“Honeymoon” di Banana Yoshimoto. La lettura del giorno

Pubblicato nel 2000, il romanzo della celebre scrittrice giapponese narra i turbamenti di una coppia che in realtà era predestinata fin dalla tenera età. Un evento traumatico altera gli apparenti equilibri e rivelerà scoperte inaspettate

“Honeymoon” di Banana Yoshimoto. E’ una “luna di miele” strana, quella di Manaka e Hiroshi, un modo per spazzar via l’angoscia di momenti bui e ricreare la sensazione di pace che la protagonista, Manaka, avverte quando è nel suo giardino che per lei rappresenta “il punto dal quale sono partite le mie sensazioni, lo spazio, eternamente immutabile, dove trovo la misura delle cose” mentre osserva le impercettibili trasformazioni del mondo, posa lo sguardo sulle formiche e sulla terra, sul cielo azzurro tra le fessure del fogliame, perché è convinta che “l’uomo capisce attraverso gli occhi”, un’oasi di calma che la allontana dal dolore. Tutta la loro storia è scritta nel sorriso che si scambiarono sin dall’infanzia che ha a poco a poco cementato il loro legame, che con gli anni è diventato indissolubile.

“Honeymoon” di Banana Yoshimoto

La morte del nonno a cui Hiroshi era molto legato e che l’aveva accolto quando i suoi genitori lo avevano abbandonato per dedicarsi alla loro strana religione, crea in lui un profondo senso di frustrazione. In realtà egli aveva vissuto sempre nel terrore che egli potesse morire ed era rimasto in quella casa silenziosa, lontano dai rumori della vita; la vera madre di Manaka invece se ne era andata quando lei era molto piccola, lei non aveva mai saputo il motivo, ma suo padre si era risposato e la sua matrigna le voleva molto bene. Hiroshi e Manaka condividono anche un amore incondizionato per la cagnetta Olive e, alla sua morte, Hiroshi si chiuderà ancora di più in se stesso, era abituato a stare in silenzio e Manaka decide di stargli vicina e lo aiuta a mettere a posto la casa, dopo la morte del nonno. Regnava un grande disordine: dovunque vi erano oggetti incrostati di polvere, buttano varie cose, ma poi scoprono in una camera chiusa un’ altare, coperta interamente da un ammasso informe maleodorante, trovano un osso che Hiroshi crede appartenga a suo fratello e lo seppelliscono sotto la camelia: un gesto di amorevole pietà, come per dargli pace circondato dal profumo di quel fiore.

“Honeymoon” di Banana Yoshimoto

Hiroshi aveva bisogno di stare per conto suo: aveva trovato un posto in cui piangere, finalmente, le preghiere, il dolore, la solitudine di tanti anni si scioglievano in quelle lacrime. Avvertiva tuttavia un profondo legame con Manaka, con cui condivideva “una fusione di anime” : ogni sera scavalcava la finestra della casa in cui lei abitava, per starle vicino, anche in silenzio e talvolta la ragazza trovava un bouquet di fiorellini che Hiroshi aveva lasciato sul davanzale. Decidono di unirsi in matrimonio con rito civile, quando essi hanno entrambi diciotto anni, soprattutto per far registrare Hiroshi nel loro stato di famiglia per il timore che il padre che egli non aveva mai incontrato e viveva in America potesse riprenderselo. Dopo il loro matrimonio, la loro vita non era cambiata per niente. Un giorno decidono di fare un viaggio in aereo per andare a trovare la vera madre di Manaka: in tutti quegli anni la ragazza non aveva mai interrotto il rapporto con lei, si scrivevano e telefonavano regolarmente. Quando si incontrano, vi è un leggero senso di disagio, ma poi sua madre la prende per mano e Manaka prova un grande senso di felicità, perché “era stato bello”. Alla scoperta che sua madre aspetta un bambino, Manaka si rende conto che il mondo è pieno di infinite possibilità. Cominciano a passeggiare, provando una meravigliosa sensazione di libertà e di vitalità, tra le strade illuminate, perché “la sera è l’ora che comincia a far brillare la vita”. Nonostante la serenità che prova, durante la notte è turbata da una sorta di inquietudine che le fa fare sogni strani, attraverso cui lei ritrova tracce che ricrea nella sua vita. Il colloquio con sua madre le rivela una verità che non aveva mai conosciuto, a partire dal suo nome Manaka, che significa “voglio che tu sia il centro della mia esistenza”. La donna le racconta una storia dolorosa: era presente quando suo marito e l’altra donna si erano incontrati, li aveva visti insieme e “vide il futuro”: non se la sentì di combattere, perché non si può andare contro il destino e se ne era andata. Disperata per l’abbandono di sua figlia, aveva tentato di farla finita, buttandosi in mare, ma un pallone di gomma era stato spinto dalle onde verso di lei e si era salvata. Non l’aveva mai dimenticata ed era felice di averla finalmente ritrovata. Quando l’angoscia che Hiroshi ha serbato sempre nel suo cuore si stempera tra le braccia di Manaka e soprattutto nella forza e nella pace che lei ha finalmente trovato, tutto ciò ha la capacità di fargli provare qualcosa di pulito, di calmo e di vero, anche in mezzo alle difficoltà, è una carezza sul cuore che scaccia via le tenebre del male e Hiroshi comprende che deve vivere e deve riuscire a trovare la felicità anche nelle piccole cose.

di Ilde Rampino

Banana Yoshimoto

 

 

 

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