Il caso Irpinia alla “Small town conference 2019” di Salerno. Fiore: le aree interne sono una risorsa su cui investire. L’Università di Salerno alza oggi il sipario sulla Conferenza Internazionale sul tema “Small town Conference 2019”, ovvero un focus su “I centri minori, da problema a risorsa. Strategie sostenibili per la valorizzazione del patrimonio edilizio paesaggistico e culturale delle aree interne”. La conferenza nasce da un’idea di Pierfrancesco Fiore, del Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Salerno, dove insegna architettura tecnica. Monteverde, Quaglietta, Aquilonia, Gesualdo, il Carro di Mirabella Eclano sono i comuni campione menzionati come caso studio “Irpinia”, che nella prima giornata di studi avrà una sua dimensione scientifica e politica autonoma. Nel primo pomeriggio di ieri, alle 14.30 la sessione è stata presieduta e guidata da Giovanni Coppola, Pierfrancesco Fiore e Angelo Verderosa, e con l’intervento per i saluti di: Vincenzo Zigarella, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Avellino, Domenico Biancardi presidente della Provincia di Avellino, Erminio Petecca presidente dell’Ordine degli Architetti di Avellino, e Michele Di Giacomo, presidente Ance Avellino.

Pierfrancesco Fiore, docente di architettura tecnica all’Università di Salerno

“Si tratta di una conferenza di rilevanza internazionale aperta a 18 Paesi europei e del resto del mondo, oltre che agli ordini professioni, amministrazioni locali, istituzionali e associazioni, per fare il punto sulle aree interne e il tema dello spopolamento, una questione che sta allarmando moltissimi piccoli centri di tutta Europa” spiega il professor Fiore. “Le proiezioni negative sull’andamento demografico e l’abbandono da parte dei giovani mina la possibilità di gestire l’intero patrimonio territoriale e la garanzia dei servizi essenziali, destinando queste aree all’abbandono e al degrado generale: se l’orizzonte politico e culturale deve guardare al turismo allora è necessario trattenere gli abitanti, ovvero i veri depositari di tradizioni e autenticità dei luoghi abitati”.

Con la promozione di una Conferenza Internazionale tematica, l’Università di Salerno e il docente di Architettura tecnica intendono costruire un ponte di dialogo e collaborazione fra addetti ai lavori, istituzioni, professionalità, aziende e ricercatori per superare la connotazione frammentaria e sporadica delle iniziative e promuovere una coralità di interventi utili a ribaltare la piramide e a invertire la tendenza. “Stiamo attraversando una emergenza nazionale e in molte regioni si stanno svendendo le case ad 1 euro: non accade solo in Irpinia ma anche in Calabria, Sicilia, Sardegna ed altre, per questo è arrivato il momento di proporre idee e percorsi che metano in relazione in maniera trasversale e collettiva tutti gli attori” continua Fiore. La valorizzazione delle peculiarità dei piccoli paesi, è l’impalcatura suggerita dall’accademico su cui costruire l’intero progetto di rivitalizzazione delle aree interne.

Monteverde Città più Accessibile d’Europa

Alla Small town conference 2019 l’obiettivo è l’innovazione applicata. “E’ arrivato il momento di pensare all’utilizzo delle tecnologie per avviare il telelavoro, e consentire di lavorare da casa almeno per tre giorni a settimana. In secondo luogo bisogna promuovere e valorizzare la salubrità dei luoghi, che consente un innalzamento della qualità della vita a cui deve necessariamente corrispondere un potenziamento di servizi e infrastrutture. In Irpinia ci sono in cantiere iniziative importanti come la Lioni- Grottaminarda, la stazione dell’alta capacità ferroviaria, ma bisogna spingere per lavorare su piattaforme, mettere insieme i soggetti interessati ad un progetto comune, come sta facendo la Provincia di Avellino per la promozione turistica dell’intero territorio” argomenta.

Piazza della Neviera gremita a Gesualdo per il Volo dell’Angelo. Foto della Pro Loco di Gesualdo

L’innovazione e la digitalizzazione avanzata devono arrivare in punta di piedi, stando a quanto riferito dall’accademico, per evitare interventi invasivi che possano alterare gli equilibri ecosistemici. “Le small town devono rappresentare una risorsa per aiutare l’uomo a riscoprire se stesso e i modelli di vivibilità perseguibili. Per questo è necessario fare squadra e lavorare ad un progetto comune che guardi al recupero del lavoro artigianale, alla valorizzazione dei centri storici, alla campagna, alla fruizione del paesaggio e dei beni archeologici”. In Irpinia il minimo comune denominatore su cui convergere è senza dubbio il comparto vinicolo, che sta mostrando un elevato potenziale, e che viene individuato come un moltiplicatore di economie e mutamenti socio economici positivi. “Non ho ancora visto in provincia di Avellino un progetto enogastronomico complessivo legato al vino, e mi piacerebbe che ci fosse una maggiore attenzione su questo tema. La conferenza ha per questo una base di discussione multidisciplinare: saranno presi in considerazione progetti di fattibilità economica, urbanistica, sociologica e antropologica”.

Resta però il punto interrogativo sull’unica legge che governa questo processo: il lavoro. Disegnare e programmare una nuova vivibilità delle aree interne non può prescindere dalla vocazione economica che si vuole dare ad un territorio per garantire la sussistenza di chi ci abita. “Sicuramente sarà opportuno riscoprire nuovi tipi di lavoro: paghiamo lo scotto della concezione del posto fisso, ma bisogna cogliere le potenzialità e la vocazione di questa terra per creare impresa; poi c’è il telelavoro per chi produce lavoro d’ufficio, e bisogna cogliere i cambiamenti che ci vengono imposti nel mondo globalizzato” conclude. La due giorni promossa dal Dipartimento ha ottenuto il supporto dell’Agenzia di Coesione Territoriale, che testimonia lo scambio di vedute fra l’Università e la Strategia Nazionale per le Aree Interne.


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