“Pd al bivio in Irpinia”, De Feo (Areadem) congresso, no inciuci

"IL COMMISSARIO DEL PARTITO PROVINCIALE SCELGA: ULTIMA CHIAMATA". Il componente di Area Democratica alla vigilia della scelta di programmi e candidature in vista delle elezioni regionali e comunali di settembre

Il “Pd al bivio in Irpinia rischia una frattura definitiva con il suo elettorato, ma soprattutto con i suoi oltre 4mila iscritti, se non ripristinerà subito le regole democratiche sospese per una sentenza del giudice 9 mesi fa”. Così Antonio De Feo, componente di Area Democratica interviene per segnalare la situazione che definisce “fuori dallo statuto” in provincia di Avellino. “A sette mesi dalla fine del tesseramento, concluso 60 giorni prima del lockdown, ogni giorno ci sono iscritti che chiedono conto della paralisi democratica in cui versa il Pd in provincia di Avellino”.

Antonio De Feo

De Feo è esplicito sui rischi che Areadem vede all’orizzonte: “Alla vigilia della scelta di programmi e candidature in vista delle elezioni regionali e comunali di settembre tra i nostri iscritti è crescente la sensazione di un dejavu, di una situazione già vista alle elezioni politiche, quando le imposizioni calate da fuori provincia provocarono il crollo dei consensi e una debacle elettorale senza precedenti”. De Feo pone la questione in termini semplici parlando di Pd irpino al bivio: “Per il nostro popolo si tratta di scegliere fra due prospettive antitetiche, inevitabilmente opposte: inciucio tra pochi o democrazia”. Per l’esponente di Area Democratica non ci sono alternative: “Le decisioni che si dovranno prendere nel partito spettano ad organismi legittimamente eletti dagli iscritti, altrimenti è chiaro che appariranno il frutto di un accordo consumato tra pochi, lontano dai Circoli”.

Uno dei manifesti del Partito Democratico lanciati per il tesseramento Pd on line 2019

“DUE TESSERAMENTI IN UN ANNO NON SONO BASTATI PER IL CONGRESSO”.  ‘”Abbiamo coinvolto gli iscritti in due tesseramenti a distanza di pochi mesi, con una risposta entusiastica anche nella seconda occasione”, sottolinea. “Replicando lo stesso numero di adesioni, nonostante la scissione renziana e il distacco di militanti e dirigenti, la nostra gente ha voluto riprendersi un Pd che invece resta inspiegabilmente e immotivatamente sospeso”, spiega Antonio De Feo. “Il rischio, non elebrando subito il congresso, è far scivolare il Pd Irpino al terzo tesseramento in autunno, pretendendo dalle persone il sostegno per un partito che nell’ultimo anno ha raccolto le quote per poi chiude la porta in faccia ai suoi sostenitori al momento della partecipazione attiva. Tutto questo è inammissibile, ma anche molto rischioso”. Il riferimento è ancora una volta al voto: “Senza lo spazio per un confronto sui territori, senza mettere le facce di dirigenti legittimati, in Irpinia il Partito Democratico non potrà dare quel contributo che tradizionalmente in Irpinia ha fornito in tutte le competizioni”.

“AREADEM IN TRINCEA CON IL GOVERNATORE DE LUCA DALLE PRIMARIE 2015: MA ANCHE GLI ISCRITTI VOGLIONO PARTECIPARE”. In questo scenario, De Feo esprime la preoccupazione della sua componente per le insidie di una campagna elettorale irritualmente prevista in estate. “Quando tutti alle primarie del 2015 erano schierati contro l’attuale governatore, allora ex sindaco di Salerno De Luca, quando in tanti non si sbilanciavano mesi fa prima della ricandidatura ufficiale, Areadem era in campo per sostenerlo come unica scelta qualificata per guidare la svolta in Campania”, premette. Analogamente ora, “mentre stiamo lavorando convintamente per la sua rielezione, come ogni militante, dirigente o rappresentante istituzionale del Pd dovrebbe fare, avvertiamo il disagio di chi con la tessera in tasca è costretto a sentirsi emarginato in casa propria, gli iscritti. Dobbiamo colmare ora questo pericoloso gap”.

“SOLO DAL CONFRONTO DEMOCRATICO NASCONO PROGETTI CREDIBILI E CANDIDATURE AUTOREVOLI PERCHÈ LEGITTIMATE DAL CONSENSO DELLA BASE”. Antonio De Feo puntualizza che in discussione non c’è solo la scelta dei candidati. “Le liste verranno fatte a livello regionale con un ruolo attivo delle federazioni provinciali, a cui spetta un confronto di merito sul progetto politico da affidare alle rappresentanze in consiglio regionale”. Per questo, avverte, “il congresso è urgente per far venire fuori le diverse idee e proposte”. Serve un progetto per l’Irpinia da portare a Napoli, afferma in sostanza. “Dobbiamo stabilire la linea politica e programmatica che rifletta una visione condivisa dalla base del partito”. Per De Feo da mesi manca “ogni più elementare attività di confronto: il Pd oggi è uno spazio negato in provincia di Avellino, fatta salva l’iniziativa che singoli o componenti – io posso parlare per Areadem – mettono in campo surrogando il partito ormai evanescente”.

Il Vicesegretario nazionale del Pd, Andrea Orlando, accanto al commissario provinciale del partito ad Avellino, Aldo Cennamo

“IL COMMISSARIO DEL PARTITO PROVINCIALE SCELGA: ULTIMA CHIAMATA”. Su questo crinale, Areadem confida nella responsabilità “di chi ha avuto da Roma il mandato a organizzare il congresso, superando con le regole la situazione di illegalità sanzionata dal giudice con lo scioglimento degli organismi dirigenti: il commissario Aldo Cennamo”. Nel merito: “Se il Pd al bivio in Irpinia vive la fase forse più drammatica della sua storia iniziata nell’autunno del 2007, tocca al commissario dopo 11 mesi di mandato restituire il partito alla sovranità degli iscritti”. E precisa: “Non spetta al commussario Aldo Cennamo o ad altri, a prescindere dal ruolo istituzionale, dettare condizioni sui contenuti e sul metodo del dibattito congressuale, nè porre limiti e pregiudiziali ad un confronto che dovrà esprimere democraticamente una maggioranza e una opposizione: l’unica preoccupazione deve essere liberare il Pd irpino da un vulnus che ad Avellino lo mette sullo stesso piano di forze che i rappresentanti li nominano, non li eleggono”. Al contrario, “il commissario dovrà spendere il proprio riconosciuto prestigio politico personale per accompagnare, garantendola, nella legalità e nella trasparenza i passaggi procedurali, considerando che non sono stati da lui ritenuti necessari gli organismi di garanzia”. Vista la tempistica, i margini sono stretti riconosce De Feo. “Senza uno sbocco a questa crisi grave del Pd irpino, Areadem dovrà fare ciò che per senso di responsabilità e assoluta volontà di dialogo non ha fatto in questi mesi, cioè richiedere l’applicazione dello statuto nella sede competente. Siamo fuori tempo massimo”. E conclude, avvertendo che “applicando i protocolli di contenimento del coronavirus l’assise congressuale può sbloccare il Pd al bivio in Irpinia rapidamente”. Non vede ostacoli connessi all’epidemia: “Visto che c’è chi propone le primarie per scegliere i candidati, non dovrebbe preoccupare certo il congresso”.


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