Next Generation EU, Uncem: con il Fondo complementare da 30 miliardi territori protagonisti. Il riparto

L'ANALISI. L'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani analizza nel dettaglio gli investimenti aggiuntivi al Piano di Ripresa e Resilienza divenuti operativi con il via libera definitivo del Senato al DL 59/2021

È stato definitivamente approvato il Fondo complementare da 30 miliardi collegato Al PNRR nell’ambito del Next Generation EU. Il decreto-legge 59 del 6 maggio 2021 istituisce un “Fondo complementare” al Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, con varie misure e investimenti che si sommeranno a quelli del PNRR. Sono 30 miliardi di euro complessivi, inseriti nel Fondo complementare per dare ulteriore forma e forza al Next Generation EU. Di seguito il dettaglio del riparto e l’analisi dell’Uncem, Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, che ritiene necessario in questo contesto il protagonismo dei territori.

Il Consiglio dei Ministri riunito dal Presidente Mario Draghi

IL PIANO

Il DL 59/2021 era stato approvato dal Senato, in prima lettura, il 17 giugno 2021, con l’introduzione di varie modifiche al testo. Alla Camera non sono stati approvati emendamenti. Ora è stato definitivamente licenziato dal Senato giovedi scorso. Lo strumento aggiuntivo collegato al Next Generation EU contiene le misure di seguito sintetizzate:

  • a) 1.750 milioni di euro alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (tramite trasferimento di risorse dal Ministero dell’economia e delle finanze) per i seguenti programmi e interventi:
    1. Servizi digitali e cittadinanza digitale: 350 milioni dal 2021 al 2026;
    2. Servizi digitali e competenze digitali: 250 milioni dal 2021 al 2026;
    3. Tecnologie satellitari ed economia spaziale: 800 milioni dal 2022 al 2026;
    4. Ecosistemi per l’innovazione al Sud in contesti urbani marginalizzati: 350 milioni dal 2022 al 2026;
  • b) 1.780 milioni di euro dal 2021 al 2026 per il Ministero dell’economia e delle finanze per il seguente programma:
    1. Interventi per le aree del terremoto del 2009 e del 2016;
  • c) 9.760 milioni di euro per il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili per i seguenti programmi e interventi:
    1. Rinnovo delle flotte di bus, treni e navi verdiBus: 600 milioni dal 2022 al 2026;
    2. Rinnovo delle flotte di bus, treni e navi verdiNavi: 800 milioni dal 2021 al2026;
    3. Rafforzamento delle linee regionali: 1.550 milioni dal 2021 al 2026;
    4. Rinnovo del materiale rotabile e infrastrutture per il trasporto ferroviario delle merci: 200 milioni dal 2021 al 2026;
    5. Strade sicure – Messa in sicurezza e implementazione di un sistema di monitoraggio dinamico per il controllo da remoto di ponti, viadotti e tunnel (A24-A25): 1.000 milioni dal 2021 al 2026;
    6. Strade sicure – Implementazione di un sistema di monitoraggio dinamico per il controllo da remoto di ponti, viadotti e tunnel della rete viaria principale: 450 milioni dal 2021 al 2026;
    7. Sviluppo dell’accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici: 1.470 milioni dal 2021 al 2026;
    8. Aumento selettivo della capacità portuale: 390 milioni dal 2021 al 2026;
    9. Ultimo/Penultimo miglio ferroviario/stradale: 250 milioni dal 2021 al 2026;
    10. Efficientamento energetico: 50 milioni dal 2021 al 2026;
    11. Elettrificazione delle banchine (Cold ironing) – e come precisato nel corso dell’esame al Senato – attraverso un sistema alimentato, ove l’energia non provenga dalla rete di trasmissione nazionale, da fonti green rinnovabili o, qualora queste non siano disponibili, da biogas o, in sua mancanza, da gas naturale: 700 milioni dal 2021 al 2026;
    12. Strategia Nazionale Aree interne – Miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade inclusa lamanutenzione straordinaria anche rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico o a situazioni di limitazione della circolazione: 300 milioni dal 2021 al 2026;
    13. Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica: 2.000 milioni dal 2021 al 2026.
  • d) 1.455,24 milioni dal 2021 al 2026 per il Ministero della cultura riferiti al seguente programma:
    1. Piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali.
  • e) 2.387,41 milioni di euro per il Ministero della salute per i seguenti programmi e interventi:
    1. Salute, ambiente, biodiversità e clima: 500 milioni dal 2021 al 2026;
    2. Verso un ospedale sicuro e sostenibile: 1.450 milioni dal 2021 al 2026;
    3. Ecosistema innovativo della salute: 437,4 milioni dal 2021 al 2026;
  • f) 6.880 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 per il Ministero dello sviluppo economico per i seguenti programmi e interventi:
    1. “Polis”- Case dei servizi di cittadinanza digitale: 800 milioni dal 2022 al 2026;
    2. Transizione 4.0: 5.080 milioni dal 2021 al 2026;
    3. Accordi per l’Innovazione: 1.000 milioni dal 2021 al 2025;
  • g) 132,9 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 per il Ministero della giustizia per il seguente programma e intervento:
    1. Costruzione e miglioramento di padiglioni e spazi per strutture penitenziarie per adulti e minori;
  • h) 1.203,3 milioni per gli anni dal 2021 al 2026 per il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per il seguente programma e intervento:
    1. Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, della pesca e dell’acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo. Almeno il 25 per cento delle somme è destinato esclusivamente alle produzioni biologiche italiane ottenute conformemente alla normativa europea e a quella nazionale di settore;
  • i) 500 milioni di euro per gli anni dal 2022 al 2026 per il Ministero dell’università e della ricerca per il seguente programma e intervento:
    1. Iniziative di ricerca per tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale;
  • l) 210 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2024 per il Ministero dell’interno per il seguente programma e intervento:
    1. Piani urbani integrati;
  • m) 4.563,6 milioni di euro (di cui 910 milioni per l’anno 2023, 829,9 milioni per l’anno 2024, 1.439,9 milioni per l’anno 2025 e 1.383,81 milioni per l’anno 2026) per le agevolazioni in materia di Ecobonus e Sismabonus.

I CRITERI DI RIPARTO DEI FONDI. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale e con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, da adottare entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, si provvede alla ripartizione delle risorse tra le aree interne, sulla base dei seguenti criteri: a) entità della popolazione residente; b) estensione delle strade statali, provinciali e comunali qualora queste ultime rappresentino l’unica comunicazione esistente tra due o più comuni appartenenti all’area interna; c) esistenza di rischi derivanti dalla classificazione sismica dei territori e dall’accelerazione sismica; d) esistenza di situazioni di dissesto idrogeologico e relativa entità.


Analisi degli enti locali
Uncem, il logo dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani

PIANO COMPLEMENTARE AL PNRR (NELL’AMBITO DEL NEXT GENERATION EU), UNCEM: TERRITORI PROTAGONISTI. Con una nota, presentando il dettaglio degli interventi, Uncem esprime soddisfazione per la conversione in legge del decreto e apprezza il lavoro di Governo e Parlamento per individuare e investire risorse, in tempi certi, che rafforzino quanto l’Europa prevede per lo Stato italiano nell’ambito del Next Generation EU. «Uncem procederà con iniziative di formazione e informazione verso Sindaci e Amministrazioni locali, affinché siano preparate e possano intercettare le risorse disponibili secondo le modalità che verranno previste. È altresì decisivo che l’impostazione data al Piano complementare, molte misure individuate, possano poi trovare consolidamento ulteriore nelle leggi di bilancio, a partire da quella del 2022. Inoltre, per Uncem sarà decisiva la ‘lettura’ congiunta delle opportunità del PNRR e del Piano complementare con altri finanziamenti dello Stato e delle Regioni destinati ad Enti locali e territori. Come ad esempio lo sblocco – che ci auguriamo imminente – dei 160 milioni di euro della legge sui piccoli Comuni 158/2017, o le risorse per la rigenerazione degli edifici scolastici, con bandi importantissimi del Ministero dell’Istruzione che si sono aperti nelle ultime settimane».

INFRASTRUTTURE, ITER IN CORSO PER IL FONDO A FAVORE DELLE AREE MONTANE DA 4,6 MILIARDI ‘CONTRO LA SPEREQUAZIONE’, CHE «RICHIEDE UNA CONCERTAZIONE». L’Unione ricorda «che sono ancora da assegnare 300 milioni di euro della Strategia aree interne, previsti dalla legge di bilancio 2020» e che «è in corso di perfezionamento legislativo in Parlamento il comma 815 della legge di bilancio 2021 che ha istituito un ‘fondo contro la sperequazione infrastrutturale’, dotato di 4,6 miliardi di euro. È decisivo per le aree montane e interne del Paese. Ma tutte queste misure – Uncem lo ribadisce – hanno bisogno non di frammentazione, bensì di una unica visione: non vi sono due, tre, quattro ‘programmazioni per i territori’, ma una sola. Il territorio è uno, con i suoi ambiti territoriali nei fatti, operativi, e la programmazione è una. Che unisce Strategia per le Montagne italiane e le Aree interne, Strategia per le Green Communities (140milioni di euro del PNRR), tutte le Componenti del PNRR e le risorse delle leggi dello Stato. Oltre alle opportunità della nuova Programmazione comunitaria 2021-2027 che, ricordiamo, si è aperta ufficialmente il 1° luglio 2021. Pronti dunque a lavorare con gli Enti e le Amministrazioni. Formazione e informazione sono fondamentali». L’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani fa sapere che «su tutte le misure del Fondo complementare, Uncem trasmetterà nei prossimi giorni un dossier di approfondimento specifico sulle opportunità destinate ad Enti locali, territori montani, aree interne» connesse al Next Generation EU.

AREE INTERNE, MISURE PER STRADE E SERVIZI. Rispetto alla misura sulle strade delle aree interne – importantissima per i territori montani e fortemente richiesta da Uncem – è previsto dalla legge il “Miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade, inclusa la manutenzione straordinaria anche rispetto a fenomeni di dissesto idrogeologico o a situazioni di limitazione della circolazione: 20 milioni di euro per l’anno 2021, 50 milioni di euro per l’anno 2022, 30 milioni di euro per l’anno 2023, 50 milioni di euro per l’anno 2024, 100 milioni di euro per l’anno 2025 e 50 milioni di euro per l’anno 2026. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, di concerto con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale e con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, da adottare entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, si provvede alla ripartizione delle risorse tra le aree interne, sulla base dei seguenti criteri: a) entità della popolazione residente; b) estensione delle strade statali, provinciali e comunali qualora queste ultime rappresentino l’unica comunicazione esistente tra due o più comuni appartenenti all’area interna; c) esistenza di rischi derivanti dalla classificazione sismica dei territori e dall’accelerazione sismica; d) esistenza di situazioni di dissesto idrogeologico e relativa entità. Uncem sottolinea che questo finanziamento sulle strade delle aree interne è da considerarsi integrativo rispetto all’investimento previsto nel PNRR (nell’ambito della Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente 3 “Interventi speciali di coesione territoriale”) per il rilancio e la valorizzazione delle Aree montane e interne, per un importo complessivo di 825 milioni di euro per il periodo 2021-2026. L’investimento considerato nel PNRR è destinato a due specifiche linee di intervento: 1. Potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità. I relativi progetti possono riguardare: servizi di assistenza domiciliare per anziani; infermiere e ostetriche di comunità; potenziamento di piccoli ospedali senza pronto soccorso o alcuni servizi di base e ambulatoriali; infrastrutture per l’elisoccorso; rafforzamento centri per disabili; centri di consulenza, centri culturali, sportivi e per l’accoglienza di migranti. 2. Servizi sanitari di prossimità, destinati al consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti.


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