Atripaldese ha ucciso la moglie a Torino: «Ma non so perché»

Il 65enne Roberto Del Gaudio ha colpito la donna 30 volte al petto con un attrezzo da falegname, poi si è costituito alla Polizia. Ignote le ragioni del gesto

Un atripaldese 65enne ha ucciso nella mattinata di domenica la moglie nell’appartamento dove abitava con la vittima, in corso Orbassano a Torino. Roberto Del Gaudio l’ha colpita una trentina di volte al petto con una «sgorbia da falegname». Poi ha chiamato la Polizia, spiegando di aver ripetutamente inferito sulla consorte con un oggetto contundente, ma di non sapere se fosse morta. Al momento della telefonata non ne sarebbe stato certo, nonostante le tracce evidenti dell’accanimento sul corpo riverso sul pavimento della cucina. «Credo di aver ucciso mia moglie», avrebbe detto, chiedendo l’intervento degli agenti della squadra mobile, ai quali avrebbe confessato la sua insofferenza per le dosi di psicofarmaci che stava assumendo. Prima di essere colpita Brigida De Maio, 64 anni, stava preparando il pranzo. Sembrava una tranquilla calda domenica estiva in città. Solo durante l’udienza di convalida dell’arresto l’uomo ha ammesso l’omicidio, spiegandone sommariamente la dinamica. L’atripaldese ha ucciso la moglie in un momento di buio. Secondo quanto ha raccontato, ricorda i colpi, la donna a terra, quindi la telefonata alle forze dell’ordine. Tanti momenti, ma non ha saputo spiegare le ragioni del gesto criminoso.

Roberto Del Gaudio e Brigida De Maio vivevano in questo stabile di via Orbassano a Torino

La Polizia ha accertato effettivamente la presenza nell’appartamento di una documentazione che lo attesta. Stando a quanto trapela, è stato poi accertato che l’uomo era in cura presso il Dipartimento di salute mentale di Torino. Secondo la diagnosi dei medici, era affetto da “psicosi paranoide”. Nell’udienza di convalida questa mattina ha anche ammesso di essere stato sul punto di porre fine ai suoi giorni, ricordando la dinamica di un assassinio al momento non spiegabile.Le sue intenzioni suicide non sarebbero peraltro sopite. Ora sta agli inquirenti confermare o aggiornare la versione fornita dal marito omicida che, intanto, resta in carcere. Il Gip ha disposto oggi la custodia cautelare in carcere per l’atripaldese

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