L’ex sindaco di Ariano Melito: la città impari a farsi sentire

Lettera aperta alla cittadinanza e alle autorità locali e regionali alla vigilia della scadenza della quarantena (di prossima proroga): «Persiste una sensazione di abbandono»

Con la zona rossa in scadenza, dal Tricolle arriva un monito che l’ex sindaco di Ariano Melito rivolge innanzitutto ai suoi concittadini. Per Vittorio Melito «la percezione di abbandono persiste nella città». Con una lettera aperta si rivolge ai cittadini e alle autorità regionali. «Domani scade l’ordinanza n. 17 del Presidente della Regione che ha dichiarato Ariano ‘zona rossa’ sarà probabilmente prorogata» scrive, ritenendo questa scelta inevitabile. Tuttavia, l’ex sindaco di Ariano Melito esorta la città a farsi sentire, auspicando che non sia esaurisca nella quarantena  l’attenzione dall’esterno della sua città. Agli arianesi l’ex sindaco di Ariano Melito chiede di far sentire «la propria voce al Presidente della Regione ed al Direttore Generale della ASL di Avellino, chiedendo di non vedere più in Ariano soltanto un pericolo da circoscrivere ma una comunità che ha diritto alla salute ed alla quale serve a tale scopo un’attenzione peculiare e prioritaria».

Ariano Irpino

Ariano impari a farsi sentire

di Vittorio Melito | Già Sindaco di Ariano Irpino

Sono stato Sindaco della Città di Ariano Irpino dal 1996 al 2000, restando poi sempre lontano dalla politica attiva. L’amore per la Città, in questa situazione così grave, mi spinge ad esprimere alcune considerazioni, senza certo per questo voler “fare politica”. Non è un mistero (Enrico Franza lo ha scritto sul suo profilo Facebook) che qualche giorno fa ho preso l’iniziativa di sollecitare i componenti del disciolto Consiglio comunale ad assumere una posizione comune, contribuendo a redigere il documento unitario poi pubblicato. Li ringrazio di aver condiviso le mie preoccupazioni. Domani scade l’ordinanza n. 17 del Presidente della Regione che ha dichiarato Ariano «zona rossa»: sarà probabilmente prorogata; considerato l’andamento dei contagi e – da ultimo – quanto accaduto al centro Minerva, è augurabile che sia così. A proposito: ma si dovevano proprio aspettare quindici giorni ed il verificarsi di decessi prima di verificare la condizione degli anziani in comunità ubicate nella zona rossa?

Il Comune di Ariano Irpino

Mi chiedo cosa sia stato fatto dal 15 marzo in poi per individuare i meccanismi di diffusione del virus che resero necessaria quella dichiarazione e se Regione ed ASL ritengano di aver adempiuto ai loro compiti in tal senso. La delimitazione della <<zona rossa>> non può essere strumentale soltanto alla tutela, pur doverosa, del territorio ad essa esterno; al suo interno andavano poste in essere iniziative straordinarie ed eccezionali, come sollecitate in quel documento ed ancor più in quello sottoscritto dai primari del nostro ospedale: sembra che ci si sia limitati ad allestire nel nosocomio un’area Covid con modalità tali che essa ha spesso rischiato di essere più occasione di infezione che baluardo di cura, senza alcun intervento sul territorio. Non ci si può trincerare dietro la mancanza di normative specifiche: criteri di opportunità e buon andamento dell’amministrazione richiedono che ad una situazione diseguale rispetto alle altre si applichino azioni differenti e peculiari. Né le difficoltà di esecuzione ed analisi dei tamponi possono giustificare, ad esempio, l’inesistenza di serie indagini epidemiologiche, di sforzi tesi ad individuare soggetti asintomatici potenzialmente contagiosi, di analisi delle probabili occasioni di contagio degli ammalati e della loro articolazione all’interno dello stesso territorio comunale (esteso più dei comuni di Napoli e Salerno, sommati insieme). Le segnalazioni di situazioni domestiche di particolare disagio e pericolo fioccano: qualche intervento viene ottenuto soltanto grazie al clamore sui mezzi di informazione ed alla meritoria opera del volontariato, cui va il mio plauso come ai sanitari tutti.

L’ingresso all’ospedale Sant’Ottone Frangipane di Ariano Irpino

La percezione di abbandono persiste. Io non so usare i “social”; mi piacerebbe che gli organi di informazione e tutti coloro che hanno quei contatti diretti con la popolazione che io non ho più, sollecitassero gli arianesi tutti a far giungere – tramite i social o in qualsiasi altro modo lecito – la propria voce al Presidente della Regione ed al Direttore Generale della ASL di Avellino, chiedendo di non vedere più in Ariano soltanto un pericolo da circoscrivere ma una comunità che ha diritto alla salute ed alla quale serve a tale scopo un’attenzione peculiare e prioritaria. Facciamoci sentire! Questa era l’esigenza che portò al documento degli ex consiglieri ed essa è più che mai attuale.


BRIEFING AD ARIANO, MASSIMA ATTENZIONE ALL’OSPEDALE FRANGIPANE. Ad Ariano Irpino, zona in quarantena per un grave focolaio endemico, si è affrontata la complessità della situazione che ha prodotto, per la stessa eccezionalità del fenomeno, ripercussioni sui servizi stessi, ma anche una risposta rapida nel riconvertire aree dedicate ad assistenza Covid. Presso il presidio ospedaliero Frangipane vi sono attualmente 7 posti letto di terapia intensiva e 32 di degenza, di cui 4 di sub-intensiva. La funzione dell’ospedale è delicatissima in una città dove i casi riscontrati di coronavirus in Irpinia rappresentano il 5% di tutta la Campania. «Anche qui, la verifica sul campo e la ricognizione delle esigenze ha voluto essere un segnale dell’attenzione del Presidente De Luca a un’area con priorità di interventi», si legge in una nota dell’Unità di crisi. «Sulle criticità segnalate, come il ritardo negli esiti dei tamponi, si è condivisa l’impostazione organizzativa e l’obiettivo di realizzare ulteriori interventi migliorativi immediati e mirati, a partire dal potenziamento del personale e dall’arrivo dei test rapidi che saranno utilizzati prioritariamente per il personale medico sanitario».

TASK FORCE NELL’AREA ROSSA DEL VALLO DI DIANO. Dopo l’approfondimento sulla situazione del coronavirus in Irpinia, ieri mattina una task force dell’Unità di Crisi, composta tra gli altri dal consigliere per la Salute Enrico Coscioni e dal direttore generale dell’Asl Salerno Mario Iervolino, ha effettuato un sopralluogo nell’area rossa del Vallo di Diano dove in cinque Comuni è stata disposta la quarantena nei giorni scorsi. La task force è stata all’ospedale di Polla che nel comprensorio sta attuando i percorsi per la cura e messa in sicurezza dei pazienti sospetti Covid. Nell’area si è registrato un picco di pazienti positivi e sono stati raccolti elementi e rafforzate misure importanti per l’ulteriore e decisivo contenimento del contagio. E’ ormai pronta l’area Covid nella quale vi sono già due posti letto di terapia intensiva, che possono essere raddoppiati e 8 posti letto di degenza già disponibili e attrezzati. «Si è rilevata inoltre la necessità di garantire la presenza di un infettivologo che già da lunedì in collaborazione con l’Azienda Ruggi, sarà a dispoizione h24», fa sapere in una nota l’Unità di crisi. «Si rinnovano alla popolazione gli obblighi dell’ordinanza di quarantena, a cominciare dalla mobilità tra Comuni vicini oltre al distanziamento sociale».​


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