Amministratori locali riuniti a Palazzo Caracciolo nella Sala Grasso della Provincia (repertorio)

Sul riassetto della gestione rifiuti in provincia di Avellino i sindacati non intendono restare a guardare e sono pronti a dire la loro. Giovedì si terrà un faccia a faccia con il consiglio dell’ente d’ambito, guidato da Valentino Tropeano, sindaco di Montefredane. Nuova Irpinia ne ha parlato con il segretario della Uil Trasporti (che si occupa anche di Ambiente), Michele Caso.

Michele Caso, segretario provinciale Uil Trasporti

L’Ato rifiuti dovrà definire il percorso per l’individuazione del gestore dei servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Quale destino si prospetta per Irpiniambiente?

«Per certi versi penso che sia l’ultimo dei problemi. Il tipo di società verso la quale ci si orienterà sarà il risultato delle scelte che verranno effettuate nell’organizzazione complessiva del ciclo integrato dei rifiuti. Il dibattito “pubblico” o “privato” sposta il problema dalla questione principale, che è il nodo dell’impiantistica».

In quale direzione bisognerebbe procedere?  

«E’ necessario che i sindaci e gli amministratori pubblici, ma anche gli stessi cittadini utenti, si assumano le proprie responsabilità. Un territorio dovrebbe farsi carico fino in fondo della gestione dei rifiuti che produce. Non vogliamo gli impianti sotto casa, ma poi ci lamentiamo se i rifiuti restano per strada. Continuare a trasferirli in altre province per il trattamento incide notevolmente sul costo del servizio. Chi riveste un ruolo istituzionale non può far finta di nulla. Su questo punto non abbiamo mai sposato la posizione di chi rinvia continuamente le decisioni e si lascia condizionare dalle proteste».

L’Uil, dunque, è per la realizzazione di nuovi impianti?

«La nostra linea è sempre stata chiara. E’ necessario completare la filiera. Soltanto così la provincia di Avellino sarebbe in grado di gestire in autonomia ogni passaggio del ciclo e renderebbe pienamente praticabile una gestione efficiente, efficace ed economica. E’ ciò che diremo durante l’incontro con il consiglio dell’Ato, previsto per giovedì».

Ritiene che dall’altra parte vi siano resistenze?

«La ricerca del consenso pesa più della responsabilità. Ma non si può continuare a scappare di fronte all’urgenza di risolvere in maniera sistematica il problema. Nessuno più dei lavoratori e degli operatori del settore conosce la situazione. Gli impianti non debbono più essere visti come una iattura». (Leggi l’articolo)

In particolare, di quali strutture parliamo?

«Di impiantistica leggera, a supporto della raccolta differenziata: dalla selezione dei materiali, presso lo Stir, al trattamento dell’indifferenziata. Su quale tipo di tecnologia sia preferibile, poi, si può discutere. Ma ciò che conto è l’opzione di fondo».

Torniamo, dunque, alla domanda iniziale. Con la nuova normativa ci sono percorsi obbligati per quel che riguarda l’affidamento del servizio?

«No, per nulla. C’è la possibilità di procedere all’affidamento in house o l’ipotesi della gara. Personalmente, sono a favore della società pubblica non per partito preso, ma perché sarebbe, almeno nel nostro caso, la soluzione più idonea, per diverse ragioni, tutte ampiamente dimostrabili».

Dica pure…

«Innanzitutto per come Irpiniambiente ha operato. Sulla raccolta non si è mai registrata una crisi, a differenza di quanto successo nelle altre province della Campania. L’azienda, pur avendo qualche incontrato delle difficoltà, non è in sofferenza. Vanta crediti da diversi Comuni per 40 milioni di euro. Una partita che pur bisognerà chiudere. Se si pensa che l’Alto Calore, invece, deve corrispondere per la depurazione ai Comuni soci complessivamente 50 milioni di euro, e giustamente c’è la volontà di salvaguardarne il futuro, credo che per la società di raccolta e smaltimento dei rifiuti non vi sia motivo per andare in senso contrario. Infine, non va trascurato l’aspetto della presenza della malavita in questo settore. L’azienda pubblica rappresenterebbe un argine sicuro».

Quali strategie in prospettiva andrebbero adottate?

«Penso che vada consolidata l’esperienza di Irpiniambiente, compiendo ulteriori sforzi per esprimere il massimo delle potenzialità e rettificare eventuali criticità. Serve però, per andare a pieno regime, una politica delle premialità per i risultati nella raccolta differenziata, riconoscendo agevolazioni tariffarie agli utenti. In questo modo si potrà dare una spinta significativa e raggiungere soglie ancora più alte».

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