Ato Rifiuti. La sede dell'ente d'ambito di Avellino nel complesso della Regione Campania sulla Collina dei Liguorini

La scorsa settimana l’Ato Rifiuti di Avellino ha convocato i sindacati per l’informativa sulla cabina di ascolto itinerante allestita dal direttivo guidato da Valentino Tropeano. Sebbene prematura rispetto al completamento degli adempimenti burocratici dell’Ato, il dibattito sull’affidamento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti sembra prevalere sull’analisi dei bisogni aperta dal direttivo provinciale.

Un momento dell’assemblea dell’Ato Rifiuti a Lioni

L’assemblea di Lioni, con la sottolineatura delle criticità in capo ad Irpiniambiente, ha di fatto chiesto all’Ente di Collina Liguorini l’opportunità di vagliare un Piano industriale della gestione dei rifiuti alternativo a quello licenziato dalla società provinciale, chiedendo inoltre la sottoscrizione di una proposta relativa alla formalizzazione dei sub ambiti provinciali- peraltro previsti dalla legge. Un punto che è stato volutamente glissato dal parterre provinciale guidato dal direttore generale Anna Rosa Barbati e Valentino Tropeano, che a Lioni si è limitato a raccogliere le richieste e i suggerimenti dei sindaci.

Sullo stesso punto però si è pronunciato il presidente della Provincia Domenico Biancardi, che nell’evidenziare la solidità di Irpiniambiente, ha confermato un preciso indirizzo politico sulla futura gestione del ciclo integrato dei rifiuti. “L’Ato deve predisporre un piano che rifletta una gestione efficiente del servizio e con tariffe alla portata dei cittadini” ha spiegato Mario Melchionna, segretario generale della Cisl Irpinia Sannio.

Il segretario della Cisl Irpinia Sannio, Mario Melchionna

“La Cisl è a favore del servizio pubblico, e se Irpiniambiente avrà tutti i requisiti che saranno elencati nel piano industriale, potrà acquisire la gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Il Piano d’ambito è la priorità in questo momento ed è il presupposto fondamentale per costruire una nuova storia in questa provincia. Non si può prescindere dall’esperienza maturata da Irpiniambiente, e la stessa Legge Regionale recita che laddove ci fossero esperienze virtuose, queste vanno valorizzate. Dunque ripartiamo da questo” continua.

La liquidazione della società provinciale è da escludersi del tutto. Il segretario generale della Cisl non esclude la candidatura di alternative, ma sottolinea la capacità strutturata di una società che ha consolidato la sua esperienza in provincia di Avellino e rappresenta la prima industria per numero di occupati: circa 700, che uniti all’indotto arrivano a mille e 500.

L’ingresso di Palazzo Caracciolo, sede della amministrazione provinciale di Avellino

La capacità di gestione del servizio intanto, risulta assai ridotto a causa del congelamento dell’impianto di Teora- oggetto di lavori di ampliamento, e della saturazione dell’impianto di Montella- che come annunciato dallo stesso sindaco Capone merita un ammodernamento. Lo stesso Stir di Pianodardine è stato definito saturo, e la differenziazione dei rifiuti sta producendo costi elevatissimi a causa di una mancata rivendita sul mercato dei materiali riciclati. Tantissimi comuni procedono in proprio al servizio di spazzamento, mentre risulta congelata la raccolta degli ingombranti e delle isole ecologiche. Le piazzole di sosta lungo la variante di Avellino è soggetta alla trasformazione di discariche a cielo aperto, e i costi in bolletta sono altissimi: ad oggi il costo della gestione dei rifiuti rappresenta la prima voce di spesa dei bilanci comunali irpini.

“Credo che l’ipotesi di candidare una nuova società di gestione competitiva rispetto a Irpiniambiente sia una fantasia dei sindaci. Il vero obiettivo che ci deve tenere uniti è il prospetto di un servizio efficace ed efficiente, a carattere pubblico, che abbassi le tariffe e mantenga i livelli occupazionali” ribatte Melchionna. Nessun veto rispetto alla possibilità di istituire i sub ambiti, “a patto che segni l’obiettivo e non si riveli un contentino per alcuni sindaci: se si deve procedere a spacchettare il territorio per rispondere a fazioni politiche allora non ne vale la pena”.

Impianto di selezione del secco di Montella gestito da Irpiniambiente

L’incontro con le parti sociali dunque, è servito a fare il punto sullo stato dell’arte del metodo di condivisione dal basso dell’Ato Rifiuti, in vista dell’assemblea definitiva. In cima alle preoccupazioni della Cisl non solo gli operai in forza a Irpiniambiente, ma anche la necessità da parte dell’Ato di candidare progetti credibili alla Regione e al Ministero per la realizzazione degli impianti. “L’impiantistica deriva dall’investimento del gestore, che però dovrebbe recuperare i fondi dal pagamento dei Comuni. Ma in provincia tantissimi comuni risultano morosi e la società è paralizzata” sottolinea.

La dotazione impiantistica provinciale intanto, non è più rinviabile. “La storia dei rifiuti in provincia di Avellino si è sempre consumata sugli impianti, e a forza di non decidere ci sono state imposte le discariche e i rifiuti da altre province. Mi auguro che ci sia davvero una svolta, e che nel segno della tecnologia si possano aprire impianti che diano occupazione ai nostri giovani e abbattano al minimo i costi per i cittadini” argomenta. “Ma gli impianti dovranno essere costruiti nei siti idonei, a zero impatto ambientale. L’Ato dovrà compiere delle scelte politiche che si potrebbero rivelare determinanti; non potrà accettare passivamente imposizioni”.

Resta in piedi- da tantissimi anni- il nodo dei comuni morosi nei confronti di Irpiniambiente. Se i cittadini pagano le tasse, perchè i Comuni non trasferiscono le somme dovute? “Molti comuni non pagano ma pretendono i servizi. Ci vorrebbe il pugno duro da parte della società, in quanto molti enti sono morosi per scelta. Hanno deciso di non pagare, e Irpiniambiente dal suo canto, non ha proceduto con atti legali alla diffida. Potrei immaginare che ci siano anche motivazioni di carattere politico, ma così è” conclude.


LEGGI ANCHE:

Rifiuti: Biancardi lancia l’ipotesi dell’affidamento ad Irpiniambiente

Rifiuti, l’Alta Irpinia si spacca su Irpiniambiente. E l’Ato trova casa ad Avellino

A marzo assemblea dell’Ato su Piano d’Ambito e Irpiniambiente

 

 

ARTICOLI CORRELATI