Stefano Di Marzo, responsabile della Azienda vinicola Torricino di Tufo e Presidente del Consorzio di Tutela dei Vini Irpini

Confermato fino al 2021 al vertice del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia, Stefano Di Marzo nel prossimo triennio punta ad attuare una strategia precisa per conquistare i mercati esteri.

Con la vicepresidente Marianna Venuti, Di Marzo opererà per mettere a profitto il lavoro avviato nel suo precedente mandato, servito «per gettare le basi e creare le premesse per un lavoro in profondità, destinato a veicolare in maniera ancora più attenta e mirata le nostre produzioni sui mercati nazionali ed internazionali», spiega.

«La promozione dei vini e del nostro straordinario territorio sarà la mission che ci guiderà» nei prossimi anni. Dopo una lunga fase di organizzazione, crescita e consolidamento, puntualizza il riconfermato presidente dei produttori avellinesi, da alcuni mesi il consorzio possiede gli strumenti per poter avviare la fase di espansione che è nelle aspirazioni di quello che è un distretto vitivinicolo dalle enormi potenzialità, come ha spiegato a Nuova Irpinia l’esperto olandese di fama internazionale Paul Balke e ha confermato il giornalista Rupert Kästel attraverso la rivista tedesca “Wein Welten”.

Teresa Bruno, giovane manager dell’impresa agricola irpina e sannita. Guida l’azienda Petilia di Altavilla Irpina, realtà affermata del vino campano

«Tra i risultati più importanti raggiunti dal Consorzio nel precedente mandato c’è il conseguimento dell’incarico ‘erga omnes’, che abilita l’ente a svolgere le funzioni di tutela, promozione, valorizzazione, informazione non solo nell’interesse dei suoi soci, bensì della filiera intera dei fruitori delle quattro denominazioni tutelate, cioè Fiano di Avellino DOCG, Greco di Tufo DOCG, Taurasi DOCG e Irpinia DOC», spiega Di Marzo.

I tempi per una sfida internazionale sono resi maturi da alcune operazioni realizzate lo scorso anno. «Nel 2018 il Consorzio ha inoltre portato a compimento il piano delle attività di controllo demandate dalle istituzioni sulla filiera di competenza e avviato le pratiche di aggiornamento e modifica dei disciplinari di produzione delle quattro denominazioni che ha già portato alle prime approvazioni».

Un calce di vino bianco

PUNTARE SU UN BRAND NATURALE DEL VINO IRPINO. La mole di lavoro prodotta ora dovrà servire al salto di qualità. «Abbiamo compiuto uno sforzo che ora dovrà tradursi in un rinnovato impegno sul fronte della promozione». A questo proposito, «sarà infatti confermata la partecipazione del Consorzio, con un proprio stand, alle principali fiere nazionali e internazionali di settore». Ad esempio, «massima attenzione sarà inoltre rivolta all’organizzazione della nuova edizione di “Ciak Irpinia”, la prestigiosa rassegna di settore giunta alla sua terza edizione, che quest’anno aprirà le porte anche ai produttori della filiera irpina esterni al Consorzio».

«COINVOLGIMENTO DI TUTTI I PRODUTTORI DELLA PROVINCIA DI AVELLINO». Il Presidente Di Marzo spiega che «si tratta del nostro fiore all’occhiello, il biglietto da visita dell’intera filiera vitivinicola, anche per questo abbiamo deciso di aprire l’evento a tutti i produttori della provincia. C’è bisogna di condivisione, unicità di intenti e visione prospettica per far crescere il nostro territorio, continuando a camminare nel solco del rispetto della storia e delle esperienze che sino ad ora mi hanno affiancato, che hanno fatto grande nel mondo l’Irpinia del vino».

SI PUNTA SULLA QUALIFICAZIONE, QUINDI SPAZIO ALLA FORMAZIONE. Nel prossimo triennio «sarà ulteriormente potenziata l’offerta formativa con corsi nei vari areali per i viticoltori su potatura, gestione del vigneto, lotta a fenomeni atmosferici e attacchi di parassiti». Già a marzo «è in programma un corso sulla legislazione di settore, teso a ridurre i gap di informazione per gli operatori, considerata la elevata complessità della normativa posta a base del funzionamento della filiera».


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