Il Giovane Pertini di Assanti girato in Irpinia va a Venezia

Dopo il grande successo de "Ultima fermata", il regista di Mirabella Eclano annuncia la conclusione delle riprese di un nuovo lavoro cinematografico che uscirà nelle sale il 25 settembre. Irpinia ancora protagonista sul maxi schermo: Taurasi e Montefusco location delle scene girate all'interno, insieme ad altre località del beneventano e della Puglia

Il giovane Pertini riprese del film

Il giovane Pertini rivive nel film di Assanti girato in Irpinia, pronto per la Mostra di Venezia. Dopo due anni di lavorazione sta per essere presentato l’omaggio del cinema italiano ad uno dei Padri della Repubblica, raccontato negli anni durissimi della lotta per liberare l’Italia. “Il giovane Pertini. Combattente per la libertà” è il titolo dell’ultimo film del regista irpino Giambattista Assanti. Girato prevalentemente in provincia di Avellino, il film è stato prodotto dalla Genoma Films. Candidato ai David di Donatello 2019, sarà presentato alla mostra internazionale del cinema di Venezia tra pochi mesi. La pellicola è liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Stefano Caretti, e uscirà nelle sale cinematografiche italiane dal 25 settembre. Cresce dunque l’attesa per l’esordio del recente lavoro cinematografico del regista che ha consacrato sugli schermi internazionali l’Irpinia e la linea ferroviaria Avellino- Rocchetta nel celebre “Ultima fermata”.

Un particolare all’interno dell’oratorio San Giacomo a Montefusco

L’IRPINIA SET PER IL GRANDE SCHERMO. L’Irpinia si conferma set cinematografico prediletto dal regista di Mirabella Eclano, che ha girato le riprese dell’ultimo lavoro anche a Taurasi, Montefusco, Benevento, Vieste, Santa Croce del Sannio, Colle Sannita e Ferrazzano. “Dopo Ultima Fermata l’irpinia torna sul maxi schermo, ma in questo caso il film è ambientato fra la Liguria e la Francia, e nelle quattro carceri di mare: location che abbiamo rifotografato altrove, fra la Campania e la Puglia” anticipa Assanti.

Giambattista Assanti regista irpino

Per le riprese esterne infatti, la troupe ha ricostruito il paese natale del partigiano futuro Presidente della Repubblica, Stella Ligure, a Vieste, mentre gli interni sono stati ricostruiti nei borghi antichi del Sannio e del’Irpinia. “Vieste è stata l’ambientazione in cui sono state girate le scene nelle carceri di Ponza e Ventotene, in cui purtroppo non è stato possibile allestire il set a causa delle presenza di troppi elementi di modernità” continua. Dominique Sanda, Massimo Dapporto e Gabriele Greco sono i protagonisti in questo film che racconta della giovinezza di Sandro Pertini, che ci conclude nel 1945 nella Milano finalmente Liberata, nel momento personale più difficile per Pertini, quando viene preannunciata la morte di suo fratello. Nella narrazione cinematografica si apprezzano nei dialoghi le presenze storiche di Antonio Gramsci, Giuseppe Saragat e Adriano Olivetti, fra gli altri, interpretati da Cesare Bocci, Adriano Giannini, Massimiliano Buzzanca, Andrea Papale ed altri. “Dominique Sanda ha vinto l’Oscar nel 1972 con ‘Il giardino dei Finzi-Contini’, e i suoi impegni a teatro, così come gli impegni degli altri attori hanno rallentato le riprese: questo è un film realizzato in low budget, ma abbiamo registrato la presenza di 145 comparse fra attori e figuranti speciali. Abbiamo riscontrato grande apprezzamento per la figura di Pertini e le persone sono state molto partecipi”.

Gabriele Greco scena del carcere

Per le riprese a Vieste il film ha ottenuto il contributo della Puglia Film Commission, e il regista ha potuto impiegare attori racollti dai diversi gruppi teatrali amatoriali, “che hanno recitato accanto ai professionisti dello schermo, mostrando una significativa maturità. Gabriele Greco nel ruolo del giovane Pertini ha mostrato grande professionalità così come tutti gli attori coinvolti” spiega il regista. Le musiche, infine, sono di Guido De Gaetano, allievo di Ennio Morricone. La colonna sonora è stata registrata a Sofia in Bulgaria da un’orchestra di 40 elementi. “Concluse le riprese del film, non resta che aspettare la proiezione su maxi schermo al Cinema di Venezia, anche se sono già all’opera con un altro lavoro, di cui per il momento non posso svelare nulla” conclude.

Pertini studente universitario alla facoltà di Giurisprudenza di Modena nel 1922
Il Presidente della Repubblica Sandro Pertini con il Sen. a vita Giuseppe Saragat durante la crisi del 4° Governo Andreotti. Gennaio 1979

IL FILM. L’opera è un biopic evocativo che parte con una soggettiva di Sandro Pertini (Raffaele Pisu) appena eletto Presidente della Repubblica Italiana per tornare indietro a raccontare il giovane che sta dietro il grande statista, nonché partigiano, e ricordare l’ardore che ha accompagnato la sua fede verso il socialismo e le grandi rinunce affettive che tutto questo ha comportato. Il carteggio da cui è stata tratta la storia del film inizia nel 1924 e si conclude nel 1945 a Liberazione avvenuta. Le lettere che Sandro Pertini scriveva, già in esilio in Francia, raccontano il suo entusiasmo di fervido socialista e la sua abnegazione nei confronti dell’allora Partito Socialista Italiano..Attraverso i suoi scritti e le sue testimonianze, partecipiamo alla sua avventura di fuggiasco, detenuto e poi confinato politico, momenti difficili di un uomo che ha contribuito con pensiero e azione a sconfiggere il nazi fascismo e a spianare la strada per costruire la Repubblica Italiana. I suoi scritti, per altro molto sofferti, le lettere alla madre Maria Muzio (Dominique Sanda), raccontano delle sue amicizie vissute con alcuni dei suoi compagni socialisti (Claudio Treves, Filippo Turati, Adriano Olivetti, Ferruccio Parri) e del suo grande amore per la fidanzata Matilde, sacrificato a causa dei quattordici lunghi anni di prigionia e confino.

La visita del Capo dello Stato Sandro Pertini in Irpinia con il Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani durante i giorni dell’emergenza sismica nel novembre 1980

IL RACCONTO. ll film ha inizio durante i primi giorni di insediamento di Pertini a capo dello stato, nel luglio del ’78, quando il vento spalanca la finestra e scompiglia le pagine di un vecchio diario la cui storia comincia in un giorno del 1929, giorno in cui il giovane Sandro viene portato al carcere di Santo Stefano. Attraverso la voice off del protagonista, il film racconta gli episodi più importanti e suggestivi degli anni di prigionia, dal ’29 al ’43. L’intento dell’opera è di romanzare vicende reali nel pieno rispetto della loro credibilità storica (grazie alla collaborazione con il professor Stefano Caretti, uno dei massimi studiosi della vita di Sandro Pertini) e così troviamo accanto alla madre Maria, alla fidanzata Matilde, ad Antonio Gramsci, a Giuseppe Saragat, altri personaggi realmente esistiti come l’agente di custodia Antonio Cuttano, spietato e sanguinario carceriere, autore di violenti pestaggi nel carcere di Pianosa. Al confino si aggiungeranno altre figure importanti che condivideranno il destino di Sandro: un giornalista socialista, Enrico Tucci, che trascorrerà cieco i suoi ultimi giorni, e un bambino, Michele, incontrato a Ventotene, con il quale costruirà un aquilone che si alzerà nel cielo in una mattina d’estate, il 25 luglio del ’43, giorno in cui cadde il fascismo. In una delle sequenze finali Sandro interagisce con due partigiani che lo aiutano, in una strada di Roma, a raccogliere le armi dei tedeschi in fuga: sono Giuseppe Saragat e Carla Voltolina. Col primo condividerà la presidenza della Repubblica e con la seconda l’amore di una vita.


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