari, su un totale di 11.266 che in provincia di Avellino beneficiano del Reddito di Cittadinanza. Nel corso dei controlli, i militari dell’Arma hanno deferito in stato di libertà alla competente Autorità Giudiziaria 102 persone (di cui 32 stranieri) responsabili a vario titolo di false dichiarazioni, omessa comunicazione di informazioni dovute, omessa comunicazione di variazioni di reddito o di patrimonio (obbligo che sussiste, in quest’ultimo caso, una volta percepito legittimamente il reddito di cittadinanza, in caso di variazione o perdita dei relativi requisiti). «I risultati hanno permesso di accertare un esborso non dovuto dallo Stato, nella provincia di Avellino, pari a 861.077,18 euro», si legge in una nota diffusa dall’Arma dei Carabinieri di Avellino.

Il Comando provinciale dei Carabinieri di Avellino. Qui la sede: della Compagnia Carabinieri; del Nucleo Operativo Radiomobile; della Stazione di Avellino

CONTROLLI DELL’ARMA IN CAMPANIA, PUGLIA, ABRUZZO, BASILICATA E MOLISE. I risultati dei controlli sul Reddito di cittadinanza in Irpinia sono stati illustrati questa mattina, a Napoli, presso il Comando Legione Carabinieri “Campania”, nell’ambito della più vasta e articolata operazione sul territorio regionale e nel Mezzogiorno d’Italia. Il Comandante della Legione, Gen. di Brigata Antonio Jannece ha illustrato l’articolata attività di controllo tesa a verificare l’effettiva sussistenza dei requisiti necessari per accedere al Reddito di Cittadinanza (previsto con decreto legge n.4/2019, convertito in legge dall’art.1 legge n.26/2019), svolta dai Comandi dell’Arma delle province Napoli, Salerno, Caserta, Avellino e Benevento, nel periodo compreso tra il primo maggio e il 17 ottobre 2021. Hanno partecipato i rispettivi Comandanti Provinciali e del Comandante del Gruppo Carabinieri Tutela del Lavoro di Napoli.


I casi particolari

SCOPERTI TRA I BENEFICIARI UN 70ENNE CON FERRARI DI PROPRIETÀ, UN 50ENNE RITENUTO ESPONENTE DI UN CLAN E IL FIGLIO DI UN IMPIEGATO PUBBLICO CON FINTA RESIDENZA AUTONOMA. I Carabinieri hanno evidenziato anche situazioni particolari, accertate durante i controlli. Ad esempio un 70enne accusato di aver falsamente dichiarato di un cambio di residenza in modo da risultare l’unico componente di un nucleo familiare autonomo, mentre continuava a convivere con la propria famiglia, tra i cui possedimenti spiccano un’automobile marca Ferrari, numerosi immobili e terreni di proprietà. Ancora, nell’elenco viene segnalato un 50enne, ritenuto elemento di spicco del clan “Cava” attivo nel “Vallo di Lauro”, considerato di fatto il reggente del clan (in quanto recentemente scarcerato): aveva percepito il Reddito di Cittadinanza dal dicembre 2020 nonostante già condannato con sentenza definitiva per associazione di tipo mafioso. Infine, un 22enne, figlio di un dipendente di un altro comune irpino, ha anch’egli effettuato – con il contributo fraudolento del padre, anch’egli deferito – un cambio di residenza fittizio allo scopo di riunire i requisiti per la concessione del Reddito di Cittadinanza, pur rimanendo a vivere di fatto con il proprio nucleo familiare, tra le cui proprietà figura un’azienda agricola con vitigni particolarmente pregiati. «Si è inoltre proceduto alla sospensione del Reddito di Cittadinanza, con provvedimento del Giudice, nei confronti dei beneficiari o richiedenti ai quali era stata applicata misura cautelare personale, adottata anche a seguito di arresto», hanno puntualizzato i militari dell’Arma impegnati nell’operazione.

 

 

 

 

 

 

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