Area industriale Valle Ufita

«La provincia di Avellino è a pieno titolo nella partita dello sviluppo legata alla Zes Campania, ma fondamentali sono i tempi degli interventi». E’ quanto sostiene il segretario generale della Cisl Irpinia-Sannio, Mario Melchionna, all’indomani dell’insediamento in Regione della cabina di regia del nuovo strumento introdotto per incentivare le attività produttive, connesse alle vie di comunicazione commerciale retroportuali, che tiene dentro le aree industriali di Pianodardine, Valle Ufita e Calaggio. (Leggi l’articolo)

Il segretario generale Cisl Irpinia Sannio Mario Melchionna

«Adesso però – prosegue – non si può lasciare alla libera immaginazione di chiunque la strategia da intraprendere. Agli indirizzi degli organismi di coordinamento, va affiancata un’azione di coinvolgimento degli attori del territorio: dai Comuni, ai sindacati, alle associazioni datoriali, per rilanciare l’industria e delineare il modello di sviluppo. Non è più pensabile che vi siano decisioni calate dall’alto. Gli obiettivi potranno essere raggiunti soltanto creando sinergie dal basso».

In particolare, il numero uno della Cisl ricorda le potenzialità dell’area industriale della Valle Ufita: «In prospettiva può essere un crocevia dei flussi produttivi e commerciali, svolgendo un ruolo centrale per la Campania e per le regioni limitrofe, con la stazione logistica, la stazione ferroviaria Hirpinia dell’Alta velocità-Alta capacità, lo stabilimento dell’Industria italiana autobus, l’asse Lioni Grottaminarda e quanto andrà ad insediarsi in zona. Così è come noi l’abbiamo immaginato».

Il segretario provinciale della Cgil, Franco Fiordellisi

Il segretario generale della Cgil, Franco Fiordellisi, dal canto suo, non sottace alcune perplessità sulla configurazione dei confini della Zona economica speciale: «Non debbono essere aree a macchia di leopardo, ma un vasto comprensorio in continuità, nel quale insediare aziende innovative, attraverso adeguate agevolazioni ed una semplificazione burocratica, che renda appetibili gli investimenti. Soltanto in questo modo sarà possibile dare un nuovo impulso industriale, ma anche commerciale, definendo un’idea generale di sviluppo».

Il timore è che possa esserci soltanto un trasferimento di attività già insediate altrove: «Occorre massima attenzione nell’utilizzo delle risorse disponibili e nella verifica delle attività che accedono alla Zes. Debbono essere aziende incrementali e non sostitutive. Il rischio è infatti che vi sia la tentazione di riciclare l’esistente, soprattutto in situazioni di crisi, per riaprire sotto nuove insegne. Questo non solo non apporterebbe alcun vantaggio all’economia del territorio, ma renderebbe gli altri nuclei industriali delle isole nel deserto, più di quanto non siano già. Si tratta di una preoccupazione che abbiamo condiviso anche con la Cgil nazionale».

La Zona economica speciale della Campania, dunque, può essere un’opportunità di crescita economica ed occupazionale, anche per la provincia di Avellino, ma soltanto se ci si muove con cautela, non consentendo operazioni poco chiare ed opportunistiche: «Servono interventi rapidi sul fronte delle strade di collegamento su ferro, lungo il corridoio VIII, che sono in ritardo, rispetto a quelle su gomma. La stazione Hirpinia, senza una bretella di collegamento, ad esempio, rischia di essere inefficace».

Il segretario della Uilm, Gaetano Altieri

Gaetano Altieri, segretario provinciale della Uilm, i Metalmeccanici  della Uil, è convinto dell’importanza e dell’utilità della Zes, purché si risolva il nodo dell’Industria Italiana Autobus di Flumeri: «Ci siamo sempre espressi favorevolmente, ritenendo che sia una grande opportunità di sviluppo se si crea una rete produttiva adeguata. Ma la vera incognita resta l’ex Irisbus. Attorno allo stabilimento è possibile creare un indotto di notevoli proporzioni. Aspettiamo però risposte da parte del governo: che si trasformino finalmente i buoni propositi in fatti concreti». (Leggi l’articolo)

Il dirigente dell’organizzazione dei lavoratori ha evidenziato quello che può essere l’obiettivo strategico: «Realizzare un grande polo di costruzione dei bus in Italia. Ci sono tutte le potenzialità per raggiungere un simile risultato, se saranno effettuate le scelte giuste e vi sarà l’impegno diretto delle istituzioni ai massimi livelli».


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