«Oasi del Lago di Conza incustodita usata come spiaggia». Il Sindaco: affidamento bloccato da due anni

APPELLO ALL'ENTE DI IRRIGAZIONE: «CONSENTA IL RIPRISTINO DELLA GESTIONE». Il sito naturalistico decretato area protetta dall'Unione Europea è chiuso per il mancato rinnovo della convenzione. Il primo cittadino lancia l'allarme: «Le rive lacustri preda del turismo occasionale, si rischia il degrado»

Area naturalistica protetta dell'oasi del WWF di Conza della Campania

L’Oasi del Lago di Conza, incustodita da ormai due anni, in questi giorni è usata come spiaggia, segnala il Sindaco di Conza della Campania, Luigi Ciccone. Il sito naturalistico è fuori controllo, spiega Ciccone, a causa del mancato rinnovo della convenzione. L’Ente Irrigazione frena sull’accordo per la gestione dell’Oasi Wwf, mentre le sponde dell’invaso sono preda dei bagnanti. L’Eipli- Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia nega il consenso all’accordo di programma per l’affidamento della gestione dell’oasi di Conza della Campania al Wwf e il sito naturalistico è congelato da due anni.

Auto e ombrelloni posizionati sulle rive dell’invaso di Conza della Campania

«OASI DEL LAGO DI CONZA, IL SINDACO: TERRA DI NESSUNO». Con la chiusura definitiva dell’Oasi e il furto delle due cicogne nella voliera, l’area dell’invaso è divenuta terra di nessuno. Pali delle staccionate divelti, tende da campeggio, camper, pascoli e visitatori abusivi che trascorrono intere giornate durante il fine settimana, non avendo però nessuna cura di rispettare l’ambiente. Soltanto nell’ultima domenica, intorno all’invaso e nei pressi dell’oasi hanno sostato circa 300 persone. Pur essendo negato l’accesso alle sponde dell’invaso con l’istallazione di blocchi di cemento nella parte che affianca l’area dei prefabbricati, il sito è facilmente raggiungibile dallo sbocco dell’Oasi e da altri punti.

Auto e ombrelloni posizionati sulle rive dell’invaso di Conza della Campania

Il forte interesse maturato per i siti naturalistici con particolare riferimento agli specchi d’acqua, meta turistica indiscussa dell’estate 2020, rischia di mettere a repentaglio l’importante lavoro condotto dal Wwf in prima battuta, ma anche da tutti gli enti e associazioni che negli ultimi 20 anni hanno collaborato alla riqualificazione dell’area che ha portato alla tutela da parte della Comunità Europea che l’ha dichiarata area protetta. L’invasione non controllata da parte di turisti occasionali potrebbe distruggere l’habitat e alterare gli equilibri che garantiscono la sopravvivenza delle specie. Come conferma il sindaco di Conza della Campania Luigi Ciccone, in pressing nei confronti dell’Ente Irrigazione per firmare l’accordo di programma e sbloccare la gestione, la stessa vigilanza e controllo dell’area non ricade nelle competenze del Comune ma impegna diversi attori.

Cartellone esibito nei pressi di uno degli ingressi all’invaso di Conza della Campania

«L’ACCORDO È SCADUTO NEL 2017. LA PROVINCIA DI AVELLINO HA FINANZIATO UN PRIMO INTERVENTO, MA SENZA INTESA NON ARRIVERANNO I SOLDI DALLA REGIONE». “L’Accordo precedente è scaduto nel 2017 e ci siamo attivati fin da subito con la Provincia e con l’Acquedotto Pugliese per rinnovare la concessione. La Provincia di Avellino ha concesso un finanziamento di 55mila euro per un progetto che ha consentito la riqualificazione dell’area dedicata alle cicogne, con un ampliamento della rete di protezione, la pulitura dello stagno ed altri lavori, ma il parere favorevole dell’ente irrigazione stenta ad arrivare. Mi è stato annunciato un pronunciamento entro la prossima settimana: in tal caso siamo pronti a sottoscrivere un accordo con la Provincia e l’Aqp, e a presentare richiesta per i fondi regionali. Lo stesso Comune garantisce un fondo annuo di 10mila euro e confidiamo che una operazione di rilancio possa trovare modi e forme per l’auto-sostentamento futuro” ha spiegato il sindaco.

Centro visite- oasi del WWF di Conza della Campania chiuso da due anni

«DA CALCOLARE I DANNI PROVOCATI NEI MESI DI ABBANDONO ALL’OASI DEL LAGO DI CONZA». L’area riqualificata dai lavori però non compensa il degrado che si sta consumando sul sito. “La motivazione addotta dall’Ente sulla sospensione del parere è che nel caso di piena dell’invaso, le acque non possono sommergere la struttura, che da sempre soltanto al piano terra nell’area del garage viene interessata da fenomeni di allagamento” puntualizza Marcello Giannotti, ex direttore dell’oasi conzana. “Il discorso però è stato affrontato già 20 anni fa dal Wwf ed è stato risolto”. Obiettivo dei tecnici incaricati di seguire le procedure è quello di ottenere l’autorizzazione con le prescrizioni dell’ente di predisporre l’evacuazione della struttura in caso di piena. “Se non si ottiene la firma del nuovo accordo per la gestione temo che non sarà più possibile recuperare l’oasi, e Conza perderà un asset fondamentale per le prospettive turistiche” tuona. La chiusura delle attività del sito due anni fa, aveva lasciato la possibilità ai gestori di continuare ad alimentare gli animali e di accogliere comitive su prenotazione, ma oggi è facilmente riscontrabile un danno subito per tutto il territorio.


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