Biodigestore di Chianche, Vanni: la politica ha fallito

La riflessione amara del Sindaco di Altavilla Irpina tra i protagonisti della battaglia per delocalizzare l'ubicazione dell'impianto per il trattamento della frazione umida dei rifiuti

I sindaci sul palco dopo la marcia dei trattori contro la realizzazione di un biodigestore a Chianche, nell'area del vino DocG (settembre 2018)

Il sindaco di Altavilla Irpina, Mario Vanni, interviene per spiegare le ragioni del ricorso al Consiglio di Stato contro la localizzazione del biodigestore a Chianche. “È la sconfitta della politica”, conclude la sua riflessione amara. Di seguito il testo della sua nota.


Ricorso contro una forzatura

di Mario Vanni*

All’indomani della presentazione del ricorso al consiglio di Stato da parte dei comuni di Altavilla, Torrioni, Petruro, Tufo, Santa Paolina e Ceppaloni; per la scelta della Regione Campania di realizzare l’impianto di biodigestione nel comune di Chianche ed alla vigilia dell’incontro promosso dal presidente dell’ATO rifiuti, si avverte l’esigenza di puntualizzare quanto segue.

Il ricorso alla magistratura amministrativa rappresenta l’ennesimo tentativo per impedire che una forzatura si tramuti in scelta definitiva di governo calata dall’alto.

Il Sindaco di Altavilla Irpina, Mario Vanni

Resta però l’amarezza per aver registrato il fallimento della politica ovvero di quella politica in grado di rappresentare i territori e di interpretare le esigenze delle amministrazioni locali e dei soggetti economici che in essi operano.

È mancata la capacità di individuare soluzioni condivise, soluzioni coerenti, soluzioni possibili.

Al di là delle molteplici argomentazioni emerse in questo lungo periodo e dello sforzo profuso unicamente dall’on Petracca, di fatto, i comuni ed esclusivamente loro, hanno subìto l’onere di un ricorso alla giustizia amministrativa resosi necessario per la volontà di una Regione dotata di un apparato burocratico distratto e di una classe dirigente con lo sguardo lontano dall’Irpinia.

Le ragioni del no si basano su fatti universalmente condivisi, elementi oggettivi, dati tecnici e rispetto degli strumenti regolatori di un territorio nel quale, negli anni, sono emerse in maniera autonoma e spontanea attività ed infrastrutture tutt’altro che compatibili con una destinazione di tipo industriale come quella di altre realtà, peraltro spesso sostenute da investimenti pubblici. La prova più evidente resta la fondovalle Cervinara-Pianodardine, opera immaginata 40 anni or sono per favorire le aree industriali interne, finita nel dimenticatoio in una regione che realizza infrastrutture viarie altrove per poi ricordarsi di quei luoghi e cioè dell’irpina delle eccellenze agricole per installare impianti industriali come quello per il trattamento dei rifiuti peraltro in contrapposizione ai suoi stessi principi programmatori.

Tali temi sono stati al centro di svariati incontri con la rappresentanza politica, imprenditoriale ed associativa in confronti anche animati senza pervenire a nessun risultato.

Alla luce di quanto sin ora è emerso i cittadini traggano le dovute conclusioni in occasione dei vari, prossimi, appuntamenti elettorali nei quali si affiderà la rappresentanza per le scelte strategiche sul futuro dei nostri paesi e dei rispettivi abitanti.

(*): sindaco di Altavilla Irpina


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