L'industria 4.0 è il fondamento della produzione e della logistica nella nuova fase storica dell'economia contemporanea

Tutto pronto o quasi per l’insediamento della cabina di regia della Zes, la Zona economica speciale della Campania. L’appuntamento previsto per oggi in Regione, è stato rinviato a lunedì.

Il Presidente dell’Asi di Avellino, Vincenzo Sirignano

Il coordinamento, che vedrà anche la presenza dell’Asi di Avellino, guidato da Vincenzo Sirignano, insieme agli altri consorzi industriali e a tutti gli attori dello sviluppo del territorio, avrà il compito di definire gli interventi ed armonizzare i rapporti tra le istituzioni di governo locale, con quelle regionali e nazionali.

La provincia di Avellino sarà presente nella Zes con tre nuclei industriali: Valle Ufita, Pianodardine e Calaggio. Non sono mancate recriminazioni e polemiche per l’esclusione di altre realtà, come Solofra. (Leggi l’articolo)

L’iter di istituzione delle Zes parte da lontano e viene formalizzato con il cosiddetto Decreto Sud (DL. n. 91 2017), che individua – seguendo l’esempio già adottato all’estero – zone del Paese collegate ad una area portuale, destinatarie di significativi benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che consentano lo sviluppo di imprese già insediate e che si insedieranno, attraendo anche investimenti esteri.

Il decreto prevedeva la creazione di almeno cinque aree, in altrettante regioni meridionali (Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia), definendone le caratteristiche imprescindibili che dovranno possedere: comprendere un’area portuale, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (Ten – T) ed avere una precisa delimitazione ed identificazione, pur essendo consentito l’inserimento di comparti non direttamente adiacenti, ma che abbiano un nesso economico funzionale .

Ogni singola Zes viene formalmente istituita con uno specifico decreto del presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, su proposta della Regione interessata, corredata da un piano di sviluppo strategico. (Leggi l’articolo)

L’area di carico e scarico dei container nel porto di Napoli

La durata della Zes non può essere inferiore a sette anni e superiore a quattordici, prorogabile fino a un massimo di ulteriori sette anni, su richiesta delle regioni  interessate.

I benefici previsti comprendono agevolazioni fiscali e semplificazioni degli adempimenti, sia per le nuove imprese che per quelle già esistenti nell’area, che dovranno essere insediate per almeno 5 anni. Nel triennio successivo all’istituzione è stata approvata una copertura finanziaria complessiva per il credito d’imposta di 250 milioni di euro, con una dotazione massima per ognuna delle 5 aree di 50 milioni.

La prima Regione a dotarsi di un Piano di sviluppo strategico è stata la Campania, che nel marzo del 2018 ha approvato lo strumento con il quale, oltre alla localizzazione delle aree e delle infrastrutture connesse, si è provveduto ad effettuare un’analisi dell’impatto sociale ed economico atteso dagli interventi, le tipologie di attività che si intendono promuovere all’interno della Zes, le attività di specializzazione territoriale che si prevede di rafforzare e che dimostrano la sussistenza di un nesso economico-funzionale con le aree portuali, l’individuazione delle semplificazioni amministrative di propria competenza per la realizzazione degli investimenti che la Regione ha già adottato e si impegna ad adottare per le iniziative imprenditoriali localizzate nella Zes, l’indicazione dei pareri e delle intese con gli enti locali.

Con il provvedimento, la Regione intende attrarre grandi investimenti industriali e logistici e puntare all’incremento dell’occupazione produttiva in un ambito fortemente innovativo e strategico. La Zes dovrebbe consentire una più intensa crescita dei porti e delle aree industriali e logistiche nonché delle infrastrutture e della mobilità regionale.

Le aree regionali interessate sono, in particolare, i porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia e le relative aree retroportuali. In tali aree sono compresi gli aeroporti di Napoli e di Salerno; gli interporti “Sud Europa” di Marcianise-Maddaloni e “Campano” di Nola; gli agglomerati indutriali di Acerra, Arzano-Casoria-Frattamaggiore, Caivano, Torre Annunziata-Castellammare, Marigliano-Nola, Pomigliano, Salerno, Fisciano-Mercato San Severino, Battipaglia, Aversa Nord (Teverola, Carinaro, Gricignano), Ponte Valentino, Valle Ufita, Pianodardine e Calaggio; le aree industriali e logistiche di Napoli Est, Bagnoli, Nocera, Sarno, Castel San Giorgio e Contrada Olivola. Riseptto ai 5.467 ettari assegnati alla Regione Campania dal Decreto la giunta ne ha coperti 5.154, riservandosi una verifica sull’attuazione della Zes e sulla sua delimitazione entro un anno dall’approvazione da parte della Presidenza del Consiglio.

Il cartello all’ingresso dell’area industriale di Pianodardine ad Avellino

La scelta delle aree interne, come spiegato nel Piano strategico di sviluppo, è strettamente connessa alla realizzazione dell’Alta Velocità Napoli-Bari che intercetta la piattaforma logistica localizzata a Benevento (località Olivola), l’Agglomerato Asi di Benevento-Ponte Valentino, nonché la piattaforma logistica e l’agglomerato industriale di ”Valle Ufita“. Tale scelta è coerente con un’altra 65 direttrice strategica del citato documento, ossia l’obiettivo volto a ”supportare il trasporto ferroviario delle merci”. Infatti, nello stesso documento il collegamento Napoli-Bari è elaborato in ”un’ottica merci“. Sebbene la Napoli-Bari nasca come una linea per trasporto passeggeri, il progetto prevede la possibilità che possa essere anche una direttrice utilizzabile da flussi merci. La linea mette in stretto collegamento due distretti manifatturieri non trascurabili, due sistemi portuali rilevanti e consente interessanti opportunità per il settore logistico campano, in un’ottica di hub logistico e produttivo sovra regionale.

L’area industriale Asi del Calaggio e quella di Pianodardine – come si legge nell’analisi del documento ufficiale – completano il quadro delle aree interne, entrambe localizzate in prossimità dei caselli autostradali, rispettivamente di Lacedonia e Avellino Est della A16 Napoli Bari. A Pianodardine, si registra la presenza di imprese del settore metalmeccanico per la fabbricazione dei mezzi di trasporto, della lavorazione del legno, del settore alimentare, dei prodotti in metallo, del settore chimico e informatico. L’azienda di maggiori dimensioni per addetti e superficie utilizzata è la F.M.A. del Gruppo FIAT, che produce motori; di dimensioni minori, ma di notevole importanza, sono la Novolegno del gruppo Fantoni, la Denso Thermal System, la Umicore Italia S.r.l., la Flextronic International Avellino S.p.a. Nell’area di Calaggio, il settore prevalente è il metalmeccanico, con la lavorazione di componenti per l’industria aeronautica che si associa alla presenza di industrie del settore plastico, tessile ed alimentare. La composizione per tipologia e settore del tessuto industriale di queste aree ne denota

la considerevole significatività per il contributo che offrono al sistema economico regionale, sia in termini di valore aggiunto manifatturiero, che di export marittimo.

Adesso sarà compito anche dell’Asi di Avellino coadiuvare le azioni della Zes con iniziative locali che coinvolgano i diversi portatori di interessi e gli investitori. E’ prevista a tale scopo l’istituzione di uno sportello informativo per le imprese interessate, presso il nucleo industriale di Pianodardine.


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