«La Whirlpool di Napoli non chiuderà, ma…». Indotto irpino alla finestra

Scongiurata la chiusura degli stabilimenti napoletani, la multinazionale americana conferma investimenti e mantenimento dell'occupazione ma chiede al governo le condizioni per rimanere. Il Ministero annuncia l'apertura di tavoli tecnici. Cautela ad Avellino tra i rappresentanti sindacali, che in mattinata hanno presidiato la Prefettura con i lavoratori dell'indotto irpino. Presente anche una delegazione di operai Novolegno: Fantoni è al passo d'addio

La «Whirlpool di Napoli non chiuderà», ma il Presidente per l’Emea tratta ancora con il Governo. L’indotto irpino resta alla finestra, anche se il Governo attraverso il Vice Premier si dice fiducioso che l’intesa sia ormai ad un passo. Questa la sintesi di un’altra giornata attesa come decisiva a Roma per i lavoratori napoletani, campani ed irpini costretti a vivere un’estate caldissima, non certo per le temperature, come hanno cercato di trasmettere ai protagonisti del tavolo istituzionale.

IL CONFRONTO SI SPOSTA AL TAVOLO TECNICO. Erano entrati da porte diverse nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico il Vice Premier Luigi Di Maio da un lato e i vertici dell’Emea Whirlpool, l’Ad Luigi la Morgia e il presidente Gilles Morel. All’esterno dell’edificio i cori di incitamento rivolti al Ministro: «Di Maio non mollare, Di Maio non mollare», viatico per un solo possibile epilogo. Al termine di un incontro, tutto sommato abbastanza veloce, le dichiarazioni di intenti da parte dei rappresentanti della multinazionale hanno confermato le attese dei lavoratori, ma ancora una volta la partita non è ancora definitivamente chiusa. Sotto le finestre del Mise una delegazione degli operai dell’indotto Whirlpool, giunta da Sant’Angelo dei Lombardi, da Forino e da Montoro. Con azienda e governo al tavolo erano presenti le Regioni coinvolte e i rappresentanti sindacali. «Al tavolo è stata fatta una disamina tecnica dell’attuale situazione degli stabilimenti Whirlpool in Italia, affrontando anche il nodo cruciale degli stabilimenti di Comunanza e Napoli», ha fatto sapere il Ministero dello Sviluppo Economico con un suo comunicato. «Per quanto riguarda il sito di Comunanza, la multinazionale si è dimostrata intenzionata a rispettare tutti gli impegni presi anche in termini d’investimento e del reshoring dalla Polonia all’Italia». Su Napoli, «è stato confermato dallo stesso presidente di Whirlpool EMEA che non c’è mai stata l’intenzione né della chiusura, né del disimpegno da parte della multinazionale», si legge testualmente. «Il tavolo di oggi sancisce l’apertura del tavolo negoziale, con l’obiettivo di trovare una soluzione condivisa che garantisca i livelli occupazionali e la continuità industriale». Il comunicato del Ministero reca anche le dichiarazioni del Vicepremier. «Nessuna chiusura, nessun disimpegno e la piena occupazione dei lavoratori coinvolti in questa vicenda: questi sono i capisaldi che abbiamo ottenuto e sui quali possiamo ricostruire», ha affermato Luigi Di Maio. «Oggi abbiamo avuto delle conferme importanti che fanno segnare uno step decisivo per la situazione del sito di Napoli. Era fondamentale averle direttamente dalle figure apicali della multinazionale con cui, da oggi in avanti, seguirà un dialogo – che coinvolga tutte le parti sociali – per garantire un futuro certo ai lavoratori».

Lavoratori dell’indotto Whirlpool e della Novolegno davanti alla Prefettura di Avellino

SINDACATO CAUTO.  Dietro le dichiarazioni ufficiali la sintesi concreta arriva dal sindacato. Il segretario della Uilm, uscendo dalla riunione, ha chiarito la situazione parlando con i cronisti presenti. «Con il Ministero dello Sviluppo economico occorre arrivare ad una proposta che renda sostenibile la produzione di lavatrici a Napoli», ha spiegato senza girare intorno al problema. Il quadro disegnato dalla Uilm è semplice: la Whirlpool viene fuori da un 2018 negativo nell’area dell’Emea, soprattutto in Europa, più che in Medio Oriente e Africa, dovuto alla contrazione della domanda del segmento di questa azienda, che costruisce prodotti collocabili in un segmento di alta gamma. L’intesa con il Ministero passerà certamente attraverso un ulteriore impegno pubblico. Quanto alle aziende irpine coinvolte, i dipendenti della Scame Mediterranea, della Pasell e della Cellubock hanno chiesto al Prefetto Maria Tirone di farsi carico della vicenda, monitorando nell’interesse del territorio le evoluzioni in corso a Roma. Con loro anche i dipendenti della Novolegno, disperati per l’annuncio del Gruppo Fantoni, deciso a vendere lo stabilimento di Pianodardine-Montefredane ad investitori interessati ad una riconversione industriale che non generi concorrenza nel settore del legno.


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