Gerardo Santoli: «Le ZES non salveranno il Sud»

Il Presidente dell'Osservatorio Economico Sysconet e Vice presidente nazionale di Confimprenditori commenta alcuni dei contenuti presenti nell'intervista rilasciata a Nuova Irpinia da Luca Bianchi, Direttore della Svimez. Ritiene insufficienti le agevolazioni previste dal Decreto Sud e lamenta la mancanza da parte dello Stato di politiche adeguate a stimolare investimenti

Gerardo Santoli, presidente dell’Osservatorio Economico Sysconet e Vice presidente nazionale di Confimprenditori commenta alcuni dei contenuti presenti nell’intervista rilasciata a Nuova Irpinia da Luca Bianchi, Direttore della Svimez (Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno). Gerardo Santoli ritiene insufficienti le agevolazioni previste dal Decreto Sud per le Zone Economiche Speciali e lamenta la mancanza da parte dello Stato di politiche adeguate a stimolare investimenti.


Zes, così si rischia di arricchire gli imprenditori del Nord (come accadde con la Cassa per il Mezzogiorno…)

di Gerardo Santoli*

Temo purtroppo che le ZES non siano la soluzione ai mali del Sud. Cosi come è avvenuto con la Cassa del Mezzogiorno che alla fine invece di colmare il gap tra le due aree del paese ha contribuito proprio ad arricchire imprenditori del nord. La principale agevolazione del Decreto Sud per le ZES consiste infatti in un credito di imposta, proporzionale al costo dei beni acquistati entro il 31 dicembre 2020, fino a un massimo di 50 milioni di euro a progetto di investimento. Per ottenere i benefici, però, le imprese dovranno mantenere le attività nella Zes per almeno cinque anni successivi al completamento dell’investimento oggetto delle agevolazioni, pena la revoca dei benefici concessi e goduti, e non devono essere in liquidazione o in fase di scioglimento. Poi potranno ripartire, lasciando qui al sud i danni che avranno prodotto.

Palazzo Chigi, sede del governo nazionale

Naturalmente il Sud  che continua a mancare di un proprio progetto coerente di sviluppo, limitandosi ad inseguire i finanziamenti più disparati, è pronto a buttarsi nella mischia, condannandosi a restare nel pantano di un’industrializzazione imposta e fittizia, che appare solo se ci sono soldi da acchiappare, spargendo qualche briciola sul territorio. E’ ovvio che è difficile  opporsi a questo  progetto sbagliato, perchè il progetto è ancora una volta accompagnato dalla consueta retorica dei “posti di lavoro” e dello “sviluppo del territorio”, che contrabbanda guadagni per pochissimi ed ulteriori danni per tutti. L’attrazione di investimenti al Sud non può continuare a passare solo attraverso l’applicazione di benefici fiscali, di cui spesso si avvantaggiano imprese del nord. Quello che conta sono le politiche statali che negli ultimi anni  hanno favorito la concentrazione delle infrastrutture, come le autostrade prima e l’alta velocità ferroviaria poi, e con essa quella degli insediamenti produttivi, al Centro – Nord. Tutto questo  senza necessità di ZES. Questa politica ha generato larghe sacche di povertà, emarginazione, degrado, delinquenza che hanno, a loro volta, portato a una progressiva crisi demografica alimentata dal calo delle nascite e da massicce ondate migratorie. A tutto questo, vorrei tanto sbagliarmi e dare ragione al direttore Bianchi, purtroppo non si rimedierà con le Zes.  Nel nostro piccolo partendo dalla manifestazione di Santo Stefano del Sole abbiamo tracciato una strada con Pino Aprile, Michele Cuccuzza, i fratelli Abbagnale, Mimmo Cavallo, Manuela Mennea abbiamo con forza ribadito che il Sud non ha bisogno di leggi speciali ma di pari diritti, uguali finanziamenti e la stessa dotazione infrastrutturale. Nel Sud e in Irpinia ci sono grandi potenzialità e menti acute, con le stesse condizioni faremmo meglio del Nord.

(*): Gerardo Santoli è Presidente Osservatorio Economico Sysconet e Vice presidente nazionale Confimprenditori



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