Il Governatore della Campania Vincenzo De Luca non ha mai nascosto la stima e l’apprezzamento per esponenti della Lega di primo piano nel governo gialloverde, come Giancarlo Giorgetti o Massimo Garavaglia. Ha sempre apprezzato pubblicamente la capacità di coniugare il buon senso, il pragmatismo, il dovere istituzionale e la serietà dei due ormai ex Sottosegretari, malgrado l’avversione netta e chiarissima per Matteo Salvini e le sue posizioni politiche nel quadro della nuova Destra sovranista. Per contro, con il Movimento Cinque Stelle si è trovato da anni in rotta di collisione, a dire il vero soprattutto per la guerra senza quartiere subìta dai pentastellati. Non stupisce la diffidenza mostrata per il nuovo governo nato da poche ore, nè un certo imbarazzo nel sentire parlare di possibili alleanze politiche su base territoriale tra Democratici e Pentastellati, che peraltro non sono all’ordine del giorno (Nicola Zingaretti non ha incluso la Campania tra le regioni laboratorio di una collaborazione elettorale cosiddetta giallorossa). Tuttavia, al di là delle simpatie con alcuni esponenti della Lega, delle antipatie con altri dirigenti dell’M5s (oggi non più ministri), a Venticano Vincenzo De Luca ha chiarito la sua netta contrarietà sul principale obiettivo politico del Carroccio: l’Autonomia Differenziata. Rispondendo, senza citarlo, al Governatore del Veneto Luca Zaia, che dalle colonne del Corriere della Sera aveva rilanciato il confronto con il Governo per ottenere per intero il trasferimento dallo Stato delle 23 competenze richieste, Vincenzo De Luca ha rivendicato per sè il merito di aver bloccato la riforma. Intrattenendosi con i cronisti prima della firma del Protocollo d’intesa per l’estensione a 40 Comuno irpini dei benefici fiscali e procedurali contenuti nella Zona Economica Speciale, De Luca ha affermato che senza la sua opposizione la autonomia differenziata sarebbe passata. “Ho salvato l’Unita del Paese, misurandomi contro lo smantellamento dei diritti e del patto di solidarietà che garantisce la coesione”. E in questo senso rievocando, senza citarle, alcune parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tanti mesi di interventi sul tema della coesione sociale, il Governatore non ha nascosto la propria soddisfazione per “la nuova fase politica”, che promette di spazzare via le tensioni. Certo, nessuno sconto o apertura di credito sulla fiducia. Non senza enfasi, De Luca ha chiarito che la Campania andrà avanti per la sua strada nell’impegno per riprendersi i poteri ordinari sulla Sanità, proseguirà sulla creazione di nuovi posti di lavoro in tutti i comparti, a cominciare da infrastrutture e pubblico impiego, ma anche sulla re-industrializzazione del Mezzogiorno, visto che da Roma soldi ne sono arrivati pochi. Semmai, confida che il governo operi con decreti e leggi, accantonando i tweet come rma di distrazione di massa dai problemi reali. In definitiva, nel 2020 il suo governo si presenterà al giudizio degli elettori per i risultati raggiunti e per i programmi allo studio, al di là di convergenze esterne, al momento non richieste da lui nè da Zingaretti, tantomeno offerte da interlocutori indisponibili. “Pensate alla salute”, ha eloquentemente risposto a chi gli chiedeva un’opinione in merito.
IL GOVERNATORE DEL VENETO: NON È UNA LEGGE PER IL NORD. Nell’intervista al Corriere della Sera, in edicola ieri mattina, il Governatore del Veneto se la è presa con Francesco Boccia, nuovo Ministro per gli Affari Regionali, che arriva in questo ministero “con un bagaglio mostruoso di dichiarazioni contro le autonomie, che va ben oltre la contestazione delle 23 materie di Zaia”. Il Governatore ha segnalato la continuità su questo tema con gli ex ministri Barbara Lezzi ed Erika Stefani. “L’autonomia è stata chiesta da 11 Regioni oltre alle 5 che già ce l’hanno. Farne una questione di Nord è ridicolo”, ha spiegato Zaia, che ha annunciato l’intenzione di procedere comunque nel confronto con il Governo Conte bis.
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