Uno dei viadotti in costruzione lungo la Lioni Grottaminarda

«La SSV Lioni Grottaminarda è ormai al capolinea». La Cisl Irpinia Sannio attraverso il segretario Mario Melchionna esprime un giudizio severo sull’operato del Governo, «che ha creato un’incompiuta in Irpinia fermando i cantieri avanzati di un’opera strategica». Il referente interprovinciale della Cisl analizza le norme contenute nel Decreto Sblocca Cantieri e si chiede: «Che fine ha fatto la tanto annunciata soluzione al blocco dei lavori della Lioni-Grottaminarda?».

Il segretario generale Cisl Irpinia Sannio Mario Melchionna

E spiega: «Nel decreto sblocca cantieri non c’è traccia di un provvedimento per superare i problemi causati dalla mancata proroga del commissario ad acta scaduto il 31 dicembre scorso». Melchionna ricorda la situazione lasciata dalla mancanza di una stazione appaltante, a quasi 90 giorni dalla mancata conferma del commissario ministeriale. «Aziende a rischio fallimento, lavoratori licenziati, ex proprietari terrieri beffati dal mancato riconoscimento economico dovuto all’esproprio, insomma tutti contro tutti per responsabilità del governo che ha ingiustamente bloccato l’opera e con tutte le conseguenze negative che ne derivano sul nostro territorio». Non meno negativo è il giudizio nel merito del Decreto cosiddetto Sbocca Cantieri.

«LE MODIFICHE APPORTATE AFFOSSANO IL CODICE DEGLI APPALTI». In una nota Melchionna spiega che «il  decreto si è rivelato un semplice bluff: doveva sbloccare i cantieri e far ripartire le opere», invece «il governo lo utilizza per colpire e disarticolare il Codice degli Appalti». Nel merito: «Nel decreto non vi è nessuna norma di accelerazione per l’utilizzazione degli investimenti, in quanto nessuna modifica è stata fatta per limitare i tempi dei processi autorizzativi e burocratici (Cipe, Consiglio superiore dei lavori pubblici, valutazione di impatto ambientale ecc.)». Quindi, «le modifiche al Codice, dal punto di vista della tempistica, non avranno nessun impatto immediato sulle opere bloccate, in quanto interesseranno esclusivamente i nuovi bandi di gara i cui effetti ci saranno, nella migliore delle ipotesi, tra quattro/ cinque anni, ma ancor peggio è che ancora, dopo una discussione di mesi, non esiste un elenco di opere per una effettiva ed immediata cantierizzazione dei lavori». In questo senso, «lo sblocca cantieri, per come concepito, non è altro che lo strumento per tentare di smantellare il Codice degli Appalti negli aspetti più essenziali, che sono la prevenzione e il contrasto alla corruzione e penetrazione delle mafie nel sistema degli appalti pubblici; l’applicazione del principio di concorrenza e trasparenza; la tutela dei diritti dei lavoratori».

TORNA IL MASSIMO RIBASSO. Nei fatti, prosegue, «si ritorna al criterio del massimo ribasso fino alla soglia di 5,500 milioni». Impietosa l’analisi: «Si accrescono i livelli di discrezionalità aumentando le soglie per l’affidamento diretto e allargando le procedure negoziate senza bando di gara; si aggira la norma del limite del subappalto ed i possibili controlli antimafia, facilitando l’assegnazione dei lavori ai cosiddetti consorzi stabili; si evita anche l’obbligatorietà della terna in fase di gara persino nelle categorie di lavori più esposte ad infiltrazione mafiosa; si riporta la direzione dei lavori sotto l’ombrello del Contraente Generale compromettendo la trasparenza delle prestazioni essendo contemporaneamente controllore e controllato; di fatto si smantella il ruolo e la funzione dell’Autorità Anticorruzione; non si interviene efficacemente per la riduzione e qualificazione delle stazioni appaltanti».

CISL ESPRIME PREOCCUPAZIONE. In conclusione, la Cisl «esprime dissenso e preoccupazione per un Paese che rimane bloccato nello sviluppo e nella crescita, oltre ad essere contraria al provvedimento adottato che contrasteremo in tutte le sedi opportune».


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