‘Vini d’Irpinia in difficoltà dopo il virus’: Consorzio di tutela: biodigestore a Chianche colpo di grazia

«L'EMERGENZA SANITARIA HA COLPITO L'AGRICOLTURA IRPINA». Appello dei produttori all'Ato dei Rifiuti, perché «valuti con attenzione anche le ricadute economiche di una eventuale localizzazione dell'impianto nel distretto vitivinicolo del DocG»

Per le sorti dei Vini d’Irpinia in difficoltà dopo il virus confermare il biodigestore a Chianche rappresenterebbe un colpo di grazia. Lo scrive il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, in un documento diffuso nella tarda serata di ieri, lanciando un appello all’Ato dei Rifiuti, perché valuti con attenzione anche le ricadute economiche di una eventuale localizzazione dell’impianto nel distretto vitivinicolo del DocG. In sostanza, si chiede con toni molto diversi da quelli dei mesi scorsi, di valutare attentamente circostanze che vanno al di là della analisi condotta dalla commissione tecnica, tenendo ben presente l’impatto del virus sull’agricoltura in provincia di Avellino e nel contesto regionale. L’appello è rivolta all’Ato come insieme dei Sindaci d’Irpinia. Di seguito la nota integrale.


Evitiamo ai Vini d’Irpinia un altro colpo punitivo

Documento del Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia

Stefano Di Marzo, responsabile della Azienda vinicola Torricino di Tufo e Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Irpini

Il “Consorzio di tutela dei vini d’Irpinia” fin dall’inizio si è pronunciato con fermezza contro l’ipotesi di realizzare nel territorio di Chianche, nel cuore dell’area di pregio “D.O.C.G” del Greco di Tufo “ , un impianto industriale di trattamento dei rifiuti organici. Le ragioni, che si sono riconosciute in quelle del Coordinamento creato tra comuni, associazioni e aziende vitivinicole, sono state ampiamente chiarite facendo intendere che non vi è nulla di ideologico rispetto alla natura dell’impianto e al dovere di creare un ciclo integrato provinciale in materia di trattamento dei rifiuti. Esse, infatti, riguardano l’infelice collocazione in un’area insufficiente e non attrezzata dal punto di vista produttivo che comporterà un esorbitante esborso di denaro pubblico per espropri e la realizzazione di infrastrutture e sottoservizi del tutto inesistenti, inserita in un contesto dall’alto valore naturalistico e di pregio agricolo, collegata con una rete stradale palesemente insufficiente, lontana ben 25 chilometri dal più vicino casello autostradale, soggetta a ripetute chiusure per caduta massi, prossima a pochi metri al passaggio a livello ferroviario e al fiume Sabato, per nulla baricentrica rispetto alla perimetrazione del territorio irpino ma prossima alla città di Benevento, vocata a una valorizzazione in chiave enoturistica e non certo di filiera del trattamento dei rifiuti.

Veduta area di Chianche, immersa nei suoi vigneti del Greco di Tufo DocG

Altri comuni in provincia di Avellino hanno avanzato altrettante manifestazioni di interesse per ospitare il biodigestore e tutti palesemente più corrispondenti ai requisiti previsti dalla normativa nazionale e regionale in materia rispetto al comune di Chianche. Non abbiamo mai ceduto alla logica del “no nel mio giardino” avendo ragionato sempre in termini di compatibilità territoriale provinciale e di corrispondenza alle regole e ai principi legislativi di merito.

Il rendering del biodigestore di Chianche

In un momento difficile come quello post pandemico per l’agricoltura di pregio assestare un altro colpo punitivo significherebbe concorrere a relegare questo settore strategico dell’economia irpina e regionale in una condizione di grave difficoltà con conseguenze negative non indifferenti nel settore vitivinicolo e per gli stessi territori che hanno scommesso su una precisa vocazione di sviluppo. Per questi motivi rivolgiamo alle istituzioni regionali e provinciali preposte un invito alla ragionevolezza e alla responsabilità perché, al di là dello studio della Commissione incaricata di valutare il contesto di disponibilità, siano solo gli Organismi collegiali istituzionalmente preposti dell’A.T.O. Rifiuti di Avellino a realizzare il diritto esclusivo di valutazione e di decisione in merito.


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