IIA, venerdì la verità su Flumeri e Cigs

Le organizzazioni vogliono la data certa di inizio dei lavori di ristrutturazione degli stabilimenti. Da lunedì mobilitazione e azioni nelle sedi competenti in caso di ulteriore slittamento degli impegni. Dopo gli annunci delle scorse settimane, matura forte perplessità per il futuro aziendale

L’ad di IIA Antonio Bene dovrà portare la data di inizio dei lavori di ammodernamento e messa in sicurezza dello stabilimento di Flumeri, venerdì al tavolo con i sindacati. E l’azienda dovrà definire i tempi del piano industriale, quindi del reperimento del socio. La cassa integrazione dovrà essere vincolata a questi due punti. In assenza di queste condizioni, il sindacato avvierà tutte le iniziative a tutela dei lavoratori, intervenendo sulle risorse della Industria Italiana Autobus, che sta continuando a produrre in Turchia grazie ai contratti sottoscritti in Italia con la Pubblica Amministrazione in Emilia Romagna, nel Lazio, in Liguria, in Campania e non solo.

Il giorno dopo l’assemblea dei lavoratori in fabbrica, a Flumeri si prepara l’incontro di venerdì con grande determinazione, con la consapevolezza che oggi IIA ha molto da perdere: gli ordinativi e l’accordo di programma per complessivi 18 milioni di euro in Valle Ufita, dove pure lo stabilimento potrebbe essere revocato in caso di inutilizzo.

I nuovi bus entrati dagli stabilimenti di Flumeri mercoledì 9 gennaio

L’ASSEMBLEA DI MARTEDÌ. Nella mattinata assemblea presso quella che era la sala mensa dell’ex Irisbus. I sindacati e i lavoratori, come definito nei giorni scorsi, si sono incontrati in Valle Ufita. Massiccia la presenza dei dipendenti. Forse come mai prima d’ora. Molto scontento e malumore per una situazione che ha assunto un aspetto singolare.

“I dipendenti sono senza liquidità e quindi l’esasperazione sale – dichiara Silvia Curcio (Fiom) – ci auguriamo la società venerdi ci comunichi già le date di convocazione per la cassa integrazione, che vogliamo sia di traghettamento per un reimpiego e non una forma di assistenza senza prospettiva alcuna. Su questo siamo molto decisi. E’ la linea che portiamo avanti con fermezza”.

Giuseppe Zaolino, Segretario della Fismic di Avellino

Dopo due ore di discussione “anche accesa – dichiara Zaolino (Fismic) – abbiamo votato un documento vincolante per tutti su tre punti che sono l’essenza del rilancio della vertenza partendo da Valle Ufita. Faremo un presidio fuori la fabbrica a sostegno della delegazione che poi incontrerà Bene. Il documento verte su tre punti: messa in sicurezza della fabbrica; firma della cassa integrazione vincolata alla data di inizio della ristrutturazione; richiesta urgente di incontro al Mise per piano industriale e la possibilità di avere un assetto societario finale che definisce ruolo pubblico e privato”.

Negli umori dei dipendenti nulla di diverso dalla giornata di domenica scorsa 10 febbraio, data in cui è stata divulgata comunicazione aziendale. Nella stessa si invitavano i lavoratori a non entrare in azienda per motivi di sicurezza e venivano fornite rassicurazioni circa i rapporti in corso con gli azionisti per poter poi garantire la ripresa della produzione.

Tutto questo è considerato irrilevante da parte dei dipendenti. Gli umori sono gli stessi. Come la missiva non fosse mai pervenuta. Perchè, ormai, quel che conta sono i fatti. I lavori di ristrutturazione che non ci sono. La cassa integrazione che non è stata definita. “Finchè non vediamo delle gru a lavoro nel sito, non crediamo a nulla – dichiarano alcuni operai”.

Silvia Curcio. Rappresentante sindacale aziendale Fiom Cgil

Le sigle sindacali si dicono decise ad andare avanti. Se nelle prossime ore non giunge convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico e poi al Ministero del Lavoro, da lunedi 18 la protesta pare proiettarsi verso toni più alti. “Non vorremmo cadere in atti che poi ci portano a subire denunce come accaduto in passato – prosegue Curcio – ma quando il livello di disperazione sale, il rischio c’è. Le famiglie sono disperate e sul futuro è tutto incerto”.

Durante lo svolgimento dell’assemblea sulle pagine social il deputato irpino Generoso Maraia ha scritto: “Ci sono 431milioni di euro alla Regione Campania per il Trasporto Pubblico Locale e per Industria Italiana Autobus”. Ma i dipendenti vogliono vedere il conto corrente e la documentazione relativa al piano industriale, al terzo socio e alle sue intenzioni. Quando ci sarà.

Nel frattempo Bologna tace. Lì i dipendenti si dice negli ultimi mesi si siano recati a lavoro, anche se poi nei fatti non avevano molto da disbrigare visto il grosso delle commesse realizzato in Turchia. Per le RSU “qualcosa non va”.


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