Piano d’Ambito dei Rifiuti in Irpinia adottato: ora l’iter finale

Via libera a maggioranza dal Consiglio allo strumento che ridisegna la gestione del ciclo integrato ambientale in provincia di Avellino ponendo fine alla fase di transizione post emergenziale iniziata nel 2010. Ora le eventuali osservazioni, in autunno l'approvazione finale

Il Piano d’Ambito dei Rifiuti in Irpinia è stato adottato dal Consiglio d’ambito, che ora si prepara a mettere in atto l’iter definitivo che porterà alla sua approvazione entro l’autunno. Nella seconda convocazione utile ha raggiunto il numero legale per svolgere la seduta e ha dato il via libera all’adozione dello strumento di programmazione. Assenti Giuseppe Giacobbe, Costantino Giordano e Fabio della Marra Scarpone, il Piano è stato votato da Valentino Tropeano (presidente), Stefania Di Cicilia, Stefano Farina, Michele Buonfiglio, Luigi Lanzetta, Ermando Zoina (consiglieri) con l’astensione di Marco Santo Alaia e Nunziante Picariello (che avevano chiesto lo stralcio della localizzazione del biodigestore a Chianche).

Ato Rifiuti. La sede dell’ente d’ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

VIA ALL’ITER PER L’APPROVAZIONE. Il Piano d’ambito adottato dal Consiglio d’Ambito (su proposta del direttore generale) in queste ore sarà pubblicato sul sito istituzionale dell’EdA di Avellino. In base alla legge regionale, «entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del piano adottato, i soggetti portatori di interesse formulano proposte ed osservazioni». Quindi, «entro i successivi 30 giorni dalla scadenza del termine di presentazione di proposte ed osservazioni, il Consiglio di Ambito deduce sulle stesse ed approva il Piano». Il Piano così approvato «è trasmesso alla Regione Campania. Decorso il termine di 30 giorni dalla trasmissione, se la Regione non ha espresso valutazione di non conformità del Piano d’ambito al vigente Piano regionale dei rifiuti, il Piano è esecutivo con determina di presa d’atto del direttore generale pubblicata sul sito istituzionale dell’EdA». Stando a queste scadenze, entro i prossimi 100 giorni lo strumento di programmazione potrebbe vedere l’esecutività, ponendo fine in provincia di Avellino alla fase di transizione iniziata nel 2009 con il passaggio delle competenze in materia ambientale alle Province, quando il Parlamento regolamentò l’iter per l’uscita dall’emergenza rifiuti iniziata a metà degli anni ’90.

CON IL PIANO D’AMBITO RIFIUTI IN IRPINIA SI ATTUA LA RIFORMA REGIONALE DEL 2016. La «Adozione del Piano d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani ai sensi dell’art. 34 comma 7 della Legge Regionale 26 maggio 2016, n. 14 – Norme di attuazione della disciplina europea e nazionale in materia di rifiuti e dell’economia circolare», come negli altri 6 ambiti (compreso quello di Avellino sono 4 provinciali e 3 coprono l’area metropolitana di Napoli), era attesa dal 2017, da quando cioé sono iniziate le procedure di riordino gestionale dettate dalla Legge Regionale n. 14 del 26 maggio 2016 (e successive modifiche). A valle di un processo di riorganizzazione del ciclo integrato basato sulla raccolta differenziata nell’ottica della cosiddetta economia circolare, i Comuni sono chiamati attraverso gli Enti d’Ambito a svolgere il ruolo di protagonisti della nuova fase. Spetta alle autonomie locali assumere la responsabilità delle scelte gestionali, organizzative e tariffarie, garantendo la piena autonomia dal punto di vista impiantistico. All’interno di ogni ambito, in sostanza, il ciclo integrato dei rifiuti deve essere completamente autosufficiente non solo rispetto alla Campania, ma anche rispetto alle altre regioni, ponendo fine al trasferimento all’esterno di rifiuti da smaltire. Il Piano d’Ambito dei Rifiuti proposto al Consiglio dal Presidente Valentino Tropeano ha l’obiettivo di conseguire questi obiettivi, ottemperando al quadro normativo nazionale e regionale stabilito in questo anni.

IL PIANO D’AMBITO RAPPRESENTA LO STRUMENTO DI GOVERNO DEL CICLO INTEGRATO DEI RIFIUTI. Il Piano d’ambito territoriale costituisce (in attuazione del PRGRU, il Piano Rifiuti della Regione Campania) «lo strumento per il governo delle attività di gestione necessarie per lo svolgimento del servizio di gestione integrata dei rifiuti». Ha durata decennale e prevede «le modalità organizzative e gestionali del servizio integrato; i programmi d’investimento per gli adeguamenti ed ammodernamenti tecnologici dell’impiantistica esistente o di nuova realizzazione; le modalità organizzative per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti, di preparazione per il riutilizzo e di raccolta differenziata e di effettivo riciclo in ogni singolo Comune, al fine di conseguire gli obiettivi previsti dalla programmazione regionale nell’intero territorio di competenza; i corrispettivi dei servizi riferiti ai diversi segmenti della gestione integrata dei rifiuti; gli studi di fattibilità degli impianti previsti per soddisfare i fabbisogni di trattamento e smaltimento alla luce delle indicazioni del Piano regionale e comunque con esso coerenti; l’individuazione, nel rispetto degli indirizzi del Piano regionale delle aree dove localizzare gli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani». Il Piano d’Ambito contiene: la ricognizione delle infrastrutture, compresi gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali di proprietà degli enti locali da conferire in comodato ai soggetti affidatari nonché gli impianti e le altre dotazioni patrimoniali di proprietà di soggetti diversi dagli enti locali che dovranno essere autorizzati dall’EdA all’erogazione dei servizi funzionali alla gestione; la ricognizione delle risorse umane e dei soggetti impegnati nella gestione dei rifiuti nei territori di competenza; il programma degli interventi in coerenza con le previsioni del Piano regionale di gestione del ciclo integrato dei rifiuti; il modello gestionale ed organizzativo; il piano economico finanziario, comprensivo della tariffa del servizio articolata per ciascun Comune dell’ambito nel rispetto di parametri definiti dall’EdA, tra cui la percentuale di raccolta differenziata; il piano d’impatto occupazionale.

Il rendering del biodigestore di Chianche

IL BIODIGESTORE DI CHIANCHE. Tra i nodi da sciogliere, c’erano le sedi degli impianti, in particolare quello del secondo impianto di compostaggio, il contestato biodigestore attualmente destinato a Chianche, nella media Valle del Sabato, sul confine tra Irpinia e Sannio. Avversato dalle aziende vinicole del cosiddetto Distretto del Greco di Tufo, ma anche da alcune forze politiche e rappresentanze istituzionali. Con il Piano approvato si è preso atto della ubicazione a Chianche. In attesa dei prossimi passaggi i Comitati che si oppongono alla realizzazione dell’impianto nel cosiddetto ‘Distretto del Greco di Tufo’ fanno sapere di essere pronti a proseguire la opposizione in tutte le sedi.


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