“Fotografie Senza Destinazione”, Raffaele Clemente espone al Castello D’Aquino di Grottaminarda

La mostra Fotografica è in programma al Caffè letterario dal 14 al 31 Luglio. La sfida artistica dell'autore: «Affido agli altri il compito di documentare la realtà, io preferisco muovermi attorno ad essa, passargli attraverso se possibile, scavalcarla, guardarla da lontano, sfiorarla, soprattutto rielaborarla...»

Raffaele Clemente Opera inserita nella Collezione "Senza Destinazione", in mostra a Grottaminarda, presso il Castello d'Aquino

“Fotografie Senza Destinazione” di Raffaele Clemente al Castello D’Aquino Caffè Letterario di Grottaminarda. La Mostra Fotografica è in programma dal 14 al 31 Luglio. «Pensiamo per immagini, rielaboriamo la realtà secondo la nostra conoscenza del mondo, ognuno di noi diversamente. Allo stesso modo io creo immagini progettando la loro trasformazione in fotografie, secondo la mia ispirazione che spazia dalla fotografia concettuale all’arte contemporanea. Questo vale per le fotografie Still Life che fanno parte di una sezione della mostra», spiega l’autore, presentando la mostra. «La parte restante (presentata in sequenza video con l’uso di un proiettore) raccoglie una sequenza di fotografie che danno il nome alla mostra stessa (Fotografie Senza Destinazione) e rappresentano il vagare senza destinazione, la ricerca non meditata di forme, colori, particolari che ho filtrato con i miei occhi per poi riversare il tutto attraverso la fotografia nella realtà fino a voi».

Castello d’Aquino Grottaminarda

IL PROGETTO. Raffaele Clemente spiega il suo progetto artistico e delinea il rapporto tra opera e fruitore nelle sue intenzioni. «Mia intenzione è anche quella di stimolare la percezione dello spettatore e orientarla verso spazi e contenuti che si discostano dalla visione uniformata della realtà, dai modelli del marketing, del consumo e dei social network che ci spingono verso un’unica direzione: piacere per forza e come vuole qualcuno o l’oblio. Fotografare mi fa sentire libero, posso creare immagini e non subirle e ognuno di noi deve sentirsi libero di vedere e sentire quello che vuole in una fotografia senza essere condizionato da modelli nocivi che inaridiscono gli animi e tolgono spazio all’immaginazione». Per questo, conclude: «Affido agli altri il compito di documentare la realtà, io preferisco muovermi attorno ad essa, passargli attraverso se possibile, scavalcarla, guardarla da lontano, sfiorarla, soprattutto rielaborarla».


PER INFORMAZIONI:

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