“La Zes è un’opportunità di sviluppo che richiede concertazione”. Morsa: la Regione coinvolga il sindacato

Il segretario provinciale della Fiom Cgil si scaglia contro il mancato coinvolgimento delle parti sociali nella strategia regionale delle Zes- Zone Economiche Speciali, e critica la politica industriale annunciata da Confindustria Avellino che vorrebbe attrarre Ikea o Amazon nell'area industriale di Valle Ufita

La Regione Campania sta investendo sulle Zes- Zone ad Economia Speciale, ma a tutt’oggi non c’è un coinvolgimento delle parti sociali. La denuncia arriva dal segretario provinciale della Fiom Cgil Giuseppe Morsa in occasione dell’assemblea promossa al Centro di Formazione di Atripalda con la segretaria di categoria nazionale Francesca Re David.

“Facilitare gli investimenti senza aprire un dialogo con il territorio non è apprezzabile per la Fiom Cgil” tuona Morsa. “Abbiamo l’esperienza del sisma del 1980: quando gli imprenditori sono arrivati, hanno beneficiato del finanziamento e poi sono andati via. Su questo chiediamo un coinvolgimento delle parti in causa: non possiamo immaginare che a Flumeri, accanto alla ex Irisbus ci sia Amazon o Ikea. Non c’è nessun legame col territorio, e chiederemo che sia data priorità ad un investimento per l’indotto ad Industria Italiana Autobus” spiega. “Stessa questione per le aree industriali classificate come “Aree di crisi non complessa”: Si tratta delle misure non applicate e su cui non c’è contrattazione”.

Nel precedere la relazione del segretario provinciale della Cgil Franco Fioredellisi e della segretaria nazionale Fiom, Morsa ha illustrato le dinamiche provinciali e la realtà sindacale dei metalmeccanici della provincia di Avellino, sottolineando la necessità di intervenire sulla formazione e contrattazione nel mondo del lavoro.

“Nell’epoca dell’indebolimento dell’intermediazione, bisogna evitare il distacco fra operai e istituzioni” continua. “L’attuale situazione industriale e sociale, che ha sulle spalle già dieci anni di crisi, descrive un quadro preoccupante: 40 aziende hanno chiuso battenti, e bisgona considerare che in provincia abbiamo un modello di industria completamente slegato dal territorio. La ricostruzione post sisma- peraltro mai terminata- ha accolto finti imprenditori, che hanno cambiato la geografia produttiva rivoluzionata dalla chimera dei fondi statali. Oggi abbiamo 150 aree pip e  tanti capannoni lasciati vuoti dalla crisi. Il dibattito sulle Zes è del tutto assente e non condividiamo al proposta di Confindustria su Flumeri”.

Di qui, la necessità da parte della Fiom, di passare dalla contrattazione difensiva a quella offensiva. “La IIA, una struttura abbandonata dalla Fiat, ha sbattuto fuori 800 lavoratori, e registra fino ad oggi 1500 giornate di cassa integrazione: abbiamo rinunciato ai diritti per avete lavoro, ma abbiamo ottenuto né lavoro né diritti, e le Rsa non sono più considerate soggetto contattante”.

Stessa situazione alla Denso, dove 60 lavoratori si sono ritrovati in mezzo alla strada. “Il nostro compito come sindacato è quello di fare proposte. Sulla scorta del contratto di rete PoEma, che ha ridotto la logistica azzerando il costo di trasporto sul territorio, possiamo incidere sull’Acm di Melfi affinchè investa a Flumeri” argomenta Morsa, che chiosa sulla contrattazione. “La contrattazione deve essere utile al nuovo mercato del lavoro. La nostra forza deve essere sostenuta da buone pratiche delle Rsu, che devono aprirsi al confronto con gli altri. Oggi il modello di lavoro è frammentato, e prevale la cultura del profitto: noi dobbiamo essere alternativi, per questo propongo una campagna straordinaria di assemblee in tutti i luoghi di lavoro” conclude.

ARTICOLI CORRELATI