Produzioni agricole in carcere. A Sant’Angelo dei Lombardi nasce una filiera

Inaugurata all'interno del penitenziario la 'Cantina dei Sapori'. Avviata la produzione di erbe officinali e di confetture ricavate dai frutti raccolti all’interno del perimetro detentivo. Saranno commercializzate con l’etichetta 'Dolcezze normanne' nel circuito penitenziario italiano. Nel circuito anche origano, salvia, menta e rosmarino con l’etichetta 'Erbe libere'. La Direttrice Giulia Magliulo: progetto in continuità con il mio predecessore che offre una opportunita di rieducazione e reinserimento del detenuto

Carcere di Sant'Angelo dei Lombardi. La Direttrice della Casa di Reclusione, Giulia Magliulo e l’assistente capo coordinatore della polizia penitenziaria, Donato Festa

Produzioni agricole in carcere organizzate in una vera e propria filiera a Sant’Angelo dei Lombardi, dove i detenuti impiegati in una filiera dal vino alle erbe officinali, alle marmellate. “Nuove opportunità formative nella Casa di reclusione di Sant’Angelo dei Lombardi, dove, su input della Direttrice, Giulia Magliulo, sono state introdotte nuove lavorazioni nel tenimento agricolo”, si annuncia dal penitenziario altirpino. “È stata avviata la produzione di erbe officinali e di confetture ricavate dai frutti raccolti all’interno del perimetro detentivo”. In particolare, “le marmellate, commercializzate con l’etichetta ‘Dolcezze normanne’, in ossequio alla storia antica del territorio irpino, sono destinate al circuito penitenziario italiano”. E lo stesso “avverrà con la produzione di origano, salvia, menta e rosmarino, a cui è stato assegnata l’etichetta ‘Erbe libere’, e ad altre erbe, come la lavanda, che invece, raccolte in appositi sacchetti, anche questi realizzati sempre tra le mura del carcere, serviranno come profumatori”. Emblematico in questo caso, anche il nome scelto per questo prodotto: “Profumi di Libertà”, si fa notare. Il progetto delle produzioni agricole in carcere punta evidentemente a garantire un percorso rieducativo e correzionale ai detenuti, finalizzato all’avviamento al lavoro. Si offre alla popolazione carceraria l’opportunità di migliorare le condizioni in cui sconta una pena, garantendo l’acquisizione di un mestiere per quanto queste persone riacquisteranno la libertà. Il progetto prosegue l’intuizione del precedente direttore, scomparso prematuramente.
La direttrice Magliulo spiega le circostanze in cui è maturato questo programna: «Fin dal mio arrivo a Sant’Angelo ho ritenuto di inserirmi nel solco progettuale già tracciato da chi mi ha preceduto alla guida della Casa di reclusione, cercando di dare nuovo impulso alle già note produzioni di vino e miele, che danno prestigio all’Istituto». L’iniziativa è stata presentata nel corso di un incontro con il personale del carcere santangiolese, che ha accolto il progetto con larga soddisfazione, fa sapere la Direzione carceraria. Si è trattato di un incontro “servito ad inaugurare anche la ‘Cantina dei Sapori’, una sala di esposizione e degustazione dei tanti prodotti creati e commercializzati nella Casa di reclusione santangiolese”. È «la sede immaginata per prima dal compianto direttore Massimiliano Forgione, la cui realizzazione fu bruscamente interrotta dalla morte del dirigente», ha ricordato Giovanni Salvati, commissario coordinatore con funzioni di comandante, che assieme alla Direttrice Magliulo ha tagliato il nastro.

Il carcere di Sant’Angelo dei Lombardi

A queste nuove produzioni del tenimento agricolo sovrintenderà l’assistente capo coordinatore della polizia penitenziaria, Donato Festa, che nel corso della presentazione ha fatto da guida agli ospiti presenti. «Insomma, il carcere altirpino si distingue sempre più nel panorama penitenziario italiano come un luogo dove i detenuti possono lavorare e imparare un mestiere che potranno spendere quando avranno saldato il loro debito con la società». Era questa la filosofia gestionale del Direttore Forgione e questa è anche l’impronta che Giulia Magliulo ha voluto dare alla sua direzione.


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