‘L’Oro d’Irpinia’, presentata a Grottaminarda la nuova farina

«DAI GRANI DEL TERRITORIO UNA RISORSA PER LA VERA PIZZA NAPOLETANA». Il progetto di filiera al centro di un convegno sul futuro dell'agricoltura con imprenditori, tecnici e docenti universitari

Nel corso di un convegno è stata presentata a Grottaminarda la farina ‘L’Oro d’Irpinia’, prodotto del territorio frutto di un progetto di filiera locale nel cuore della Valle Ufita. ‘L’Oro d’Irpinia’ è la prima farina prodotto interamente a Grottaminarda e nell’Ufita «destinata a diventare l’ingrediente principe della migliore pizza napoletana», si è ricordato presentando il progetto. «La trebbiatura e la conseguente raccolta hanno concluso un processo iniziato circa nove mesi fa con la prima semina». Per i promotori, questa «produzione in filiera» è «destinata a diventare modello non solo in agricoltura». Gli obiettivi e le prossime sfide della filiera, che vede impegnati in prima linea agricoltori e stoccatori esclusivamente irpini, sono stati al centro del convegno (dal titolo “Grani per farine di qualità”) moderato dal giornalista de Il Mattino Annibale Discepolo, che si è svolto presso l’azienda Molino Scoppettuolo.

‘L’Oro d’Irpinia’, presentata a Grottaminarda la farina dell’Ufita

Sono intervenuti: l’agronomo Gerardo Perillo; il Presidente e il Vice dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Avellino, Ciro Picariello e Antonio Capone; Ciriaco e Iolanda Scoppettuolo, per l’azienda Mulino Scoppettuolo promotrice della farina ‘L’Oro d’Irpinia’; la docente del Corso di Agraria all’Università degli Studi di Salerno, Enrica De Falco; il chimico Ettore Bucci; l’Amministratore delegato APSOV Sementi, Carlo Invernizzi; il Sales Support di Cifo Srl, Francesco Acinapura; l’agronomo ed esponente di Corteva, Luca Vieri; il titolare di sette pizzerie italiane, Luciano Sorbillo. I lavori sono stati conclusi da Luciano Sorbillo, titolare di sette pizzerie in tutt’Italia, che «ha sancito il felice matrimonio tra la farina ‘L’Oro d’Irpinia’ e la vera pizza napoletana», come hanno rimarcato gli organizzatori del convegno. Per Luciano Sorbillo la vera pizza «non può prescindere dai migliori prodotti campani», ha affermato, ricordando che «tutto si può chiamare pizza, ma quella vera napoletana deve rispettare delle regole di qualità ben precise».


Gli interventi

Per l’agronomo Gerardo Perillo «la famiglia Scoppettuolo ha avuto il merito di guidare questo processo e di arrivare ad un risultato straordinario che è solo il primo passo di una sfida ambiziosa, destinata ad indicare un modo diverso di fare agricoltura in Irpinia». Il Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Avellino, Ciro Picariello, ha sottolineato la portata del progetto: «Si conclude oggi la prima fase di un progetto ambizioso che valorizza le nostre aree interne maggiormente vocate. Questa sfida, oltre a confermare la qualità della nostra agricoltura, ha anche dimostrato la nostra capacità di collaborare e fare rete. Come Ordine saremo sempre vicini a chi investe sul nostro territorio, portando avanti progetti nel segno della qualità e dell’innovazione». Per il Vicepresidente dell’Ordine, Antonio Capone, «a cerealicoltura è storicamente il punto di forza di un’area, a forte vocazione agricola, che guarda alla Lucania e al Tavoliere delle Puglie. La filiera dovrà individuare le giuste varietà in grado di esaltare il prodotto finale, la farina irpina 100%, ingrediente principe della pizza, una delle eccellenze della nostra offerta gastronomica». In questo quadro, «l’obiettivo deve spingere chi ha investito in questa scommessa a lavorare per livelli di qualità sempre più elevati. Il mio auspicio – aggiunge – è che questa sfida disegni anche una prospettiva di crescita e sviluppo di un settore fondamentale, purtroppo indebolito dalla piaga dell’emigrazione». Ciriaco e Iolanda Scoppettuolo – alla guida dell’azienda Mulino Scoppettuolo, punto di riferimento della filiera irpina – hanno rivendicato il proprio lavoro e impegno quotidiano «per dare vita ad un prodotto tipico, rigorosamente irpino. Guardiamo con attenzione alla qualità, fattore fondamentale per essere sempre competitivi. Sono queste le linee guida che ci orientano anche in questa nuova sfida». La docente del Corso di Agraria all’Università degli Studi di Salerno, Enrica De Falco, ha rimarcato valore e funzione di progetti come quello de ‘L’oro d’Irpinia’, che «vanno nella direzione dell’economia circolare e della biodiversità per un’agricoltura che diventa sentinella dell’equilibrio del nostro ecosistema». Per Enrica De Falco, «la filiera integrata di qualità, come quella nata a Grottaminarda, è il modello al quale guardare per la crescita del settore e del territorio. Gli operatori sono chiamati a lavorare in stretta sinergia, in un processo che parte dalla selezione delle migliori materie prime per arrivare ad un prodotto finale di eccellenza», perché «l’agricoltura di qualità può garantire opportunità importanti anche per i più giovani e per chi, formato e con competenze specifiche, può diventare un valore aggiunto, anche nell’utilizzo delle nuove tecnologie e del digitale, fondamentali per la crescita e lo sviluppo del settore primario».


L'analisi

Il convegno ha offerto spazio all’analisi anche da un punto di vista tecnico. Il chimico Ettore Bucci, ha concluso la sua disamina della fara irpina, sottolineando il legame tra l’azienda promotrice e il territorio: «Non poteva che essere un’azienda irpina come Scoppettuolo a guidare un progetto che affonda le radici in una terra dalla storica vocazione agricola. Il grano ha in Irpinia proprietà di eccellenza assoluta, esaltate in questo straordinario progetto di sviluppo del territorio». Per Carlo Invernizzi, Amministratore delegato APSOV Sementi «la sfida è sulla qualità e la ricerca non devono fermarsi mai, ma evolversi continuamente». Francesco Acinapura, Sales Support di Cifo Srl, ha sottolineato l’importanza della concimazione per i grani di qualità, che «necessitano di cura e attenzione, di tecnica e competenze adeguate e altamente professionalizzate». Ancora, Luca Vieri, agronomo ed esponente di Corteva (azienda americana di prodotti chimici e sementi per l’agricoltura) ha analizzato tutte le caratteristiche del frumento, indicando la strada maestra da seguire per una selezione ottimale del prodotto.


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