Agronomi irpini: le Aree Interne cresceranno con l’economia circolare

L’obiettivo degli agronomi irpini al Festival dello Sviluppo Sostenibile 2019. I Presidente dell'Ordine, Picariello: “Rendere le città e gli insediamenti  umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili”.

Per gli Agronomi irpini le Aree Interne devono puntare sull’economia circolare per creare lavoro, sviluppo e benessere diffuso, rispettando il territorio e l’ambiente. La posizione è stata espressa nel corso della seconda edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile. L’evento promosso dall’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Avellino ha visto la partecipazione di docenti di diverse Università. «L’idea di questo importante convegno è nata dall’esigenza di essere partecipi di un movimento ricostitutivo del nostro Territorio, nelle sue valenze agro-ambientali, ma anche produttive in settori non considerati tradizionali, dando valore alla dimensione sociale e culturale dei territori definiti come Aree Interne e che il grande economista Manlio Rossi Doria, amava definire col termine di “Zone dell’Osso”, perché difficili, accidentate e povere», spiega Ciro Picariello presidente dell’Odaf. «Ci siamo proposti di seguire le linee di sviluppo  dell’Agenda 2030 Obiettivo 11: cioè quello di rendere le città  e gli insediamenti  umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili».

Ciro Picariello, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Avellino

Il presidente Picariello richiama i punti che il CONAF evidenzierà nel corso del XVII Congresso Nazionale che si svolgerà quest’anno a Matera: «Contribuire in modo attivo alla risoluzione delle emergenze nel prossimo decennio». In particolare per la provincia di Avellino non può più parlarsi di un territorio marginale nel contesto della Campania e del Mezzogiorno. «Dipende dall’accezione che si dà al termine di Marginalità. Se per centralità si pensa alle valenze economico-produttive ed anche a quelle della grande scala culturale, al richiamo dell’area costiera campana, ai servizi presenti sul territorio della Città Metropolitana di Napoli, le aree interne possono definirsi marginali». Ma, prosegue, «come emerso dal nostro convegno, le grandi aree metropolitane possono anche essere frazioni di un territorio che non può più definirsi luogo, ma un immenso agglomerato urbanizzato, in cui è sempre più difficile trovare valori locali di appartenenza e di definizione», spiega Picariello.

Agronomi in visita alla Zuegg1

RILANCIARE L’AGRICOLTURA NEL CONTESTO DELL’ECONOMIA CIRCOLARE. «Dal convegno è emersa l’idea di un territorio interno alla Campania, che reclama la spinta propulsiva agli aspetti rigenerativi del tessuto sociale ed economico», spiegano gli Agronomi. «Se vogliamo cambiare dobbiamo partire da noi stessi. Non mi riferisco solo ai Dottori Agronomi, ma a tutti coloro che sentono impellente lo slancio migliorativo». Il presidente Picariello aggiunge che: «come Dottori Agronomi abbiamo il dovere di rispondere alle esigenze di allineare le posizioni classiche della produttività del Settore primario, ad un contesto economico di economia circolare, proprio per dare quel contributo tecnico di innovazione capace di produrre sistemi autopropulsivi di sviluppo non lesivi della necessità, altrettanto impellente, del mantenimento dell’ecosostenibilità».

IL FESTIVAL DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE HA FOCALIZZATO I MODELLI TECNOLOGICI E ORGANIZZATIVI INNOVATIVI. La seconda edizione del Festival ha trattato diverse tematiche a cura degli Agronomi irpini. «Dall’analisi economico-produttiva della dimensione territoriale LifeCycle alla sostenibilità e passando attraverso le tematiche dello sviluppo infrastrutturale, dei sistemi agroalimentari biologici o comunque certificati (i famosi Bio-Distretti) si è giunti alla presentazione di modelli sostenibili di Bio-edilizia e all’uso di materiali finora considerati di scarto, ma capaci di trasformarsi in risorsa, in nuove materie prime,  utili per progettare e costruire in una prospettiva di sostenibilità», spiega il Presidente. Ma l’attenzione è stata focalizzata anche sulla fauna selvatica. «Intervento importante, perché ci ha illustrato l’impellenza di modificare  abitudini e sistemi di produzione, attualmente presenti in tutte le aree  e non solo di quelle interne, a vantaggio della salvaguardia della biodiversità faunistica, anch’essa in grado di rientrare il quel sistema economico circolare di ritorno utilitaristico per l’uomo e per le sue produzioni agrarie, nonché di stimolo per l’incremento delle specie in grado di garantire il mantenimento delle  biocenosi  degli areali», risalta il presidente Picariello.

«SERVE UN CAMBIAMENTO DI ROTTA». Nel contesto così delineato «occorre un cambiamento di rotta, che non contrasterebbe con gli interessi di altre forme di produttività del territorio». Per Picariello, «è un sistema di scelte, ma soprattutto di ottica volta al futuro. Dobbiamo renderci conto che i nostri territori sono sede di esodo, specificatamente di esodo giovanile e qualificato. In assenza di offerta produttiva, il nostro territorio, esso si spopolerà, con tutte le conseguenze del caso. Come è emerso chiaramente dal convegno», sottolinea Picariello spiegando l’utilità di questo tipo di convegni. «Rafforzare l’idea che il nostro territorio è sorgente, nonché scrigno di valori e di sviluppo per la società del domani. La presenza di tanti giovani ce lo attesta. E anche di tanti agronomi votati a tal senso. Gli incontri certamente non bastano, occorre una politica in grado di suffragare, di sostenere, queste trasmutazioni» Per questo, «il nostro compito è stimolare un processo di consapevolezza dei rischi e di darne una rilettura in termini di scelte politiche di ampio respiro territoriale e di soluzioni tecniche da intraprendere». Si è sottolineato, infine, lo sforzo organizzativo per questo convegno, con riferimento al professor Rino Borriello, agronomo territorialista di fama nazionale, considerato fra i quattro agronomi di livello nazionale nazionale a portare il messaggio dell’impellenza di una nuova pianificazione del Verde Pubblico e agli eco-servizi offerti dalle piante nell’ambito urbano», sottolinea Picariello.

I giardini interni all’ex carcere borbonico di Avellino, ora sede dell’Archivio di Stato, del Ministero dei Beni Culturali e delle sale museali della Provincia

In conclusione i ringraziamenti. Il presidente dell’Ordine degli Agronomi irpini ha ringraziato i componenti del suo staff. Carla Acciarino, Antonio Capone, Francesco Castelluccio, Carmen Corso, Giuseppe Freda (che è stato anche il validissimo moderatore della sessione mattutina del convegno) e Monica Perna. «Un ringraziamento va anche all’apporto pratico della nostra addetta alla segreteria, Patrizia Altieri».


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