Con i medici di Ariano per salvare vite, Di Cicilia: non lasciamoli soli in trincea

La sindaca di Villamaina si prepara ad entrare nel reparto Covid del Frangipane in qualità di infettivologa. Stefania Di Cicilia ha risposto all'appello lanciato ai medici per fronteggiare l'emergenza sanitaria in corso e "fare la sua parte, per il territorio in cui ho scelto di vivere"

Con i medici di Ariano per salvare vite, Di Cicilia: non lasciamoli soli in trincea. “Ho scelto di entrare nel reparto Covid di Ariano perchè come medico sento l’esigenza di dare il mio contributo in un momento di emergenza a salvare vite. Ho risposto all’appello lanciato dall’Azienda Sanitaria prchè grazie alla mia specializzazione professionale posso aiutrare i colleghi infettivologi impegnati in prima linea nella zona più colpita dal Coronavirus in provincia di Avellino, nel cuore di un comprensorio che si trova a ridosso di un comune in cui sono sindaco”. Così Stefania Di Cicilia, sindaco di Villamaina e medico specialistico che presterà servizio presso il reparto Covid di Ariano Irpino. “Con l’ammirazione per i tanti colleghi che hanno deciso di affrontare viaggi lunghi per andare nelle zone rosse del nord Italia io posso dare il mio contributo allontanandomi per pochi chilometri. Non mi sento un eroe e come medico lo ritengo un dovere morale prima che professionale. Ariano è parte integrante del nostro territorio provinciale e le migliaia di persone che sono in quarantena meritano rispetto e il massimo impegno di tutti quelli che possono fare qualcosa” argomenta.

“Oggi c’è l’esigenza di curare tutti i pazienti e in pochissimo tempo, ed esporsi per aiutare chi in questo momento ne ha bisogno, oltre che per sostenere le professionalità in campo al Frangipane. Fuori dagli ospedali invece non è facile gestire le tante difficoltà di anziani soli, delle famiglie indigenti che non hanno più un piatto da mangiare. L’ospedale di Ariano Irpino andrà i difficoltà perchè i numeri aumenteranno, e qualunque persona che abbia scelto di fare il medico è chiamato a rispondere ad una missione ben precisa. Questo è il momento del sostegno ai validi professionisti del Tricolle e ai tanti volontari delle associazioni che supportano gli operatori della sanità e fanno il loro dovere in queste giornate; così come meritano sostegno morale i tantissimi giovani consegnano la spesa ai Covid positivi. A loro dobbiamo dire grazie ed evitare polemiche strumentali. Questi momenti così drammatici devono far venire fuori quella solidarietà di cui noi irpini siamo capaci e che abbiamo già sperimentato con il terremoto del 1980. Questo è il momento di rimboccarci le maniche e far prevalere il senso civico, ognuno per la sua parte, ognuno per il suo ruolo, con responsabilità”.

Di Cicilia sottolinea il suo impegno personale in favore della comunità, da sindaco e da medico. “Faccio l’amministratore da 9 anni e la mia missione quotidiana è sempre stata quella di mettermi a servizio della comunità, per guidare l’amministrazione di Villamaina in un momento storico difficile e affrontare nel migliore dei modi il disagio dei nostri giovani. Ricopro con lo stesso spirito anche la carica di presidente dell’Unione dei Comuni Terre dell’Ufita, un’associazione in cui credo molto e che rispecchia la capacità degli amministratori di fare rete e costruire una massa critica di energie utili a questo territorio. Sono una sostenitrice delle capacità del capitale umano, che coniugato alle infrastrutture materiali di questo territorio, sarà in grado di far decollare le giuste leve dello sviluppo. La robustezza di questi principi è tanta e tale che io stessa dopo una laurea in medicina conseguita in tempi record e successiva specializzazione, ho speso qui le mie ambizioni professionali, non senza sacrifici. Non per questo ho cercato candidature e ho sempre svolto il mio lavoro con senso di responsabilità e abnegazione. Il mio curriculum parla per me e garantisce la mia attività professionale: quella che ho scelto non è una professione ma è una missione e in questo particolare momento storico a noi medici è stato affidato il compito più atroce. Nessuno può tirarsi indietro, nè può sottrarsi al suo dovere e io come altri, ho sentito di dover dare il mio contributo in questa emergenza.

Non è certo questo il momento di aprire analisi politiche, nè di strumentalizzare in maniera inopportuna il lavoro di chi in queste ore vive lontano dagli affetti e soltanto per fronteggiare alla grave carenza di risposte nei nostri ospedali. Sono un medico dell’emergenza territoriale ma escludo che possiamo essere etichettati come eroi. Bisognerebbe chiedersi invece il motivo di certe scelte sanitarie adottate negli anni, e del perchè i cittadini del Mezzogiorno non hanno avuto gli stessi diritti di accesso alle cure riservati ai cittadini del Nord Italia. Il mio incarico deriva dal fatto che la mia specializzazione professionale è equipollente ad infettivologia e ho accettato di dare una mano al Frangipane di Ariano Irpino per 12 ore settimanali, dove molte persone hanno paura di entrare, ma sto solo facendo la mia parte” conclude.


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