De Luca chiude le scuole in Campania, il Tar boccia i ricorsi contro l’ordinanza

«IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO CONFERMA LO STOP ALLE LEZIONI IN PRESENZA». Con decreti n.1921 e n.1922 i giudici hanno respinto i ricorsi promossi avverso l'Ordinanza regionale n.79/2020. Restano in vigore tutte le misure di contenimento fino al 30 ottobre. Il provvedimento

Il Governatore Vincenzo De Luca chiude le scuole in Campania e il Tar conferma la scelta. I giudici amministrativi hanno dichiarato la legittimità dell’Ordinanza n.79, contenente ulteriori misure di contenimento e prevenzione del contagio da Covid-19 dopo l’escalation di queste settimane. Con le attività in presenza nelle scuole di ogni ordine e grado restano sospese dal 16 al 30 ottobre anche le attività didattiche e di verifica in presenza nelle Università, «fatta eccezione per quelle relative agli studenti del primo anno». Di fatto l’intero sistema della istruzione campana resta chiuso, dopo appena tre settimane di attività. Resta consentita, anche in presenza, solo l’attività delle scuole dell’infanzia (nidi, asili, con bambini di età compresa nella fascia della fascia 0-6 anni), in base alla integrazione dell’Ordinanza n.79. Il provvedimento era stato firmato dal Governatore su richiesta dei Sindaci pervenuta all’Unità di Crisi attraverso l’ANCI, e nelle more di specifici congedi parentali per i genitori.

Il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca in conferenza stampa

RESPINTI I RICORSI CONTRO LA REGIONE CAMPANIA. Con decreti n.1921 e n.1922  pubblicati nel primo pomeriggio di oggi, 19 ottobre, il TAR Campania ha respinto i ricorsi promossi avverso l’Ordinanza regionale n.79/2020, con la quale è stato disposto l’obbligo di svolgimento dell’attività didattica ‘a distanza’. Il Tribunale Amministrativo ha rilevato, tra l’altro, che «la Regione ha esaurientemente documentato l’istruttoria sulla base della quale ha inteso emanare la gravosa misura sospensiva», si legge nel dispositivo. Lo ha fatto «dando conto, in particolare, quanto alla idoneità della misura adottata, della correlazione tra aumento dei casi di positività al COVID-19 e frequenza scolastica (verificata non solo limitatamente alla sede intrascolastica, ma anche con riguardo ai contatti sociali necessariamente “indotti” dalla didattica in presenza), nonché della diffusività esponenziale del contagio medesimo».

Nelle scuole della Campania mascherine e banchi monoposto per gli studenti

LE RAGIONI DEL BLOCCO: «CONTAGIO ALTISSIMO REGISTRATO NELLE FAMIGLIE DERIVANTE DAI CONTATTI SCOLASTICI». La decisione di interrompere le lezioni in presenza si collega direttamente ai casi di infezione collegati alla scuola, aveva spiegato il Governatore. A indurre il Presidente della Campania ad adottare questa drastica misura «il livello di contagio altissimo registrato anche nelle famiglie e derivante da contatti nel mondo scolastico, nelle scuole primarie e secondarie». In questi giorni si sono registrate alcune resistenze rispetto a questa scelta, in particolare tra docenti, dirigenza della scuola, genitori e il governo. Rispetto alle critiche mosse dal Ministro dell’Istruzione, De Luca ha replicato con i dati ufficiali. Le cifre fornite dall’Unità di crisi della Campania attraverso il Governatore smentiscono quanto affermato dal Ministro, aveva concluso De Luca, senza mai citare direttamente Lucia Azzolina o il Premier Giuseppe Conte.

«MISURE RIGOROSE CONTRO ASSEMBRAMENTI E MOBILITÀ INCONTROLLATA». De Luca chiude le scuole in Campania, ma non solo. «In relazione alla situazione epidemiologica esistente, sono state adottate misure rigorose con il doppio obiettivo di limitare al massimo le circostanze di assembramenti pericolosi in ogni ambito, privato e pubblico, e con l’obiettivo di ridurre al massimo la mobilità difficilmente controllabile», si spiega l’Unità di crisi con una nota, con cui si anticipano le ulteriori misure. Sono vietate le feste, anche conseguenti a cerimonie, civili o religiose, in luoghi pubblici, aperti pubblico e privati, al chiuso o all’aperto, con invitati estranei al nucleo familiare convivente. Sono sospese le attività di circoli ludici e ricreativi. «È fatta raccomandazione agli Enti e Uffici competenti di differenziare gli orari di servizio giornaliero del personale in presenza». Inoltre, «a tutti gli esercizi di ristorazione è fatto divieto di vendita con asporto dalle ore 21. Resta consentito il delivery senza limiti di orario». Le nuove misure «si aggiungono a quelle già disposte nelle recenti precedenti ordinanze, a cominciare dall’obbligo di indossare la mascherina deciso due settimane fa».


ORDINANZA N.79 del 15 ottobre 2020 | Scarica il documento


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