Con la Zes Calitri ritrova l’industria nel Pip. Ne è sicuro il Sindaco Michele Di Maio, che ha pronto un piano di sviluppo. L’idea è utilizzare il Pip come terzo sito industriale, dopo le Aree Asi. Industria e Pip in un unico polo produttivo a Calitri è il suo progetto da candidare alla Zes, la zona economica speciale. Di Maio intende cogliere le opportunità offerte dal protocollo di Venticano, che consente ai Comuni di collegare i piani di insediamento produttivi alle Zes irpine di Valle Ufita, Calaggio e Pianodardine. Con la Zes Calitri ritrova l’industria che oggi conta, quella che guarda ai collegamenti ferroviari europei e alla leva competitiva della logistica.

LA STRATEGIA. L’amministrazione comunale di Calitri guidata da Michele Di Maio lavora alla nuova fase di sviluppo industriale e delle due aree Pip cittadine. In vista della ripresa dei lavori, interrotti dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria per il Coronavirus, il Comune intende risolvere le questioni amministrative legate alle proprietà dei suoli e al completamento delle arterie infrastrutturali. Il 19 maggio scorso era prevista una video conferenza con la Commissione Europea che segue le Zes in Europa e la Regione Campania. L’incontro è stato rinviato alla metà di giugno, ma i 40 Comuni firmatari degli accordi di Venticano hanno la possibilità di mettere in moto processi di sviluppo non impattante, senza dover attendere i prossimi passi della cabina di regia del Consorzio industriale di Avellino.

Michele Di Maio, sindaco di Calitri

CON LA ZES CALITRI RITROVA L’INDUSTRIA NEL PIP. A Calitri Micheie Di Maio lavora non solo per la riassegnazione dei capannoni vuoti, ma anche per la messa a bando dei lotti nell’area Pip, speculari geograficamente al sito industriale, tale da creare un unico grande polo produttivo da candidare alla Zes. L’area industriale è ubicata al confine con la Basilicata, la Calitri-Nerico che è prossima al Comune di Pescopagano, dove hanno ripreso a lavorare la Starcell e la Holzabau Sud, ma solo con un terzo dei dipendenti per questioni di sicurezza. Il fallimento della Iavarone e l’acquisizione della Cdi da parte di un imprenditore della provincia di Salerno che ha avviato la produzione di pannelli solari sono al centro di una trattativa da un anno. Insiste nell’area anche un capannone di una ditta che produce coni gelato e diversi lotti vuoti da svincolare con delle procedure dell’Asi di Avellino. C’è un contenzioso aperto per alcuni lotti, su cui il Comune rivendica la proprietà di alcune particelle, ma che la giunta comunale e l’Asi stanno cercando di risolvere, con l’obiettivo di riassegnarli in vista dell’apertura delle Zes.

CALITRI NERICO. L’Asi è divenuta proprietaria del lotto comprato dalla Holzbau Sud di 20mila metri quadri e utilizzata solo in parte. Quella di Calitri- Nerico è la situazione più complessa della Campania, che paga lo scotto di avere scommesso sulla CDI e sui suoi 250 addetti alla produzione. Differente è la situazione nell’area Pip comunale, che pure si trova nei pressi della stazione fra Nerico e Calitri, ed è occupata da aziende locali: mulini per la lavorazione della farina, insaccati, latticini e caciocavalli. E’ presente anche una fabbrica che si occupa di carrozzeria. Una seconda area Pip risale invece a 10 anni fa, dove è presente un incubatore di impresa, sono stati assegnati 6 lotti ad artigiani locali, ed è previsto il fitto o la vendita di terreni a nuovi artigiani, con una campagna di promozione ad hoc. L’area in questione è prossima all’area industriale cittadina e si presta a costruire collegamenti fra i due siti e ottimizzare gli spazi.

Sindaci in fascia tricolore a Venticano per la firma del protocollo d intesa per lo sviluppo siglato con Asi e Regione Campania

“Da quando sono sindaco ho sempre partecipato a tutte le riunioni del’Asi, con cui credo di avere un rapporto quasi quotidiano. La mia amministrazione è particolarmente attenta alla promozione dei siti, e cerchiamo di catturare l’attenzione di imprenditori che vogliano aderire al piano per lo sviluppo messo in campo dall’Asi e dalla Regione e a cui ha aderito il Comune insieme ad altre 39 amministrazioni” spiega Di Maio. “Nella fase di ampliamento delle Zes si sono fatti avanti diversi imprenditori, ma la pandemia ha interrotto tutto il lavoro. In questo momento stiamo cercando di definire dal punto di vista amministrativo chi sono i proprietari dei lotti e dei capannoni per metterli in vendita o da affittare: nonostante gli sforzi dobbiamo prendere atto che il turismo non sia il volano principale su cui costruire lo sviluppo. E’ necessario invece costruire i presupposti per costruire una solida impalcatura economica. Immagino l’apicoltura biologica, che anche nelle aree industriali rappresenterebbe un valore aggiunto; un’economia circolare che guardi alla semina, raccolta e produzione con la realizzazione di una filiera chiusa che consegni sul mercato il prodotto finito e a marchio “irpino” continua.

La Calitri Muro Lucano, l’asse che collega l’area industriale di Nerico alla Basilicata, poco prima della sua apertura

UNO SVINCOLO SULLA LIONI-CONTURSI PER CALITRI. Michele Di Maio crede in un rilancio della vocazione industriale di Calitri. “Resto fortemente convinto che una politica industriale rilanciata dalla Zes può catturare l’attenzione di imprenditori seri, persone che abbiano a cuore questo territorio, rappresentando una strategia vincente”. Il Comune di Calitri infatti è fra i primi firmatari della richiesta di recupero della ferrovia Eboli- Calitri che si candida non solo al trasporto merci e delle bisarche che da Melfi si dirigono verso la Lioni- Contursi e quindi al Porto di Salerno; ma anche per sgravare del traffico l’Ofantina e renderla più sicura. Non solo. Da pochi mesi, il sindaco Di Maio ha preso parte al taglio del nastro della Calitri- Muro Lucano, percorribile in 25 minuti e non più in 1 ora circa come era previsto nel tratto originario. “Le infrastrutture sono la base dello sviluppo: per questo oggi chiediamo l’apertura dell’uscita sulla Contursi- Lioni che consenta l’accesso diretto per Conza e Calitri. Arrivando da Caposele, prima di poter procedere in direzione Calitri, auto e tir sono costretti ad uscire a Lioni per poi tornare indietro. I mezzi pesanti escono a Teora, per poi attraversare il ponte all’ingresso di Lioni e rimettersi sull’Ofantina. La richiesta è già stata presentata alla Provincia di Avellino e si attende un pronunciamento dallo staff del presidente Domenico Biancardi.


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