‘Consorzio Diversi Vignaioli irpini’, degustazioni social contro la crisi

La degustazione promossa sui social dai titolari delle aziende ha fornito l'occasione per fare il punto sulle gravi difficoltà che sta affrontando il comparto vitivinicolo, ma anche sulle strategie per superare la crisi e rilanciare le etichette sul mercato internazionale

Consorzio Diversi Vignaioli Irpini

Il ‘Consorzio Diversi Vignaioli irpini’ valuta strategie per superare la crisi. Il Consorzio Diversi Vignaioli Irpini promuove una degustazione su piattaforma da remoto attraverso i social media per superare il calo delle vendite causato dalla chiusura di ristoranti ed enoteche. Speculare e non alternativa al Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, la rete dei “diversi vignaioli irpini” è nata con l’intento di fare massa critica e sostenere la competizione con le grandi cantine, per emergere sul mercato e proporre le infinite declinazioni della viticoltura irpina, ricca di saperi, varietà e creatività. Appena undici cantine accomunate dalle piccole dimensioni e quindi dalla ridotta capacità dei volumi di bottiglie da mettere sul mercato, al di sotto delle 30mila bottiglie annue. La produzione di nicchia però aumenta il valore del prodotto, e consente ai viticoltori di mettere sul mercato un distillato di identità territoriale, ma anche di ricerche e sperimentazioni come valore aggiunto.

I titolari del Consorzio Diversi Vignaioli irpini

“Siamo nati come consorzio intorno al 2012, ma già in precedenza alcune piccole cantine così come i nostri predecessori si erano fatti promotori dell’esigenza di associarsi in consorzio, in quanto il Consorzio di Tutela viveva un momento di stallo” spiega Antonella Lonardo, erede dell’omonima azienda fondata da suo padre. Spiega che le piccole cantine si sono organizzate in consorzio per discutere delle esigenze specifiche dei piccoli produttori, diverse da quelli delle grandi etichette. “Abbiamo valutato tratti, problemi ed esigenze comuni, li abbiamo scelti e ci siamo associati. La nostra non è stata una strategia per ‘andare contro qualcuno’, ma una vera esigenza di compattarci e conquistare quei vantaggi che singolarmente non avremmo potuto ottenere. Per esempio ottenere visibilità partecipando insieme al Vinitaly con una riduzione dei costi dell’80%. Aggregandoci e condividendo gli investimenti, siamo riusciti a dimezzare i costi e a rendere possibile l’esperienza” continua. L’incontro su piattaforma web intanto, non ha solo consentito una degustazione dei prodotti, ma ha permesso di affrontare con un piglio diverso la crisi del vino provocata dal lockdown. “Ci siamo tenuti in contatto quotidianamente per valutare come affrontare la crisi e tenendo monitorate tutte le attività che Camera di Commercio e Governo hanno messo a disposizione di noi piccoli produttori. Quello che è stato destinato a noi è irrisorio, però siamo in aggiornamento costante sulle normative e per elaborare una strategia di rilancio, proprio perchè i nostri maggiori compratori- ristoranti ed enoteche- sono chiusi. L’unica strada su cui puntare è la pubblicità, quindi con l’unico canale disponibile in questo momento, ovvero i social media. Di qui l’idea di lanciare una degustazione tutti insieme” argomenta Lonardo.

Consorzio Diversi Vignaioli Irpini

LE CANTINE. Le cantine del Consorzio sono Antico Castello, Bambinuto, Villa Diamante, Tenuta Sarno 1860, Stefania Barbot, Guastaferro, Le Ormere, Joaquin, Cantina Giardino, Luigi Tecce e Cantine Lonardo. L’ipotesi di entrare sulle piattaforme on line per l’e-commerce come dettato dal Ministero per le aziende con contributi dedicati per la solidarietà digitale, è stato preso in considerazione da molte cantine, alcune delle quali già hanno sperimentato l’e- commerce con ricarichi alti. Mentre il Consorzio dei Diversi Vignaioli Irpini, presieduto da Marilena Aufiero della cantina Bambinuto valuta l’ipotesi di promozione delle etichette, l’Associazione Città del Vino rappresentata da Teobaldo Acone stringe un accordo di partenariato con un’azienda lombarda per allestire una piattaforma e-commerce dedicata alla vendita dei vini d’Irpinia.

IL VINO IRPINO E AMAZON. Non solo. Amazon pubblicizza la sezione “Made in Italy” e apre le porte a 600 imprese italiane che potranno beneficiare per 18 mesi dei canali di diffusione dedicati dal colosso del commercio on line. Sulla necessità di spingere per promuovere il Taurasi e il vino irpino si è espresso anche Paul Balke, il giornalista olandese che si inserisce fra i maggiori promoter dell’Irpinia vitivinicola. “Le iniziative messe in campo sono tutte interessanti: il commercio cambia e l’e-commerce è una realtà in crescita” commenta Maura Sarno, titolare della Tenuta Sarno 1860. “Quella di Teobaldo Acone è una iniziativa lodevole, anche se molti di noi già hanno nel proprio sito l’e-commerce individuale e abbiamo aderito ad altre reti dedicate. Amazon invece ha la sezione dedicata da diverso tempo, e prenderla in considerazione non significa svendere il proprio prodotto ma dare visibilità a livello mondiale” conclude.


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