Fecondazione assistita, conferenza stampa a palazzo Santa Lucia

La Fecondazione assistita entra nel Servizio Sanitario della Campania. Le coppie che desidereranno avvalersi di questa tecnica per avere dei figli potranno ricorrere agli ospedali attrezzati, potranno utilizzare le strutture private, ma presto potranno accedere ad uno dei 44 centri accreditati su tutto il territorio regionale.

L’innovazione è stata introdotta con un decreto commissariale regionale, presentato sabato mattina a Napoli dal Presidente Vincenzo De Luca, alla presenza di Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Le sulla PMA (procreazione medicalmente assistita) hanno incontrato il favore della Associazione Coscioni, che proprio con Filomena Gallo hanno espresso soddisfazione per il risultato. «Anche in Campania sarà possibile accedere con un ticket alle tecniche di fecondazione assistita. Dopo 19 anni si apre una nuova era!», ha scritto il Segretario della Associazione per la libertà della ricerca scientifica.

Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica

Obiettivo della nuova norma estendere il diritto alla procreazione assistita anche per quelle persone tradizionalmente escluse a causa dei costi da sostenere. Nel corso della conferenza stampa De Luca ha sottolineato che garantendo questi diritti si interromperà la migrazione fuori regione delle coppie interessate. La legge permetterà di praticare la fecondazione eterologa anche in Campania, con la copertura dei costi necessari per i medicinali e le operazioni pre impianto  a carico del servizio sanitario regionale. Il decreto, inoltre, accelerando l’iter di accreditamento delle strutture private, definisce qualità e quantità del personale da impiegare in queste strutture.

Entro un mese saranno accreditate le 44 strutture private che offrono questo servizio nel territorio regionale.  In definitiva, l’obiettivo del Commissario ad Acta per il Piano di rientro è qualificare un settore che oggi consentiva spazio a zone d’ombra, stabilendo una estensione al diritto alla salute anche agli aspiranti genitori desiderosi di accedere alla PMA per potersi creare una famiglia.


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