Nocciole: alta qualità, ma produzione dimezzata nel 2019

CIRO PICARIELLO: «SALGONO I PREZZI DEL PRODOTTO, MA SERVONO INTERVENTI A DIFESA DEL MADE IN ITALY». La relazione del Presidente dell’Ordine degli Agronomi della Provincia di Avellino al Direttivo sulla situazione con l'inizio ritardato della raccolta in Irpinia. Appello alle istituzioni e alla politica: «L'incidenza dei mutamenti e dei fenomeni climatici condiziona la produzione e le prospettive di crescita delle imprese e del settore, servono misure di supporto»

Ciro Picariello, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Avellino

Nocciole: alta qualità, ma produzione dimezzata quest’anno. Lo ha reso noto l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino. «Annata di buona qualità ma con il 50-60% di produzione in meno rispetto all’anno precedente», spiega il presidente Ciro Picariello dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino, intervenuto nel consiglio dell’Ordine, riunito per fare il punto della situazione sulla produzione corilicola in Irpinia. «La raccolta nocciole è iniziata da qualche giorno, con 10-12 giorni di ritardo, ma la resa è buona con ottima sanità del frutto». Le conseguenze sono già arrivate al mercato. «Questa scarsa produzione Irpina, legata ad una produzione mondiale comunque più bassa della media degli ultimi dieci anni, sta facendo crescere il prezzo di mercato del prodotto negli ultimi giorni», sottolinea Ciro Picariello.

Nocciole, una delle principali eccellenze irpine

LA RELAZIONE DI CIRO PICARIELLO: «I MUTAMENTI DEL CLIMA INCIDONO SULLA RESA DELLE COLTIVAZIONI». L’andamento altalenante della produzione appare diretta conseguenza dei cambiamenti climatici. Gli agronomi irpini hanno evidenziato che «il 2019 è un anno caratterizzato da continui cambiamenti climatici, repentini cambi di temperature, periodi di prolungate piogge che si alternano con periodi di prolungata siccità e che hanno segnato le produzioni dell’anno in corso». Ciro Picariello ricorda la situazione insolita nel corso dell’anno: «Abbiamo avuto un inverno mite e poco piovoso. Una primavera, invece, fredda e piovosa. Poi tanto sole, con un luglio caldissimo, tanto da essere stato considerato il mese più caldo degli ultimi 20 anni. Questi cambiamenti climatici hanno portato effetti importanti sulle produzioni corilicole 2019 in Irpinia, determinando una scarsa impollinazione del nocciolo e di conseguenza scarse produzioni». Le piante risentono delle condizioni instabili, servono misure straordinarie. «Le piante di nocciolo pur avendo una buona capacità di adattamento alle avverse condizioni climatiche, mostrano forti segnali di difficolta ai cambiamenti climatici estremi dell’ ultimo decennio. Ecco che la gestione differenziata dei suoli le tecniche colturali messe in atto dai tecnici agricoli e dagli agronomi che mirano a controbilanciare l’effetto dei cambiamenti climatici non bastano più, ci vogliono varietà più resistenti, migliori impollinatori, e tecniche gestionali nuove», evidenzia il presidente Picariello. Per questo «in Campania la corilicoltura per sopravvivere deve produrre nocciole di qualità e ottimizzare il processo produttivo. Necessita inoltre di aggregazione per garantire lotti minimi di lavorazione e fronteggiare una concorrenza internazionale che sarà sempre più aggressiva».

Un noccioleto

LO SCENARIO ECONOMICO PENALIZZA I PRODUTTORI. In questo quadro, per i produttori occorre rivalutare il prezzo delle vendite per compensare il calo delle produzioni. «Si spera che il prezzo delle nocciole possa ancora aumentare per compensare in parte la perdita di produzione in modo che gli agricoltori possano raggiungere un reddito netto dignitoso», sottolinea Picariello. «Sullo sfondo si prospettano dei cambiamenti nei mercati internazionali che non rassicurano affatto. Entro tre anni almeno trenta nuovi Paesi del mondo si affacceranno sul mercato internazionale della nocciola, con nuovi impianti, geneticamente e produttivamente all’avanguardia e paesi emergenti come la Georgia e l’Azerbaijan». Servono politiche mirate da parte del governo e delle istituzioni preposte. «La politica dovrà fare la sua parte difendendo il Made in Italy. Sarà necessario introdurre nuove regole sulla tracciabilità ed etichettature dei prodotti, garantendo in modo chiaro che nella composizione dei prodotti Italiani entrino le nocciole Italiane».

Nocciole

NOCCIOLA, SETTORE CHIAVE PER l’ECONOMIA IRPINA. Il settore corilicolo riveste un’estrema importanza per l’economia campana e, in particolare, per l’Irpinia. Il paesaggio di ampie zone della regione è fortemente caratterizzato dalla coltivazione del nocciolo, coltura di antichissimo insediamento in Campania e di solida tradizione, che ha trovato le migliori condizioni di sviluppo ad Avellino. Le cultivar principali sono: Mortarella, Tonda Bianca di Avellino, Camponica e San Giovanni, riconosciute dal Ministero delle Politiche Agricole «prodotto agroalimentare tradizionale italiano».


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